Capitale Europea della Cultura 2019, Lecce ci crede

LECCE - E’ stato presentato questa mattina nei locali del Must (Museo Storico di Lecce) il Bid Book, il dossier di candidatura della città di Lecce a Capitale Europea della Cultura 2019.

Settantotto pagine, formate da otto sezioni e due appendici, nelle quali si esplicitano le ragioni e gli obiettivi della candidatura e si evidenziano i punti di forza del capoluogo salentino - a partire proprio dalla storia, dalla cultura e dalle tradizioni del territorio - e si raccontano le strategie e gli asset della Lecce che verrà.

Orgoglio e soddisfazione per il lavoro svolto da parte del sindaco di Lecce, Paolo Perrone: “Questa è una città bellissima per ciò che è stato ma anche per ciò che è, sul piano dell’effervescenza, dell’estro e della creatività, ma anche una città riconoscibile per ciò che sarà. In un momento in cui non si parla altro che di crisi, in un’epoca in cui la gente è paralizzata da mille problemi e mille paure, noi vogliamo sconfiggere la paralisi creando storie positive per contrastare il malessere e la disillusione che avanzano. Questa è la nostra sfida odierna: creare simboli per il cambiamento, saltare per creare energia. Perché se salti l’energia non ristagna: si rigenera, si muove e si propaga. Per fare questo dobbiamo creare un senso di identità e individuare gli obiettivi che vogliamo raggiungere insieme. E questa è la fase su cui stiamo lavorando, perché il 2019 è ancora lontano. Su questo si basa il Bid Book che abbiamo affidato stamattina a chi dovrà decidere della nostra richiesta: sul  nostro senso di identità, sulla nostra realtà economica, sul nostro paesaggio, su tutto ciò che è contenuto nel nostro territorio, rivisitato alla luce della visione di una possibile società e di una cultura possibile in cui ci sia spazio, benessere e prosperità per tutti”.

“E’ un progetto europeo - aggiunge il sindaco Paolo Perrone - che ha bisogno di una dimensione adeguata e di una ridefinizione della nostra relazione con il resto dell’Europa. Per questo abbiamo deciso non solo di reinventare noi stessi, ma anche Eutòpia: il luogo ideale, la città ideale in cui vivere, la città ideale per l’Europa. Un luogo che non raggiungi mai, perché è appunto utopia, ma per cui devi comunque lavorare, che devi comunque perseguire, che implica l’utilizzo di energie continue”.
Non a caso Eutòpia è un processo, un percorso per il quale sono state individuate  otto differenti utopie, otto tappe di trasformazione virtuosa della città:
- DEMOCRATòPIA, Lecce modello di partecipazione democratica che inerisce il modo in cui si prenderanno le decisioni del futuro, perché partecipare non è solo andare a votare, ma anche possibilità di partecipare alle decisioni collettive;
- POLISTòPIA, Lecce modello di inclusione e accessibilità sociale che elimina le sacche di emarginazione sociale, qualunque ne siano i motivi, garantendo a tutti i cittadini il diritto alla condivisione di tutto ciò che riguarda la città
- EDUTòPIA, Lecce luogo di rivoluzione dell’educazione e dell’istruzione, da rivedere ai sensi di un approccio olistico, sistematico e globale, comprensivo di tutto ciò che inerisce il nostro status di cittadini:, gli spazi in cui cresciamo e via dicendo;
- TALENTòPIA: Lecce luogo in cui ognuno, avendo  un suo talento particolare, ha il diritto di poterlo sviluppare e il dovere anche di metterlo a disposizione degli altri, perché la conoscenza non ha senso se non è condivisa
- PROFITTòPIA: Lecce luogo in cui tutti hanno diritto al profitto, non nel senso in cui ne parlava Marx ma in senso più ampio, come giusto riconoscimento al contributo quotidiano per la vita della società, salvaguardando però i diritti della comunità e dell’habitat. E Lecce Capitale della Cultura vuole essere proprio questo: un luogo in cui chiunque sia interessato possa investire, ma nel rispetto del bene comune e dell’ambiente.
- ECOTòPIA: Lecce capitale come modello per la sostenibilità, l’ambiente, l’umanizzazione della medicina e della sanità
- ESPERENTòPIA: Lecce meta dei diversi turismi in quanto capace, per la sua eredità culturale che va ben oltre il barocco – e che è fatta di buon cibo e di arte, di musica e di cultura - di attrarre diversi tipi di flussi turistici
- ARTòPIA: Lecce luogo in cui la partecipazione creativa è disseminata in tutti i contesti, a partire da quello scolastico e professionale, dove chi vuole lavorare può farlo agevolmente perché il suo contributo è ben accetto.
“Questo percorso – ha spiegato Airan Berg, coordinatore artistico di Lecce2019 - è solo all’inizio. Abbiamo realizzato un dossier complesso, formato da 78 pagine, nelle quali trovano spazio le voci di almeno un migliaio di leccesi che hanno voluto esprimere la loro opinione sulla Lecce che verrà”.
“E’ stato realizzato un lavoro eccezionale – conferma il presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone - rispetto al quale il Salento viene ridisegnato. La foto con la statua di Sant’Oronzo che salta è emblematica del ruolo che la città e la comunità vogliono interpretare. Speriamo che il Patrono ci aiuti a vincere questa importante sfida”.
“E ad ogni buon conto – aggiunge il sindaco Paolo Perrone – questo straordinario lavoro non andrà sprecato. Abbiamo messo fieno in cascina, a partire da una significativa esperienza di comunità che è riuscita ad identificarsi attraverso un’idea condivisa. E’ un patrimonio che stiamo costruendo. Ecco perché - comunque vada - questa comunità ha già vinto la sua sfida”.
“L’intesa con Lecce – ha sottolineato Maurizio Marinazzo, dirigente del settore Beni Culturali del Comune di Brindisi - rappresenta il primo modello efficace per ragionare al di fuori delle barriere municipalistiche. Brindisi non è un’aggiunta ma una ricchezza che si fonda con il territorio leccese”.