Antonio Cabrini (intervista): «Anche i grandi club dovrebbero avere settori giovanili femminili»

di Nicola Ricchitelli - Lo abbiamo sentito alla vigilia delle due gare di qualificazione ai mondiali 2015 rispettivamente contro Estonia e Romania. L’ex 'Bell’Antonio' del calcio italiano – figlio di Bearzot, campione del mondo nel 1982 in Spagna – ci racconta la sua esperienza di commissario tecnico della nazionale femminile.

D: Mister, quale il livello e lo stato del movimento calcistico femminile qui in Italia?
R: «Il calcio femminile italiano e' sicuramente in fase di espansione ma c'è' ancora molto da fare per raggiungere il livello delle altre squadre europee. Per accrescere e diffondere la cultura in Italia occorrono investimenti mirati che aiutino a dare più' visibilità a questo sport».

D: Quali le motivazioni nell’accettare il ruolo di commissario tecnico della nazionale femminile?
R: «La FIGC mi ha proposto di seguire la Nazionale Femminile in quanto si era creata un'opportunità in quel settore. Ho accettato molto volentieri la sfida».

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D: Cosa si aspetta da queste prime due gare di qualificazione contro Estonia e Romania? 
R: «Mi aspetto molto da questa squadra che dopo l'Europeo è migliorata ancora. Puntiamo senz'altro ad essere i primi del girone per la qualificazione al Mondiale».

D: A suo modo di vedere, quali le azioni da intraprendere affinché lo stesso abbia eguale appeal del calcio maschile?
R: «Dovremmo richiamare l'attenzione dei grandi club. Avere dei settori giovanili femminili in tutte le società di serie A sarebbe il primo passo da fare.

D: Mister, la sua nazionale proviene dall’eliminazione ai quarti di finale all’ultima edizione degli europei. Come giudica il cammino fatto dalle sue ragazze?
R: «Le ragazze hanno fatto un buon Europeo, sono soprattutto soddisfatto che il gruppo abbia capito di essere allo stesso livello di altre nazioni che fanno dei numeri sicuramente superiori all'Italia.  L'esperienza in Svezia le ha rese consapevoli di poter scendere in campo e giocarsi la partita contro tutti».

D: Manchiamo al mondiale di categoria dal 2003: quali le prospettive per il mondiale 2015?   
R: «Ce la siamo giocata agli europei e ce la giocheremo anche al mondiale».

D: Mister, tra il 2007 e il 2008 lei ha allenato la nazionale maschile siriana. Un pensiero per questa terra in questo momento particolare… 
R: «La situazione di quel paese e' sicuramente drammatica. Nel momento in cui vieni a conoscenza di ciò che ti circonda, e' difficile accettare la propria realtà. In Siria si è' verificato quello che era già successo in altri Paesi».

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