di Roberto Berloco - Alle ultime battute della stagione turistica non poteva mancare qualche interrogativo.
Il bilancio sostanzialmente positivo, riferito da una parte degli operatori del settore, almeno per il mese di agosto, deve infatti misurarsi con una realtà ancora inidonea alla soddisfazione di una domanda potenzialmente simile a quella che, da molti anni, si registra a Matera.
Mancano le infrastrutture indispensabili, anzitutto. Mancano spazi adeguati per il parcheggio di autoveicoli, campers e pullmann. Manca, o scarseggia, la segnaletica di orientamento. Mancano gabbiotti per l’informazione di primo guado ai visitatori. Manca materiale informativo plurilingue.
In una sintesi probabile, manca l’essenziale di quelle circostanze che rendono normale la fruizione di risorse che pur ci sono e, in buona parte, sono addirittura di eclatanza mondiale.
Rimane poi, ancora oggi, un serio punto interrogativo la sorte di alcune attrattive di prima grandezza, come l’”Uomo di Altamura”, dopo lo spegnimento dei riflettori che puntavano al prezioso scheletro dentro la grotta di “Lamalunga”, o la cosiddetta “Cava dei Dinosauri”, il giacimento di impronte fossili risalenti al Cretacico superiore, visibili in superficie, ma ancora esposte allo schiaffo quotidiano degli agenti atmosferici.
D’altro canto non sarebbe onesto affermare che scarseggia l’attività dell’Amministrazione comunale. Sia in passato, con il governo di centro-sinistra, che oggi, con quello di centro-destra, raramente è venuto meno il senso di un’attenzione costruttiva verso le tematiche del turismo culturale. Ma, evidentemente, non può bastare. Da una parte perché manca una autentica progettualità nel campo, dall’altra perché ancora le spinte motivazionali rimangono circoscritte ai singoli operatori, ancora privi di strumenti che consentano loro di rilevare sul piano delle decisioni dei principali “tour operators” italiani ed esteri. E, di certo, non aiuta lo scarso allarme al riguardo da parte della classe politica locale.