OSTUNI (BR). Torna nella Città Bianca la tradizionale Cavalcata di Sant'Oronzo. Questo il programma della giornata di oggi: alle ore 10 la Concelebrazione Eucaristica presieduta dall'Arcivescovo Mons. Domenico Caliandro in Concattedrale; alle ore 19 partirà la processione con la statua argentea del Santo scortata dai cavalieri; alle ore 20 in Piazza Libertà si terrà il concerto lirico sinfonico della Città di Lizzano; alle ore 24 i fuochi pirotecnici a cura della ditta Pirosud di Latiano.
Per quanto riguarda la famosa Cavalcata di Sant'Oronzo, durante la processione la statua argentea del Santo viene scortata da un drappello di cavalieri in costume rosso trinato di bianco su cavalli bardati. La divisa dei cavalieri è una casacca rossa (in memoria del martirio del Santo), pantaloni bianchi, cappello cilindrico con pennacchio scarlatto; il cavallo, murgese, oltre ai vari finimenti tutti lavorati, è coperto da una gualdrappa rossa, lavorata con bottoncini di madreperla, che lo avvolge fin quasi agli zoccoli. L'intero nucleo familiare si dedica alla vestizione, spesso aiutato da parenti e amici.
La storia della Cavalcata parte dalla seconda metà del 1600, esattamente nel 1657, quando Ostuni fu risparmiata dalla peste grazie al miracolo attribuito a Sant’Oronzo, da qui la devozione degli ostunesi che dal 1793 ripropongono ogni anno la tradizione della cavalcata.
Ogni 26 di agosto gli ostunesi vollero recarsi in processione al santuario di Sant'Oronzo lungo le pendici del Monte Morrone a due chilometri dal paese. Lì prelevavano la statua in cartapesta raffigurante il Santo e la portavano a spalla nella piazza del paese. In seguito la statua in cartapesta, grazie al nobile Pietro Sansone e ai “vaticali” (carrettieri che trasportavano le derrate dalla campagna alla città), venne sostituita con una d’argento.
Ogni 26 di agosto gli ostunesi vollero recarsi in processione al santuario di Sant'Oronzo lungo le pendici del Monte Morrone a due chilometri dal paese. Lì prelevavano la statua in cartapesta raffigurante il Santo e la portavano a spalla nella piazza del paese. In seguito la statua in cartapesta, grazie al nobile Pietro Sansone e ai “vaticali” (carrettieri che trasportavano le derrate dalla campagna alla città), venne sostituita con una d’argento.
Daniele Martini
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