Cristella: "Il confronto di idee nel Pdl jonico"
BARI - "Avverto la necessità di spendere in serena coscienza, alcune pacate riflessioni sull’attuale situazione all’interno del PDL jonico e sul modo con cui viene attualmente gestita l’attività di coordinamento della provincia tarantina.
Mi rivolgo in particolare agli esponenti del PDL pugliese che hanno dato prova in passato di atteggiamenti liberalisti riconoscendosi nei valori assoluti e fondanti del confronto democratico piuttosto che coltivare sentimenti di ottuso conservatorismo politico.
Partendo da un’analisi oggettiva della situazione politica che oggi nel paese si è venuta a creare, devo ammettere che sento forte la preoccupazione per l’irreversibile processo disgregativo che ha colpito i partiti politici. Il movimento 5S “docet”.
Molto spesso mi capita di ascoltare cittadini pugliesi con sensibilità politiche differenti i quali oltre a raccontarmi delle loro difficoltà economiche e dei conseguenti disagi esistenziali che devono affrontare quotidianamente mi fanno intendere altresì, che sono stufi di quella politica che si nutre quasi esclusivamente di una retorica superata, inutile e dannosa. E’ necessario dunque ripartire dal basso perché buona parte dell’elettorato oramai non va più a votare e la fiducia nei partiti politici è davvero ai minimi storici. E’ prioritario dunque riformare il concetto di politica ed è divenuto ineludibile cambiare il modo stesso di fare politica.
Evitare l’assidua frequentazione dei cosiddetti “salotti buoni e raffinati della politica” o di alcuni ”circoli pseudo- culturali” dove si discute del ”nulla” anziché offrire soluzioni ai problemi della collettività , potrebbe costituire il giusto viatico per iniziare a mutare il modo di fare politica.
Per rimanere in tema, devo ammettere che non mi appassiona sapere se il partito di cui faccio parte si richiamerà “Forza Italia” o manterrà l’attuale denominazione; penso piuttosto che le riunioni di partito a livello di coordinamento provinciale o regionale non debbano servire esclusivamente adecidere una linea di partito anziché un’altra o assumere iniziative legate al particolare momento politico locale, regionale o nazionale che si vive.
Credo che dette assemblee debbano essere anche occasione per captare gli umori, le ansie e le aspettative dei cittadini del nostro territorio che chiedono risposte confortanti ai loro gravi problemi.
A tal proposito ritengo che il coordinamento provinciale del PDL jonico dovrebbe procedere ad un “cambio di mentalità ” poiché sarebbe sconfortante il solo immaginare che le convocazioni del detto coordinamento, potrebbero essere suggerite dall’alto e dettate unicamente dalla “necessità del momento”.
E’ essenziale invece programmare una serie di incontri, specie in questo particolare periodo politico che stiamo vivendo, per meglio conoscere il punto di vista di ciascuno di noi in ordine ai tanti problemi che affliggono Taranto e la sua provincia e alle relative iniziative da intraprendere, percercare assieme soluzioni possibili ed adeguate.
Sarebbe disdicevole se il detto coordinamento provinciale jonico si rannicchiasse su se stesso ed assumesse funzioni notarili al mero scopo di vidimare decisioni già assunte a monte, dagli organismi centrali o regionali del partito.
Credo che solo in un’ottica di nuovi fermenti politici legati ad una maggiore partecipazione della nostra base elettorale, potremo seriamente giocarci le importanti partite politiche che ci attendono, rappresentate dalle elezioni amministrative, regionali ed europee.
Ed è proprio in un contesto di maggiore partecipazione popolare che auspico un ritorno al sistema elettorale delle preferenze alle prossime politiche.
Occorre superare il famigerato “Porcellum” perché i cittadini hanno voglia di tornare ad eleggere i propri rappresentanti anziché essere costretti a ratificare con una croce scelte integralmente calate dall’alto; una pratica questa che esprime con drammaticità l’autoreferenzialità e dunque la debolezza dell’attuale classe dirigente del PDL.
A mio avviso il sistema delle preferenze rappresenta lo spauracchio di una classe dirigente cheper convenienze politiche preferisce avvalersi ancora del “Porcellum” proprio allo scopo di evitare dolorose cadute di consenso popolare o accidenti di “trombature” traumatiche. In questo modo ha disimparato però a raccogliere il consenso sul campo e ad accettare i rischi di una competizione elettorale senza reti di protezione.
Non è possibile continuare dunque a premiare con elezioni certe e senza fatica personaggi politici del PDL ritenuti più “utili” che meritevoli alla causa del partito, ancor più nella considerazione che gli attuali “nominati” al Parlamento italiano cresciuti in un epoca di leaderismo, hanno dovuto pagare pegno di assoluta devozione e di sviscerata fedeltà , così privandosi di una sia pur minima, dignitosa autonomia decisionale. Del resto è risaputo che dalla contesa per le preferenze tornerebbero a contare la capacità di dialogo del candidato, la forza della sua proposta, la credibilità del suo nome.
Con il sistema delle preferenze invece i cosiddetti “peones” dovrebbero lavorare faccia a terra sul territorio anziché limitarsi a frequentare assiduamente le stanze della segreteria nazionale per garantirsi la benevolenza del leader di turno.
Gli alti dirigenti del mio partito, in occasione delle ultime politiche, avrebbero dovutoverificare piuttosto se i collocati nelle liste bloccate godessero per davvero di quel genuino consenso popolare, tale da giustificare poi i loro attuali importanti incarichi istituzionali.
Mi preme altresì sottolineare che il ruolo dei leaders del PDL pugliese sarà importante e lo sarà ancora di più se gli stessi impareranno a conoscere meglio la lingua che i cittadini parlano ogni giorno; se avranno più tempo per ascoltarli e coinvolgerli nell’agone politico, così da non considerarli spettatori passivi, bensì presenza attiva ed insostituibile nella vita politica di ogni giorno.
Se invece essi si piegheranno alla filosofia delle strategie politiche territoriali decise a tavolino e al chiuso di una stanza di partito, rischieranno perdita di credibilità e quindi di consenso.
Il partito che vorrei non è costituito soltanto da Berlusconi, da Fitto o da Chiarelli, ma èanche quello rappresentato dai sindaci, dagli assessori e dai consiglieri comunali che guidano coalizioni di centro destra nella provincia tarantina; un loro maggiore coinvolgimento nelle dinamiche assembleari del partito ci permetterebbe di approfondire le varie e vaste tematiche socio-economiche territoriali che detti politici affrontano quotidianamente.
In tale prospettiva, credo che l’attuale coordinamento PDL della provincia jonica debba riprendere la strada maestra che al momento sembra aver smarrito, poichè le convocazioni ad “horas” e per pochi “addetti ai lavori”, non vanno più bene.
Nella gente c’è voglia di cambiamento e tocca a noi leggere e possibilmente soddisfare le aspettative sociali ed economiche che legittimamente avanza, mettendo in cantiere occasioni di dibattito in cui si riprenda l’abitudine all’ascolto, alla discussione e all’azione fattiva, quella che preveda quando è necessario, anche la protesta di piazza portata avanti attraverso l’esclusivo strumento della lotta democratica e con il coinvolgimento e la partecipazione personale ma spero non occasionale, dei massimi esponenti del PDL di area jonica.
Anche i temi da me indicati ritengo che possano rappresentare un contributo serio adun’elaborazione programmatica capace di produrre iniziative per il bene della nostra collettività .
Le eventuali differenze di accenti e di valutazione che i rappresentanti del mio partito dovessero trarne leggendo queste mie considerazioni formulate in assoluta buona fede, non possono e non devono costituire un ostacolo all’inizio di un confronto più costruttivo e più aperto ad ogni utile soluzione nell’interesse primario di centinaia di migliaia di pugliesi.
Ed è per questo che chiedo la convocazione urgente del Coordinamento provinciale del PDL Taranto per discutere assieme all’on.le Raffaele Fitto, all’on.le Gianfranco Chiarelli, ai consiglieri regionali e provinciali, ai sindaci, agli assessori e ai consiglieri comunali tutti appartenenti al PDL di area jonica, delle future linee politico-programmatiche alla luce delle considerazioni da me esposte.
A riferirlo in una nota il consigliere regionale Giuseppe Cristella (Pdl).
Mi rivolgo in particolare agli esponenti del PDL pugliese che hanno dato prova in passato di atteggiamenti liberalisti riconoscendosi nei valori assoluti e fondanti del confronto democratico piuttosto che coltivare sentimenti di ottuso conservatorismo politico.
Partendo da un’analisi oggettiva della situazione politica che oggi nel paese si è venuta a creare, devo ammettere che sento forte la preoccupazione per l’irreversibile processo disgregativo che ha colpito i partiti politici. Il movimento 5S “docet”.
Molto spesso mi capita di ascoltare cittadini pugliesi con sensibilità politiche differenti i quali oltre a raccontarmi delle loro difficoltà economiche e dei conseguenti disagi esistenziali che devono affrontare quotidianamente mi fanno intendere altresì, che sono stufi di quella politica che si nutre quasi esclusivamente di una retorica superata, inutile e dannosa. E’ necessario dunque ripartire dal basso perché buona parte dell’elettorato oramai non va più a votare e la fiducia nei partiti politici è davvero ai minimi storici. E’ prioritario dunque riformare il concetto di politica ed è divenuto ineludibile cambiare il modo stesso di fare politica.
Evitare l’assidua frequentazione dei cosiddetti “salotti buoni e raffinati della politica” o di alcuni ”circoli pseudo- culturali” dove si discute del ”nulla” anziché offrire soluzioni ai problemi della collettività , potrebbe costituire il giusto viatico per iniziare a mutare il modo di fare politica.
Per rimanere in tema, devo ammettere che non mi appassiona sapere se il partito di cui faccio parte si richiamerà “Forza Italia” o manterrà l’attuale denominazione; penso piuttosto che le riunioni di partito a livello di coordinamento provinciale o regionale non debbano servire esclusivamente adecidere una linea di partito anziché un’altra o assumere iniziative legate al particolare momento politico locale, regionale o nazionale che si vive.
Credo che dette assemblee debbano essere anche occasione per captare gli umori, le ansie e le aspettative dei cittadini del nostro territorio che chiedono risposte confortanti ai loro gravi problemi.
A tal proposito ritengo che il coordinamento provinciale del PDL jonico dovrebbe procedere ad un “cambio di mentalità ” poiché sarebbe sconfortante il solo immaginare che le convocazioni del detto coordinamento, potrebbero essere suggerite dall’alto e dettate unicamente dalla “necessità del momento”.
E’ essenziale invece programmare una serie di incontri, specie in questo particolare periodo politico che stiamo vivendo, per meglio conoscere il punto di vista di ciascuno di noi in ordine ai tanti problemi che affliggono Taranto e la sua provincia e alle relative iniziative da intraprendere, percercare assieme soluzioni possibili ed adeguate.
Sarebbe disdicevole se il detto coordinamento provinciale jonico si rannicchiasse su se stesso ed assumesse funzioni notarili al mero scopo di vidimare decisioni già assunte a monte, dagli organismi centrali o regionali del partito.
Credo che solo in un’ottica di nuovi fermenti politici legati ad una maggiore partecipazione della nostra base elettorale, potremo seriamente giocarci le importanti partite politiche che ci attendono, rappresentate dalle elezioni amministrative, regionali ed europee.
Ed è proprio in un contesto di maggiore partecipazione popolare che auspico un ritorno al sistema elettorale delle preferenze alle prossime politiche.
Occorre superare il famigerato “Porcellum” perché i cittadini hanno voglia di tornare ad eleggere i propri rappresentanti anziché essere costretti a ratificare con una croce scelte integralmente calate dall’alto; una pratica questa che esprime con drammaticità l’autoreferenzialità e dunque la debolezza dell’attuale classe dirigente del PDL.
A mio avviso il sistema delle preferenze rappresenta lo spauracchio di una classe dirigente cheper convenienze politiche preferisce avvalersi ancora del “Porcellum” proprio allo scopo di evitare dolorose cadute di consenso popolare o accidenti di “trombature” traumatiche. In questo modo ha disimparato però a raccogliere il consenso sul campo e ad accettare i rischi di una competizione elettorale senza reti di protezione.
Non è possibile continuare dunque a premiare con elezioni certe e senza fatica personaggi politici del PDL ritenuti più “utili” che meritevoli alla causa del partito, ancor più nella considerazione che gli attuali “nominati” al Parlamento italiano cresciuti in un epoca di leaderismo, hanno dovuto pagare pegno di assoluta devozione e di sviscerata fedeltà , così privandosi di una sia pur minima, dignitosa autonomia decisionale. Del resto è risaputo che dalla contesa per le preferenze tornerebbero a contare la capacità di dialogo del candidato, la forza della sua proposta, la credibilità del suo nome.
Con il sistema delle preferenze invece i cosiddetti “peones” dovrebbero lavorare faccia a terra sul territorio anziché limitarsi a frequentare assiduamente le stanze della segreteria nazionale per garantirsi la benevolenza del leader di turno.
Gli alti dirigenti del mio partito, in occasione delle ultime politiche, avrebbero dovutoverificare piuttosto se i collocati nelle liste bloccate godessero per davvero di quel genuino consenso popolare, tale da giustificare poi i loro attuali importanti incarichi istituzionali.
Mi preme altresì sottolineare che il ruolo dei leaders del PDL pugliese sarà importante e lo sarà ancora di più se gli stessi impareranno a conoscere meglio la lingua che i cittadini parlano ogni giorno; se avranno più tempo per ascoltarli e coinvolgerli nell’agone politico, così da non considerarli spettatori passivi, bensì presenza attiva ed insostituibile nella vita politica di ogni giorno.
Se invece essi si piegheranno alla filosofia delle strategie politiche territoriali decise a tavolino e al chiuso di una stanza di partito, rischieranno perdita di credibilità e quindi di consenso.
Il partito che vorrei non è costituito soltanto da Berlusconi, da Fitto o da Chiarelli, ma èanche quello rappresentato dai sindaci, dagli assessori e dai consiglieri comunali che guidano coalizioni di centro destra nella provincia tarantina; un loro maggiore coinvolgimento nelle dinamiche assembleari del partito ci permetterebbe di approfondire le varie e vaste tematiche socio-economiche territoriali che detti politici affrontano quotidianamente.
In tale prospettiva, credo che l’attuale coordinamento PDL della provincia jonica debba riprendere la strada maestra che al momento sembra aver smarrito, poichè le convocazioni ad “horas” e per pochi “addetti ai lavori”, non vanno più bene.
Nella gente c’è voglia di cambiamento e tocca a noi leggere e possibilmente soddisfare le aspettative sociali ed economiche che legittimamente avanza, mettendo in cantiere occasioni di dibattito in cui si riprenda l’abitudine all’ascolto, alla discussione e all’azione fattiva, quella che preveda quando è necessario, anche la protesta di piazza portata avanti attraverso l’esclusivo strumento della lotta democratica e con il coinvolgimento e la partecipazione personale ma spero non occasionale, dei massimi esponenti del PDL di area jonica.
Anche i temi da me indicati ritengo che possano rappresentare un contributo serio adun’elaborazione programmatica capace di produrre iniziative per il bene della nostra collettività .
Le eventuali differenze di accenti e di valutazione che i rappresentanti del mio partito dovessero trarne leggendo queste mie considerazioni formulate in assoluta buona fede, non possono e non devono costituire un ostacolo all’inizio di un confronto più costruttivo e più aperto ad ogni utile soluzione nell’interesse primario di centinaia di migliaia di pugliesi.
Ed è per questo che chiedo la convocazione urgente del Coordinamento provinciale del PDL Taranto per discutere assieme all’on.le Raffaele Fitto, all’on.le Gianfranco Chiarelli, ai consiglieri regionali e provinciali, ai sindaci, agli assessori e ai consiglieri comunali tutti appartenenti al PDL di area jonica, delle future linee politico-programmatiche alla luce delle considerazioni da me esposte.
A riferirlo in una nota il consigliere regionale Giuseppe Cristella (Pdl).
Tags:
Politica locale