di Nicola Zuccaro - Breve, coinciso e compendioso. Sono i tratti caratteristici dell'intervento di Giovanni Malagò a Bari durante il Convegno "Sport e Città attive" organizzato dal Coni Puglia nell'ambito
della 77esima Edizione della Fiera del Levante.
Il Presidente nazionale del Coni non ha potuto esulare dall'attuale momento recessivo che l'Italia attraversa e del quale anche il movimento sportivo italiano ne paga le conseguenze. Da imprenditore prestato al Governo olimpico, nella sua prima presenza pugliese in assoluto, Malagò si attiene ai dati e rileva che in quel 6% in discesa del Pil (prodotto interno lordo) c'è quella forbice che compresa fra il 2 e il 3% riguarda lo sport italiano; quest'ultimo in evidente stato di sofferenza. Malagò va oltre e in "quel sarei un utopista e un pazzo se dicessi che i problemi dell'Ilva si possono risolvere con lo Sport. Chi sostiene questo è un pazzo".
E per rendere più chiara questa sua esternazione si affida ancora una volta ai numeri sostenendo che non si possono riservare 9 miliardi e mezzo allo sport e 7 miliardi alla sanità. Una sottolineatura che, accompagnata dagli applausi dell'uditorio, segna una discontinuità col passato ovvero quando il Coni bussava al Consiglio dei Ministri per approvvigionarsi delle vitali risorse economiche.
E, proprio in merito ai rapporti con l'attuale Esecutivo, Malagò apprezza l'inserimento degli interventi nel "Decreto del Fare 2" a favore degli stadi e dell'impiantistica in attesa di una legge che ne regoli i criteri gestionali.
Per Malagò questo intervento legislativo si rivelerà una goccia perchè il funzionamento degli impianti sportivi nei Comuni italiani deve essere garantito da amministratori illuminati.
Il Presidente nazionale del Coni non ha potuto esulare dall'attuale momento recessivo che l'Italia attraversa e del quale anche il movimento sportivo italiano ne paga le conseguenze. Da imprenditore prestato al Governo olimpico, nella sua prima presenza pugliese in assoluto, Malagò si attiene ai dati e rileva che in quel 6% in discesa del Pil (prodotto interno lordo) c'è quella forbice che compresa fra il 2 e il 3% riguarda lo sport italiano; quest'ultimo in evidente stato di sofferenza. Malagò va oltre e in "quel sarei un utopista e un pazzo se dicessi che i problemi dell'Ilva si possono risolvere con lo Sport. Chi sostiene questo è un pazzo".
E per rendere più chiara questa sua esternazione si affida ancora una volta ai numeri sostenendo che non si possono riservare 9 miliardi e mezzo allo sport e 7 miliardi alla sanità. Una sottolineatura che, accompagnata dagli applausi dell'uditorio, segna una discontinuità col passato ovvero quando il Coni bussava al Consiglio dei Ministri per approvvigionarsi delle vitali risorse economiche.
E, proprio in merito ai rapporti con l'attuale Esecutivo, Malagò apprezza l'inserimento degli interventi nel "Decreto del Fare 2" a favore degli stadi e dell'impiantistica in attesa di una legge che ne regoli i criteri gestionali.
Per Malagò questo intervento legislativo si rivelerà una goccia perchè il funzionamento degli impianti sportivi nei Comuni italiani deve essere garantito da amministratori illuminati.
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