FOGGIA - “Con riferimento alla diffusione della produzione di odori nauseabondi che da anni investono le comunità di Foggia, Troia e Lucera, si precisa che al Servizio Rischio industriale – Ufficio Inquinamento, in data 19 settembre scorso, è stato trasmesso un verbale inerente il sopralluogo espletato in data 8 agosto da funzionari dell’Arpa –Direzione scientifica Dap Foggia, e Asl/Fg accompagnati dai Carabinieri della stazione di Lucera presso l’impianto di compostaggio Bio Ecoagrim sito in Lucera – località Borgo San Giusto.
A tal riguardo si precisa che la ditta ha ottenuto le relative autorizzazioni dalla Provincia di Foggia con determinazioni del Settore Ambiente n. 404/2008 e 1228 del 28 maggio 2013 e che per tale impianto il suddetto Servizio non ha rilasciato alcun provvedimento autorizzativo e che non è in corso nessun procedimento amministrativo.
Tale sopralluogo ha interessato sia le varie fasi del ciclo produttivo, al fine di acquisirne gli elementi conoscitivi dello stato di funzionamento delle rispettive sezioni del processo, sia lo stato dei luoghi all’interno del perimetro dell’insediamento.
Le prime conclusioni tratte dai predetti funzionari evidenziano che il processo produttivo dello stabilimento presenta elementi di criticità che permettono di identificare il sito come una sorgente di emissioni odorigene, peraltro percepite anche dagli stessi funzionari durante il sopralluogo.
In particolare, sono state rilevate, per ognuna delle fasi del processo di compostaggio, esposizioni di notevoli masse di materiale a prevalente composizione organica che probabilmente può comportare lo sviluppo incontrollato di fenomeni fermentativi.
I verbalizzanti, a conclusione del sopralluogo, hanno richiesto, con ogni possibile sollecitudine, una serie di informazioni e documenti relativi alle registrazioni degli ultimi 30 giorni inerenti i parametri di processo delle biocelle, dei biofiltri, degli scrubber, nonché i bilanci - quali quantitativi dei flussi in entrata e in uscita dall’insediamento.
In attesa delle successive valutazioni, che saranno effettuate dall’Asl e dall’Arpa, che ritengono possano essere completate nei primi giorni di Ottobre, si rassicura circa l’attenzione che sarà posta dagli uffici regionali competenti riguardo la problematica sollevata.
Si conferma, inoltre, dell’interessamento da parte della Procura della Repubblica di Bari nonché del NOE di Bari da parte della stessa Arpa Puglia”.
E’ la risposta, articolata e puntuale, dell’Assessore alla Qualità dell’Ambiente, Lorenzo Nicastro all’interrogazione presentata il 12 settembre scorso dal presidente della settima Commissione Affari Istituzionali Giannicola De Leonardis, preoccupato dalla produzione di odori nauseabondi, in particolare nelle ore serali e notturne tra Foggia, Troia e Lucera. “Un fenomeno che si ripete ormai da tempo e che non è più possibile tollerare” aveva sottolineato De Leonardis, “anche perché la mancata conoscenza dell’origine alimenta dubbi e paure sulle possibili conseguenze per la salute dei cittadini”. Da qui l’interrogazione - presentata anche all’Assessore alla Salute Elena Gentile - per conoscere “i risultati delle indagini effettuate dai tecnici incaricati, e se hanno permesso di risalire alle cause del fenomeno”, e per sapere “quali ulteriori azioni intendono promuovere per tutelare la salute dei cittadini e il decoro delle comunità interessate, e se è stata informata e sollecitata intorno alla questione anche la magistratura inquirente”.
A tal riguardo si precisa che la ditta ha ottenuto le relative autorizzazioni dalla Provincia di Foggia con determinazioni del Settore Ambiente n. 404/2008 e 1228 del 28 maggio 2013 e che per tale impianto il suddetto Servizio non ha rilasciato alcun provvedimento autorizzativo e che non è in corso nessun procedimento amministrativo.
Tale sopralluogo ha interessato sia le varie fasi del ciclo produttivo, al fine di acquisirne gli elementi conoscitivi dello stato di funzionamento delle rispettive sezioni del processo, sia lo stato dei luoghi all’interno del perimetro dell’insediamento.
Le prime conclusioni tratte dai predetti funzionari evidenziano che il processo produttivo dello stabilimento presenta elementi di criticità che permettono di identificare il sito come una sorgente di emissioni odorigene, peraltro percepite anche dagli stessi funzionari durante il sopralluogo.
In particolare, sono state rilevate, per ognuna delle fasi del processo di compostaggio, esposizioni di notevoli masse di materiale a prevalente composizione organica che probabilmente può comportare lo sviluppo incontrollato di fenomeni fermentativi.
I verbalizzanti, a conclusione del sopralluogo, hanno richiesto, con ogni possibile sollecitudine, una serie di informazioni e documenti relativi alle registrazioni degli ultimi 30 giorni inerenti i parametri di processo delle biocelle, dei biofiltri, degli scrubber, nonché i bilanci - quali quantitativi dei flussi in entrata e in uscita dall’insediamento.
In attesa delle successive valutazioni, che saranno effettuate dall’Asl e dall’Arpa, che ritengono possano essere completate nei primi giorni di Ottobre, si rassicura circa l’attenzione che sarà posta dagli uffici regionali competenti riguardo la problematica sollevata.
Si conferma, inoltre, dell’interessamento da parte della Procura della Repubblica di Bari nonché del NOE di Bari da parte della stessa Arpa Puglia”.
E’ la risposta, articolata e puntuale, dell’Assessore alla Qualità dell’Ambiente, Lorenzo Nicastro all’interrogazione presentata il 12 settembre scorso dal presidente della settima Commissione Affari Istituzionali Giannicola De Leonardis, preoccupato dalla produzione di odori nauseabondi, in particolare nelle ore serali e notturne tra Foggia, Troia e Lucera. “Un fenomeno che si ripete ormai da tempo e che non è più possibile tollerare” aveva sottolineato De Leonardis, “anche perché la mancata conoscenza dell’origine alimenta dubbi e paure sulle possibili conseguenze per la salute dei cittadini”. Da qui l’interrogazione - presentata anche all’Assessore alla Salute Elena Gentile - per conoscere “i risultati delle indagini effettuate dai tecnici incaricati, e se hanno permesso di risalire alle cause del fenomeno”, e per sapere “quali ulteriori azioni intendono promuovere per tutelare la salute dei cittadini e il decoro delle comunità interessate, e se è stata informata e sollecitata intorno alla questione anche la magistratura inquirente”.