LECCE - Il vice presidente vicario del gruppo Pdl alla Regione Puglia Erio Congedo interviene sul caso sollevato dalle dichiarazioni dell’imprenditore Guido Barilla che hadichiarato di preferire l’iconografia della famiglia tradizionale nelle iniziative pubblicitari.
“Tempi duri - chiarisce - per chi mette i valori tradizionali al centro della propria esistenza, senza legittimare alcuna discriminazione verso orientamenti sessuali o formenuove di convivenza. Accade anche che un imprenditore come Guido Barilla venga messo al bando, linciato mediaticamente e addirittura boicottato commercialmente per aver dettodi preferire per i suoi spot il modello della famiglia tradizionale con padre, madre e figli.
In pratica, un capolavoro di discriminazione al contrario, questa sì, vera e violenta.Si tratta, infatti, di atteggiamenti dovuti a un furore ideologico che, pur di imporre modelli la cui condivisione unanime è tutta da verificare, arriva fino al tentativo di reprimere la libertà d’espressione e di condizionare le scelte d’impresa.
Mi chiedo poi dove e quali siano in Italia gli spot gay-friendly. Tutti coloro chedichiarano di volere boicottare Barilla hanno la coerenza di fare altrettanto con i marchi di automobili, yogurt, profumi, orologi, compagnie telefoniche, gelati, panettoni, elettrodomestici, scarpe, divani, ecc. che hanno sempre fatto pubblicità senza richiami a famiglie “non tradizionali”?
Tra il ricatto del politicamente corretto e un buon piatto di pasta, - conclude Erio Congedo - meglio scegliere il secondo”.
“Tempi duri - chiarisce - per chi mette i valori tradizionali al centro della propria esistenza, senza legittimare alcuna discriminazione verso orientamenti sessuali o formenuove di convivenza. Accade anche che un imprenditore come Guido Barilla venga messo al bando, linciato mediaticamente e addirittura boicottato commercialmente per aver dettodi preferire per i suoi spot il modello della famiglia tradizionale con padre, madre e figli.
In pratica, un capolavoro di discriminazione al contrario, questa sì, vera e violenta.Si tratta, infatti, di atteggiamenti dovuti a un furore ideologico che, pur di imporre modelli la cui condivisione unanime è tutta da verificare, arriva fino al tentativo di reprimere la libertà d’espressione e di condizionare le scelte d’impresa.
Mi chiedo poi dove e quali siano in Italia gli spot gay-friendly. Tutti coloro chedichiarano di volere boicottare Barilla hanno la coerenza di fare altrettanto con i marchi di automobili, yogurt, profumi, orologi, compagnie telefoniche, gelati, panettoni, elettrodomestici, scarpe, divani, ecc. che hanno sempre fatto pubblicità senza richiami a famiglie “non tradizionali”?
Tra il ricatto del politicamente corretto e un buon piatto di pasta, - conclude Erio Congedo - meglio scegliere il secondo”.
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