BARI - “L’assessore Barbanente ha posto oggi una giusta domanda: siamo tutti d’accordo sulla difesa del territorio? Non c’è dubbio. Siamo tutti d’accordo e riteniamo che il piano paesaggistico sia più che utile, assieme ad altri strumenti di pianificazione che vigono in Puglia, tipo il Piano di Assetto Idrogeologico. Questo Strumento – il PAI appunto – è ciò che tutela il territorio da dissesti, frane e alluvioni sempre più frequenti. È in buona misura lo strumento che frusta le previsioni urbanistiche comunali pericolose, impedendo che si possa costruire sui versanti, in prossimità delle lame e delle gravine, e delle formazioni geologiche della Puglia carsica, e che non ha bisogno di attendere il Piano paesaggistico per esplicare con rigore le sue funzioni”.
Lo dichiara il consigliere regionale Fabiano Amati, con riferimento alle dichiarazioni odierne dell’assessore regionale al Territorio, Angela Barbanente, rilasciate a commento del dibattito in corso sul Piano paesaggistico territoriale regionale.
“Il dibattito in corso non mette in discussione l’utilità e l’alto potenziale di sviluppo del Piano paesaggistico adottato e nello stesso tempo non disconosce l’utilità della tutela, che in Puglia è già ampiamente vigente per esempio in materia idrogeologica, e a prescindere dal Piano paesaggistico, per merito – non c’è dubbio – dell’attività compiuta dal Governo Vendola negli anni scorsi.
Non coglie pertanto nel segno l’evocazione del problema del dissesto idrogeologico per contenere le richieste di modifiche del Piano paesaggistico, nella parte in cui condiziona l’attività edificatoria consentita nei PUG e nei PRG adeguati alla legge 58 del 1980. Aver sostenuto – come io e tanti colleghi abbiamo fatto – la necessità di temperare la nuova tutela paesaggistica con gli interessi legittimi consolidati con i piani locali in vigore, non significa dare spazio a scempio di territorio, come se nel frattempo non ci siano altri strumenti – come il PAI - che adempiono abbondantemente a funzione di tutela del territorio, a prescindere dalle previsioni degli strumenti urbanistici comunali.
Se pure qualcuno avesse avuto in animo di contrastare il Piano paesaggistico per travolgere la tutela idrogeologica - ma non è così - non l'avrebbe potuto fare. Incombono notevoli impedimenti tecnico-giuridici, e tra tutti la sovraordinazione del PAI a tutte le previsioni (comprese quelle paesaggistiche) e a tutte le dispute politiche che sull'argomento si stanno ingiustificatamente protraendo”.
Lo dichiara il consigliere regionale Fabiano Amati, con riferimento alle dichiarazioni odierne dell’assessore regionale al Territorio, Angela Barbanente, rilasciate a commento del dibattito in corso sul Piano paesaggistico territoriale regionale.
“Il dibattito in corso non mette in discussione l’utilità e l’alto potenziale di sviluppo del Piano paesaggistico adottato e nello stesso tempo non disconosce l’utilità della tutela, che in Puglia è già ampiamente vigente per esempio in materia idrogeologica, e a prescindere dal Piano paesaggistico, per merito – non c’è dubbio – dell’attività compiuta dal Governo Vendola negli anni scorsi.
Non coglie pertanto nel segno l’evocazione del problema del dissesto idrogeologico per contenere le richieste di modifiche del Piano paesaggistico, nella parte in cui condiziona l’attività edificatoria consentita nei PUG e nei PRG adeguati alla legge 58 del 1980. Aver sostenuto – come io e tanti colleghi abbiamo fatto – la necessità di temperare la nuova tutela paesaggistica con gli interessi legittimi consolidati con i piani locali in vigore, non significa dare spazio a scempio di territorio, come se nel frattempo non ci siano altri strumenti – come il PAI - che adempiono abbondantemente a funzione di tutela del territorio, a prescindere dalle previsioni degli strumenti urbanistici comunali.
Se pure qualcuno avesse avuto in animo di contrastare il Piano paesaggistico per travolgere la tutela idrogeologica - ma non è così - non l'avrebbe potuto fare. Incombono notevoli impedimenti tecnico-giuridici, e tra tutti la sovraordinazione del PAI a tutte le previsioni (comprese quelle paesaggistiche) e a tutte le dispute politiche che sull'argomento si stanno ingiustificatamente protraendo”.