di Vittorio Polito - Mentre s’avvicinano i 750 anni dalla nascita a Firenze nel 1265, esce per i tipi di Levante Editori un originale volume su Dante scritto da Delio De Martino e intitolato “Dante & la pubblicità” (pagine 256 - € 30). La collana ha come emblema proprio &, perché dedicata a studi di confine fra diverse specialità, come in questo caso letteratura e comunicazione pubblicitaria.
La bibliografia dantesca è davvero immensa e tocca i più vari aspetti, incluso il cinema e i fumetti. Uno dei pochissimi campi rimasti ancora inesplorati è quello della presenza del Sommo Poeta nella pubblicità. Il nuovo volume colma proprio questo vuoto. L’autore è un giovane e promettente studioso, ormai uno specialista perché ha già pubblicato un volume intitolato “Letterature antiche e moderne nella pubblicità di auto” (2011) ed altri vari saggi, fra i quali uno molto suggestivo dedicato al latino pubblicitario uscito nell’ultimo fascicolo della rivista di Madrid “Pensar la publicidad”. Anche l’ampia tesi di dottorato rientra in questo ambito come mostra il titolo “Letterature antiche e moderne nella pubblicità” (marzo 2013).
Il libro si articola in due parti. La prima presenta una serie di agili ma documentati saggi su aspetti specifici. Il primo, intitolato “Dante da vendere”, schizza la parabola pubblicitaria di Dante e passa in rassegna i vari loghi che si sono succeduti negli anni. Gli altri tre saggi “Prima di Carosello”, “L’età di Carosello” e “Dopo Carosello” ruotano intorno al format pubblicitario che tutta l’Europa ci invidia, e che di recente la TV sta cercando di resuscitare. Nato nel 1954, il Carosello era organizzato in due parti ben distinte, delle quali la vera e proprio ‘réclame’ spuntava solo alla fine, lasciando la prima parte svilupparsi liberamente come un vero e proprio corto. Affidati a riconosciute personalità del mondo letterario, da D’Annunzio a Dario Fo, erano ‘spettacolini’ di nome e di fatto, interpretati da attori anche loro di grande prestigio e spesso impegnati in teatro, che si prestavano non senza ironia a queste ‘performance’ minori ma molto ben pagate.
La prima parte si conclude con un’appendice intitolata ‘Iconografie’ che spazia dai loghi Dante alle cartoline Baldassarre alle figurine Liebig alle tavole Olivetti alle pubblicità dantesche nel cinema di Fellini ai francobolli, ai sigari, agli abiti, alla pubblicità di Voltaren, Unicredit, Svitol e di tanti altri prodotti nobilitati nel corso degli anni col riferimento a Dante.
La seconda parte è intitolata ‘Spot’ e ne passa in rassegna oltre cinquanta, ordinati cronologicamente e corredati di comode rubriche informative dal titolo alla durata ai vari collaboratori e da una scelta di immagini che permettono di ricordare e rivedere mentalmente lo spot. Per ogni spot De Martino ha sbobinato e trascritto i testi pubblicitari, dei quali è ora possibile un’analisi puntuale e filologicamente fondata. Si va dai primi caroselli con Peppino De Filippo e con Ollio e Stanlio ai cartoni animati, fino ai recentissimi cicli della Tim. I prodotti ai quali il Sommo poeta ha prestato il suo nome sono notissimi: Perugina, Strega, Fabbri, Petrus, Segafredo, Findus, Lavazza, Fiat, Foxy, Bottegone della calzatura, Rai, Società Dante Alighieri, Tuc e Pugliacqua.
Il volume, che si avvale della presentazione di Ruggiero Stefanelli, Ordinario di Letteratura italiana nell’Università di Bari, è gustoso e scritto con chiarezza, ma è anche molto documentato e solido grazie ad un’ampia e specifica Bibliografia. Utilissimi e molto curati gli Indici. Il primo censisce i “Nomi notevoli” e la sua ampiezza e varietà danno un’idea della ricchezza del volume. Il secondo segnala i “Luoghi danteschi”, permettendo di riandare rapidamente ai più celebri versi del grande Poeta. Il più saccheggiato è ovviamente l’Inferno, specialmente il libro I, e soprattutto i suoi primissimi versi, ma anche il III e il V, il XXVI e il XXXIV, soprattutto i versi finali. Ben dieci sono tuttavia anche i canti utilizzati del Purgatorio e sei quelli del Paradiso, specialmente, l’ultimo, il XXXIII. Ci sono persino degli apocrifi: “El vino siembra poesía en los corazones” su un’etichetta dell’azienda vinicola cilena Casa del Bosque e “Quien sabe de dolor todo lo sabe” sulla confezione del Voltaren gel, spiegato talora come versione approssimata del famoso verso “amor ch’a nullo amato amar perdona” nel canto V dell’Inferno.
Il libro, incredibilmente colorato, è piacevole anche solo sfogliarlo, a partire dalla copertina che rielabora il famoso e serioso Dante del Botticelli con sottobraccio però una cartuccia per la pubblicità dell’Arcansas.
La bibliografia dantesca è davvero immensa e tocca i più vari aspetti, incluso il cinema e i fumetti. Uno dei pochissimi campi rimasti ancora inesplorati è quello della presenza del Sommo Poeta nella pubblicità. Il nuovo volume colma proprio questo vuoto. L’autore è un giovane e promettente studioso, ormai uno specialista perché ha già pubblicato un volume intitolato “Letterature antiche e moderne nella pubblicità di auto” (2011) ed altri vari saggi, fra i quali uno molto suggestivo dedicato al latino pubblicitario uscito nell’ultimo fascicolo della rivista di Madrid “Pensar la publicidad”. Anche l’ampia tesi di dottorato rientra in questo ambito come mostra il titolo “Letterature antiche e moderne nella pubblicità” (marzo 2013).
Il libro si articola in due parti. La prima presenta una serie di agili ma documentati saggi su aspetti specifici. Il primo, intitolato “Dante da vendere”, schizza la parabola pubblicitaria di Dante e passa in rassegna i vari loghi che si sono succeduti negli anni. Gli altri tre saggi “Prima di Carosello”, “L’età di Carosello” e “Dopo Carosello” ruotano intorno al format pubblicitario che tutta l’Europa ci invidia, e che di recente la TV sta cercando di resuscitare. Nato nel 1954, il Carosello era organizzato in due parti ben distinte, delle quali la vera e proprio ‘réclame’ spuntava solo alla fine, lasciando la prima parte svilupparsi liberamente come un vero e proprio corto. Affidati a riconosciute personalità del mondo letterario, da D’Annunzio a Dario Fo, erano ‘spettacolini’ di nome e di fatto, interpretati da attori anche loro di grande prestigio e spesso impegnati in teatro, che si prestavano non senza ironia a queste ‘performance’ minori ma molto ben pagate.
La prima parte si conclude con un’appendice intitolata ‘Iconografie’ che spazia dai loghi Dante alle cartoline Baldassarre alle figurine Liebig alle tavole Olivetti alle pubblicità dantesche nel cinema di Fellini ai francobolli, ai sigari, agli abiti, alla pubblicità di Voltaren, Unicredit, Svitol e di tanti altri prodotti nobilitati nel corso degli anni col riferimento a Dante.
La seconda parte è intitolata ‘Spot’ e ne passa in rassegna oltre cinquanta, ordinati cronologicamente e corredati di comode rubriche informative dal titolo alla durata ai vari collaboratori e da una scelta di immagini che permettono di ricordare e rivedere mentalmente lo spot. Per ogni spot De Martino ha sbobinato e trascritto i testi pubblicitari, dei quali è ora possibile un’analisi puntuale e filologicamente fondata. Si va dai primi caroselli con Peppino De Filippo e con Ollio e Stanlio ai cartoni animati, fino ai recentissimi cicli della Tim. I prodotti ai quali il Sommo poeta ha prestato il suo nome sono notissimi: Perugina, Strega, Fabbri, Petrus, Segafredo, Findus, Lavazza, Fiat, Foxy, Bottegone della calzatura, Rai, Società Dante Alighieri, Tuc e Pugliacqua.
Il volume, che si avvale della presentazione di Ruggiero Stefanelli, Ordinario di Letteratura italiana nell’Università di Bari, è gustoso e scritto con chiarezza, ma è anche molto documentato e solido grazie ad un’ampia e specifica Bibliografia. Utilissimi e molto curati gli Indici. Il primo censisce i “Nomi notevoli” e la sua ampiezza e varietà danno un’idea della ricchezza del volume. Il secondo segnala i “Luoghi danteschi”, permettendo di riandare rapidamente ai più celebri versi del grande Poeta. Il più saccheggiato è ovviamente l’Inferno, specialmente il libro I, e soprattutto i suoi primissimi versi, ma anche il III e il V, il XXVI e il XXXIV, soprattutto i versi finali. Ben dieci sono tuttavia anche i canti utilizzati del Purgatorio e sei quelli del Paradiso, specialmente, l’ultimo, il XXXIII. Ci sono persino degli apocrifi: “El vino siembra poesía en los corazones” su un’etichetta dell’azienda vinicola cilena Casa del Bosque e “Quien sabe de dolor todo lo sabe” sulla confezione del Voltaren gel, spiegato talora come versione approssimata del famoso verso “amor ch’a nullo amato amar perdona” nel canto V dell’Inferno.
Il libro, incredibilmente colorato, è piacevole anche solo sfogliarlo, a partire dalla copertina che rielabora il famoso e serioso Dante del Botticelli con sottobraccio però una cartuccia per la pubblicità dell’Arcansas.