di Sergio Castellari (Focal Point IPCC per l'Italia) - Nuove evidenze scientifiche rafforzano e confermano i dati sui cambiamenti climatici frutto di una vasta serie di osservazioni e modelli di nuova generazione. Con estrema probabilità, sostiene la comunità scientifica internazionale, la causa dominante del riscaldamento osservato fin dalla metà del XX secolo è costituita da attività umane. I 195 paesi membri dell’IPCC hanno concluso e pubblicato il testo del primo volume del Quinto rapporto sulle basi fisiche dei cambiamenti climatici.
Il Quinto rapporto di valutazione dei cambiamenti climatici dell’Ipcc inizia oggi la sua pubblicazione ufficiale da Stoccolma, dove tutti i membri del Pannello Intergovernativo si sono riuniti ed hanno reso pubblico il testo del Riassunto per i Decisori Politici del Working Group 1, dedicato ai fondamenti scientifici fisiche dei cambiamenti climatici (seguiranno poi il WG2 sugli impatti e l’adattamento, e il WG3 sulle politiche di mitigazione). Lunedi prossimo l’intero volume del Working Group I sarà pubblicato on-line in forma ancora non definitiva, poi in forma finale in gennaio.
Il rapporto, che fotografa lo stato dell’arte della conoscenza scientifica sui cambiamenti climatici e dà vita a una rassegna completa ed esauriente sui principi fisici alla base delle variazioni del clima, conferma i risultati presentati nel precedente rapporto (AR4) dell’IPCC e ne rafforza la validità con nuove evidenze scientifiche, prodotte da una più vasta serie di osservazioni e di modelli climatici di nuova generazione, nonché da una miglior comprensione dei processi climatici e dei feedback.
Tra i contenuti del Rapporto si legge che, secondo la comunità scientifica internazionale impegnata nella ricerca climatica, è “estremamente probabile” (probabilità al 95-100%) che l’attività antropogenica (emissioni di gas-serra, aerosol e cambi di uso del suolo) sia la causa dominante del riscaldamento osservato fin dalla metà del XX secolo.
I dati analizzati dalla comunità scientifica internazionale, inoltre, confermano che i cambiamenti climatici sono in atto e continueranno per decenni e secoli. Da queste informazioni emerge la necessità di urgenti e significative azioni da parte dei Governi per ridurre le emissioni di gas serra al fine di limitare i futuri impatti dei cambiamenti climatici che, in assenza di tali misure, diventeranno più severi.
Le proiezioni climatiche, infatti, mostrano che entro la fine di questo secolo la temperatura globale superficiale del nostro pianeta probabilmente raggiungerà 1.5 gradi C oltre il livello de periodo 1850 - 1900 . Senza serie iniziative mirate alla mitigazione e alla riduzione delle emissioni globali di gas serra, l’incremento della temperatura media globale rispetto al livello preindustriale potrebbe superare i 2 gradi C e arrivare anche oltre i 5 gradi C.
Il Quinto rapporto di valutazione dei cambiamenti climatici dell’Ipcc inizia oggi la sua pubblicazione ufficiale da Stoccolma, dove tutti i membri del Pannello Intergovernativo si sono riuniti ed hanno reso pubblico il testo del Riassunto per i Decisori Politici del Working Group 1, dedicato ai fondamenti scientifici fisiche dei cambiamenti climatici (seguiranno poi il WG2 sugli impatti e l’adattamento, e il WG3 sulle politiche di mitigazione). Lunedi prossimo l’intero volume del Working Group I sarà pubblicato on-line in forma ancora non definitiva, poi in forma finale in gennaio.
Il rapporto, che fotografa lo stato dell’arte della conoscenza scientifica sui cambiamenti climatici e dà vita a una rassegna completa ed esauriente sui principi fisici alla base delle variazioni del clima, conferma i risultati presentati nel precedente rapporto (AR4) dell’IPCC e ne rafforza la validità con nuove evidenze scientifiche, prodotte da una più vasta serie di osservazioni e di modelli climatici di nuova generazione, nonché da una miglior comprensione dei processi climatici e dei feedback.
Tra i contenuti del Rapporto si legge che, secondo la comunità scientifica internazionale impegnata nella ricerca climatica, è “estremamente probabile” (probabilità al 95-100%) che l’attività antropogenica (emissioni di gas-serra, aerosol e cambi di uso del suolo) sia la causa dominante del riscaldamento osservato fin dalla metà del XX secolo.
I dati analizzati dalla comunità scientifica internazionale, inoltre, confermano che i cambiamenti climatici sono in atto e continueranno per decenni e secoli. Da queste informazioni emerge la necessità di urgenti e significative azioni da parte dei Governi per ridurre le emissioni di gas serra al fine di limitare i futuri impatti dei cambiamenti climatici che, in assenza di tali misure, diventeranno più severi.
Le proiezioni climatiche, infatti, mostrano che entro la fine di questo secolo la temperatura globale superficiale del nostro pianeta probabilmente raggiungerà 1.5 gradi C oltre il livello de periodo 1850 - 1900 . Senza serie iniziative mirate alla mitigazione e alla riduzione delle emissioni globali di gas serra, l’incremento della temperatura media globale rispetto al livello preindustriale potrebbe superare i 2 gradi C e arrivare anche oltre i 5 gradi C.
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