BARI - “Se in questo mestiere si perde la bussola, che è quella della ricerca della verità senza ossequio verso nessun potere e si perde il gancio con il sentimento dell’umanità e della pietas, si diventa cattivi giornalisti. Si può essere anche giornalisti di successo ma, io credo, cattivi giornalisti”.
Lo ha detto Il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola accogliendo in Presidenza questa mattina i trenta ragazzi del Master biennale in giornalismo dell’Università di Bari e dell’Ordine dei giornalisti della Puglia, accompagnati dai direttori Lino Patruno e Marina Castellaneta. Un confronto a tutto campo sui temi del giornalismo, dell’etica del giornalismo, del precariato, della sanità, dell’ambiente.
“Ho amato follemente il mestiere del giornalista – ha detto Vendola – anche se oggi la scrittura è un mestiere molto involgarito dall’idea che basta spiare dal buco della serratura per ottenere successo. Io vengo da un’altra scuola, dall’idea che il giornalismo è sudore, impegno conoscitivo, capacità di inchiesta e specializzazione”.
Per Vendola “la realtà merita investigatori e appassionati della conoscenza piuttosto che appassionati dello scoop”.
“Il combinato disposto di un mestiere precario e di un involgarimento dei costumi - ha aggiunto Vendola - rischia di spingere un ragazzo o una ragazza giovane che vuole fare questo mestiere, che è un mestiere bellissimo, a pensare che lo scoop possa essere una scorciatoia per guadagnare la carriera. Lo scoop lo fai con cinismo senza occuparti delle conseguenze che possono essere fatali per la vita delle persone che sono oggetto degli scoop”.
“Mi considero un giornalista prestato alla politica – ha concluso Vendola - anche ho avuto difficoltà nella mia vita a separare le due cose perché la politica mi ha fatto fare delle cose pazzesche che è stato interessante trasferire nel lavoro giornalistico. Il giornalismo per esempio ha spinto la mia militanza politica a frugare in luoghi dove forse non sarei andato a ficcare il naso. E così ho mescolato i due mestieri”.
Lo ha detto Il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola accogliendo in Presidenza questa mattina i trenta ragazzi del Master biennale in giornalismo dell’Università di Bari e dell’Ordine dei giornalisti della Puglia, accompagnati dai direttori Lino Patruno e Marina Castellaneta. Un confronto a tutto campo sui temi del giornalismo, dell’etica del giornalismo, del precariato, della sanità, dell’ambiente.
“Ho amato follemente il mestiere del giornalista – ha detto Vendola – anche se oggi la scrittura è un mestiere molto involgarito dall’idea che basta spiare dal buco della serratura per ottenere successo. Io vengo da un’altra scuola, dall’idea che il giornalismo è sudore, impegno conoscitivo, capacità di inchiesta e specializzazione”.
Per Vendola “la realtà merita investigatori e appassionati della conoscenza piuttosto che appassionati dello scoop”.
“Il combinato disposto di un mestiere precario e di un involgarimento dei costumi - ha aggiunto Vendola - rischia di spingere un ragazzo o una ragazza giovane che vuole fare questo mestiere, che è un mestiere bellissimo, a pensare che lo scoop possa essere una scorciatoia per guadagnare la carriera. Lo scoop lo fai con cinismo senza occuparti delle conseguenze che possono essere fatali per la vita delle persone che sono oggetto degli scoop”.
“Mi considero un giornalista prestato alla politica – ha concluso Vendola - anche ho avuto difficoltà nella mia vita a separare le due cose perché la politica mi ha fatto fare delle cose pazzesche che è stato interessante trasferire nel lavoro giornalistico. Il giornalismo per esempio ha spinto la mia militanza politica a frugare in luoghi dove forse non sarei andato a ficcare il naso. E così ho mescolato i due mestieri”.
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