Cav gia' incandidabile? E' bagarre

ROMA - ''No, non si arriverà a novembre, l'aula del Senato voterà sulla decadenza di Berlusconi entro ottobre, ce la faremo''. Così Dario Stefano, presidente della Giunta per le elezioni del Senato in un'intervista a Radio Capital. ''I tempi della Giunta dipendono dalle decisioni del relatore - osserva - ma questo cambierà di poco, una settimana in più o in meno, a settembre. Poi l'aula voterà entro il mese di ottobre''. Ma se il governo cadesse prima del voto del Senato, Berlusconi potrebbe candidarsi alle prossime elezioni? ''Assolutamente no - risponde Stefano - la Giunta decide sulla decadenza dall'attuale mandato. In ogni caso la legge Severino introduce un argomento che sarà ineludibile e a me sembra impossibile che gli organi preposti alla validazione del risultato elettorale, in primis la Corte di Appello, possa validare l'elezione di uno incorre nelle prescrizioni della legge Severino. Alle ultime amministrative la legge è già stata applicata, vedi il caso di 'Tarzan' (Andrea Alzetta, di Sel, dichiarato non proclamabile dopo l'elezione in consiglio comunale a Roma)''. "La Legge Severino, come tutte quelle del governo Monti, sono solo leggi manifesto incomplete. Nel vuoto della Legge Severino vale solo l'articolo 66 della Costituzione, che attribuisce a ciascuna Camera il giudizio sui titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e di incompatibilità. Ragion per cui, se dovessimo tornare al voto prima del pronunciamento del Senato, Silvio Berlusconi potrebbe candidarsi sia alla Camera che al Senato della Repubblica". E' quanto afferma il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli (Ln) intervenendo sulla questione dell'incandidabilità del Cavaliere in seguito alla condanna della Cassazione. "Mi spiace ma sono in completo disaccordo sia con il presidente Dario Stefano, che sostiene l'impossibilità della candidatura di Silvio Berlusconi a future elezioni politiche, sia con il presidente Francesco Nitto Palma quando afferma che sull'ammissibilità della candidatura di Berlusconi giudicherebbe la Corte d'Appello e, nel caso di ricorso, il Tar", è l'opinione dell'esponente della Lega. E, secondo Calderoli, "se invece si dovesse tornare al voto dopo che il Senato abbia dichiarato la sua decadenza, Berlusconi potrà legittimamente candidarsi a deputato e solo la Camera successivamente potrà giudicare sulla sua ammissione, ovvero sulla sua ineleggibilità o incompatibilità". La Legge Severino, aggiunge Calderoli, "è quindi un falso problema, visto che comunque Berlusconi può fare sia il candidato che il premier. Il vero problema sarebbe invece una sua interdizione dai pubblici uffici passata in giudicato dalla Corte d'Appello e da un eventuale ricorso in Cassazione. Per evitare tutti questi problemi non c'è che una soluzione: tornare subito alle urne per ridare la parola al popolo e far decidere ai cittadini chi deve governare il Paese. Il Nord ha già deciso".

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