di Nicola Zuccaro - Il 27 agosto 1973 si spegne al Policlinico di Bari, dopo una lunga degenza, Mons. Enrico Nicodemo. Fu per 19 anni, dal 1952 al 1973, Arcivescovo del capoluogo pugliese. Il suo episcopato fu non solo lungo sotto il profilo cronologico ma si rivelò anche intenso per la il suo ministero pastorale. Subentrò a Marcello Mimmi in una Bari che come tutte le altre città italiane era impegnata attraverso la propria classe dirigente a sanare le ferite provocate dalla lunga parentesi bellica. Mons. Nicodemo fu nel contempo testimone e protagonista della Bari che ricostruiva e che si ricostruiva dando impulso alla pastorale sociale e del lavoro senza dimenticare però la sua prima funzione apostolica rappresentata dalla formazione dei clerici. Quest'ultima si rivelò funzionale per l'edificazione di 20 parrocchie che dovevano rispondere alla domanda di evangelizzazione richiesta dalla Chiesa Italiana.
Fra la seconda metà degli anni '50 e la prima metà degli anni '60 le Periferie di Bari, dal San Paolo a San Girolamo, passando per il Libertà, furono arricchite di nuovi luoghi per la professione del culto. Vescovo conservatore perchè ligio alle disposizioni della Santa Sede, applicò alla lettera il Decreto del Sant'Uffizio emanato nel 1959, che vietava ai socialisti e ai comunisti la partecipazione alle celebrazioni religiose, tanto da impedire la partecipazione della prima Giunta Comunale di Bari marcata dal nascente centro-sinistra alla Processione dell'8 Maggio 1960 in onore del Patrono San Nicola.
Fu un episodio che lo rese protagonista di primo piano della chiusura assunta dall'episcopato italiano dinnanzi all'apertura della Dc ai socialisti e che confermò la sua severa personalità a tutt'oggi rimasta viva nei ricordi di quanti lo conobbero.