BARI - "Con la disponibilità del governo regionale a modificare le norme del Piano paesaggistico, abbiamo guadagnato la via d'uscita da uno dei più stretti becchi d'imbuto degli ultimi anni. Ora bisognerà attendere la riscrittura delle norme interessate dalle modifiche e valutare la loro efficacia rispetto a quanto richiesto dai comuni pugliesi e dai consiglieri regionali di tutti i gruppi politici".
Lo dichiara il consigliere regionale Fabiano Amati, con riferimento al Piano paesaggistico e al confronto politico-amminstrativo in corso sull'argomento.
"È chiaro che il 'fronte' problematico non è tanto riferibile agli strumenti esecutivi/attuativi in itinere (questo è il più semplice), quanto sulla salvaguardia degli interessi legittimi sanciti dagli strumenti urbanistici comunali (PUG e PRG adeguati alla legge 56/1980). Le modifiche della normativa d'attuazione, perciò, dovrebbero essere indirizzate sulle norme transitorie e di salvaguardia.
Una proposta? Si potrebbe introdurre una disposizione che, nelle more degli adeguamenti comunali al Piano paesaggistico, o in un tempo determinato e inderogabile, faccia ricadere sotto la regolamentazione paesaggistica dei 'vecchi' PUTT l'esercizio dei diritti edificatori già consentiti dagli strumenti urbanistici comunali vigenti.
Questa soluzione, peraltro, non dovrebbe aprire alcuna contestazione sulle condivisa esigenza di tutela del paesaggio, perché - a tacer d'altro - non si può certamente dire (generalmente) che la Puglia degli ultimi dieci/quindici anni, con il suo PUTT e la relativa gestione urbanistica regionale e comunale, sia stata nella disponibilità del vandalismo. Affermare cose diverse equivarrebbe a sostenere che tutti gli atti di compatibilità, autorizzazione e accertamento paesaggistico rilasciati sino ai primi giorni di agosto scorso e negli anni precedenti, siano equiparabili ad atti di insostenibile aggressione al territorio. Non è così, per fortuna".
Lo dichiara il consigliere regionale Fabiano Amati, con riferimento al Piano paesaggistico e al confronto politico-amminstrativo in corso sull'argomento.
"È chiaro che il 'fronte' problematico non è tanto riferibile agli strumenti esecutivi/attuativi in itinere (questo è il più semplice), quanto sulla salvaguardia degli interessi legittimi sanciti dagli strumenti urbanistici comunali (PUG e PRG adeguati alla legge 56/1980). Le modifiche della normativa d'attuazione, perciò, dovrebbero essere indirizzate sulle norme transitorie e di salvaguardia.
Una proposta? Si potrebbe introdurre una disposizione che, nelle more degli adeguamenti comunali al Piano paesaggistico, o in un tempo determinato e inderogabile, faccia ricadere sotto la regolamentazione paesaggistica dei 'vecchi' PUTT l'esercizio dei diritti edificatori già consentiti dagli strumenti urbanistici comunali vigenti.
Questa soluzione, peraltro, non dovrebbe aprire alcuna contestazione sulle condivisa esigenza di tutela del paesaggio, perché - a tacer d'altro - non si può certamente dire (generalmente) che la Puglia degli ultimi dieci/quindici anni, con il suo PUTT e la relativa gestione urbanistica regionale e comunale, sia stata nella disponibilità del vandalismo. Affermare cose diverse equivarrebbe a sostenere che tutti gli atti di compatibilità, autorizzazione e accertamento paesaggistico rilasciati sino ai primi giorni di agosto scorso e negli anni precedenti, siano equiparabili ad atti di insostenibile aggressione al territorio. Non è così, per fortuna".
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