di Luigi Laguaragnella - Un incontro aperto a tutta la cittadinanza ha riempito l’auditorium della Biblioteca Nazionale Sagarriga Visconti questo pomeriggio. Comuni cittadini ed esponenti del mondo dell’associazionismo, insegnanti e accademici, senza dimenticare giovani studenti, si sono riuniti per discutere e affrontare un argomento delicato per le difficoltà concrete (soprattutto economiche) a cui è costantemente esposto, ma che sta a cuore di ogni uomo. Titolo dell’iniziativa promossa dalla Biblioteca Nazionale di Bari, infatti, era: “Ripartiamo dalla cultura”.
Si è creato un susseguirsi di interventi per esporre il concetto di cultura in una proiezione futura che è obbligatoriamente volta al cambiamento.
Si è accostato spesso il termine cultura a futuro e soprattutto a politica e, quanto per leggi e progetti mai pienamente rispettati nella nostra regione, proprio la classe dirigente non è stata in grado di creare, nel corso degli ultimi anni, una sensibilità al bene comune e alla cura verso quei settori che invece potrebbero rivelarsi fautori di sviluppo proprio come la cultura.
La cultura, però, come hanno testimoniato le voci dei partecipanti, è qualcosa che non può essere relegata ad un gruppo e messa tra i paletti di un’idea o di un obiettivo. Proprio le persone presenti rappresentavano esperienze di associazionismo, volontariato e non solo, di differente natura , ma con l’intento di creare e muovere le coscienze verso problemi e temi che interessano tutti semplicemente per il solo essere cittadini.
Se la classe politica non riesce ad offrire servizi, non sostiene le nuove generazioni e non permette una partecipazione alla “vita pubblica” democratica, come invece si è rivelata la discussione in biblioteca, difficilmente si potranno vedere nella realtà, progressi. I movimenti e le associazioni, davvero numerosi quelli hanno partecipato con la convinzione che dalla cultura si può ripartire, in maniera spontanea e spinti dalla voglia di migliorare la città, già operano per il bene della cultura. Nel dibattito, infatti, si sono toccati differenti punti: dalla parità della donna alla situazione studentesca, dalla meritocrazia alla cultura della legalità, dalla sicurezza alla questione politica (soprattutto quella di Bari che negli ultimi tempi è in decadenza. Le dimissioni di poche ore fa dell’assessore Paparesta, poi, lasciano intendere che per la cultura di prospettano ancora tempi duri).
Ecco perché è fondamentale che, partendo da quest’incontro, possa iniziare un movimento verso un progresso culturale cittadino a cui però è chiamato ogni operatore. Come è emerso dalla discussione non si può continuare a essere rinchiusi all’interno del proprio gruppo o associazione. E’ necessaria un’apertura che permetta di mettere insieme le conoscenze e le capacità affinchè la cultura, oltre a non rivelarsi limitatamente un tema su cui discutere, sia anche professionalità, progresso.
Occasione, come quelle proposte in biblioteca, possono scoprire ricchezze che agiscono in città e raramente vengono valorizzate e supportate. Tutto ciò a discapito della cultura. L’incontro si è concluso, quindi con l’impegno, come cittadini e movimento ad essere operativi soprattutto per avvicinare la parola cultura a politica, in quanto bene pubblico di e per tutti e futuro per dare nuovi spiragli alle generazioni che inevitabilmente in questi anni sono state escluse dalle sfere di ogni ambito della società.
Si è creato un susseguirsi di interventi per esporre il concetto di cultura in una proiezione futura che è obbligatoriamente volta al cambiamento.
Si è accostato spesso il termine cultura a futuro e soprattutto a politica e, quanto per leggi e progetti mai pienamente rispettati nella nostra regione, proprio la classe dirigente non è stata in grado di creare, nel corso degli ultimi anni, una sensibilità al bene comune e alla cura verso quei settori che invece potrebbero rivelarsi fautori di sviluppo proprio come la cultura.
La cultura, però, come hanno testimoniato le voci dei partecipanti, è qualcosa che non può essere relegata ad un gruppo e messa tra i paletti di un’idea o di un obiettivo. Proprio le persone presenti rappresentavano esperienze di associazionismo, volontariato e non solo, di differente natura , ma con l’intento di creare e muovere le coscienze verso problemi e temi che interessano tutti semplicemente per il solo essere cittadini.
Se la classe politica non riesce ad offrire servizi, non sostiene le nuove generazioni e non permette una partecipazione alla “vita pubblica” democratica, come invece si è rivelata la discussione in biblioteca, difficilmente si potranno vedere nella realtà, progressi. I movimenti e le associazioni, davvero numerosi quelli hanno partecipato con la convinzione che dalla cultura si può ripartire, in maniera spontanea e spinti dalla voglia di migliorare la città, già operano per il bene della cultura. Nel dibattito, infatti, si sono toccati differenti punti: dalla parità della donna alla situazione studentesca, dalla meritocrazia alla cultura della legalità, dalla sicurezza alla questione politica (soprattutto quella di Bari che negli ultimi tempi è in decadenza. Le dimissioni di poche ore fa dell’assessore Paparesta, poi, lasciano intendere che per la cultura di prospettano ancora tempi duri).
Ecco perché è fondamentale che, partendo da quest’incontro, possa iniziare un movimento verso un progresso culturale cittadino a cui però è chiamato ogni operatore. Come è emerso dalla discussione non si può continuare a essere rinchiusi all’interno del proprio gruppo o associazione. E’ necessaria un’apertura che permetta di mettere insieme le conoscenze e le capacità affinchè la cultura, oltre a non rivelarsi limitatamente un tema su cui discutere, sia anche professionalità, progresso.
Occasione, come quelle proposte in biblioteca, possono scoprire ricchezze che agiscono in città e raramente vengono valorizzate e supportate. Tutto ciò a discapito della cultura. L’incontro si è concluso, quindi con l’impegno, come cittadini e movimento ad essere operativi soprattutto per avvicinare la parola cultura a politica, in quanto bene pubblico di e per tutti e futuro per dare nuovi spiragli alle generazioni che inevitabilmente in questi anni sono state escluse dalle sfere di ogni ambito della società.
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