ROMA - La pesante accusa di prostituzione minorile. E' il reato contestato dai cc della Compagnia di Castel Gandolfo a una prostituta 24enne romena, arrestata con l'accusa di aver fatto a sua volta prostituire, nell'interno dell'appartamento in cui la ospitava da qualche mese, una connazionale di 17 anni appena compiuti.
La minorenne e' stata affidata ai locali servizi sociali per essere immessa nei circuiti di accoglienza di una casa famiglia, in attesa che le autorita' del suo Paese riescano a rintracciarne i genitori.
Entrambe sono state anche proposte per l'allontanamento dal territorio nazionale.
La triste storia e' emersa l'altra sera quando i militari del Nucleo operativo della Compagnia, insospettiti dall'andirivieni di uomini facoltosi da uno stabile di Via Nettunense, hanno fatto irruzione nell'abitazione delle due, "impegnate" al momento con altrettanti clienti.
La 17enne ha esibito ai carabinieri una carta di identita' falsa dalla quale si sarebbe dovuto evincere che era maggiorenne ma non c'e' voluto molto per capire che si trattava di un documento grossolanamente contraffatto. I successivi accertamenti al database informatico hanno confermato cio' che gia' appariva evidente. E i militari hanno anche verificato che le utenze cellulari della ragazza erano le stesse fornite quale utenze di contatto su molti siti internet dedicati alle "accompagnatrici". (AGI) .
La minorenne e' stata affidata ai locali servizi sociali per essere immessa nei circuiti di accoglienza di una casa famiglia, in attesa che le autorita' del suo Paese riescano a rintracciarne i genitori.
Entrambe sono state anche proposte per l'allontanamento dal territorio nazionale.
La triste storia e' emersa l'altra sera quando i militari del Nucleo operativo della Compagnia, insospettiti dall'andirivieni di uomini facoltosi da uno stabile di Via Nettunense, hanno fatto irruzione nell'abitazione delle due, "impegnate" al momento con altrettanti clienti.
La 17enne ha esibito ai carabinieri una carta di identita' falsa dalla quale si sarebbe dovuto evincere che era maggiorenne ma non c'e' voluto molto per capire che si trattava di un documento grossolanamente contraffatto. I successivi accertamenti al database informatico hanno confermato cio' che gia' appariva evidente. E i militari hanno anche verificato che le utenze cellulari della ragazza erano le stesse fornite quale utenze di contatto su molti siti internet dedicati alle "accompagnatrici". (AGI) .
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CRONACA