BARI - Il sindaco di Bari Michele Emiliano ha celebrato questa mattina il 70° anniversario della difesa del porto di Bari e del Palazzo delle Poste dall’attacco dell’esercito nazista, avvenuto il 9 settembre 1943, nel corso della cerimonia pubblica organizzata dall’Amministrazione comunale in collaborazione con l’Università degli studi di Bari “Aldo Moro”, l’ANPI (Associazione nazionale partigiani d’Italia), l’ANPPIA (Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti), l’IPSAIC (Istituto pugliese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea), l’associazione dei Bersaglieri, la Camera del Lavoro CGIL, l’Assostampa e il Club Lions Bari Host.
“Non nascondo una certa emozione nel trovarci ancora una volta insieme per commemorare l’evento più importante della storia moderna della città di Bari – ha dichiarato Emiliano - sebbene poco presente nella memoria di questo Paese. Noi oggi celebriamo il 70° anniversario consapevoli e orgogliosi del lavoro che abbiamo fatto per tenerne vivo il ricordo, ringraziando ancora una volta il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per la medaglia d’oro alla Resistenza conferita alla città.
Il 9 settembre del 1943 il popolo di Bari, senza una vera direzione politica, riuscì a intuire quale fosse il gesto giusto da compiere in un momento difficile e di totale disorientamento. Di questo sono particolarmente orgoglioso.
Quando nel 2005 ho raccontato queste cose nella piazza di Marzabotto svolgendo l’orazione finale tra le città martiri della Resistenza, di fronte a rappresentanti di centinaia di Comuni profondamente colpiti dalla violenza nazifascista, tutti si chiedevano perché ci fosse il sindaco di Bari. Quando presi la parola notai lo stupore della piazza. Tutti si chiedevano se davvero un ragazzo di 14 anni dall’arco di San Nicola con un bomba a mano avesse fermato un drappello di paracadutisti tedeschi. Si domandavano se veramente li avessimo catturati e rimandati a casa senza torcergli un capello. Fatto questo che dava il segno della natura del popolo italiano, quella natura vera che poi sarebbe stata trasferita nella Costituzione della Repubblica che pure qui, a Bari, fu per la prima volta concepita da Benedetto Croce.
Questa è una città che è sempre stata libera come il mare. Qualcuno ha tentato di dominarla con il danaro, con gli interessi, con la malavita, con la politica. Bene, chiunque immagini di poterla dominare in futuro si sbaglia perché la puoi attraversare, amare, abbracciare, te la puoi godere, puoi viverla, puoi trarne anche il necessario per vivere, ma non ti consentirà mai di appropriartene. Nessuno potrà mai appropriarsi di questo spirito, mite e combattente insieme, perché non è nella nostra natura imbracciare le armi ma, quando è stato necessario farlo, abbiamo dimostrato di saperlo fare bene, soprattutto rispettando l’umanità e la civiltà nostra e del nostro avversario.
Ecco, noi qui 70 anni fa cominciammo a ricostruire la patria. Ma chi crede che la libertà, la democrazia, l’uguaglianza, il diritto al lavoro, alla salute, all’istruzione siano stati conquistati allora una volta per tutte o non ha studiato la storia o non conosce l’uomo e l’umanità.
Dobbiamo continuare a batterci, possibilmente cercando di tenere sempre unite le persone migliori di questo Paese senza perderci, come spesso facciamo, in cavilli, in separazioni che si possono evitare, ma senza dimenticare. Perché è vero che l’unità è un valore straordinario ma si raggiunge solo sulla base della verità, la verità storica - anche giudiziaria qualche volta – ma comunque condivisa.
Oggi dedicheremo questa giornata a Paola Labriola che non ricordo solo per una coincidenza di data ma perché in realtà la dottoressa Labriola ha lavorato e ha prestato la sua opera per la Repubblica Italiana credendo nei valori della nostra Carta costituzionale, convinta che fare il proprio dovere, rispettare le leggi, farsi carico del prossimo, di chi vive nel disagio e nel bisogno sia un modo di realizzare non solo le cose nelle quali crediamo intimamente ma di servire la patria.
In questo momento a Bari sta arrivando un’ondata di persone richiedenti asilo provenienti da zone e di guerra, molte dalla Siria, e la città, nonostante le difficoltà, sta accogliendo tutti preoccupandosi di migliorare questa accoglienza. E non ci faremo scoraggiare in un momento drammatico, in cui il nostro disagio si unisce al disagio dell’umanità che ci raggiunge per alleviarlo perché crediamo, così facendo, di realizzare i fini della Repubblica così come la immaginammo allora combattendo per la difesa del porto.
Dunque anche a coloro che si sentono sfiduciati, a chi ha l’impressione che quelle premesse non siano state garantite dico che invece noi siamo qui, coerenti con quei valori, capaci di mantenere ancora il nostro ruolo, la nostra responsabilità nei confronti non solo di noi stessi ma dell’umanità intera.
Il carattere di questa città non verrà cancellato da speculazioni politiche di qualunque natura ma continuerà ad esistere perché è annidato nel suo popolo come dimostra questa commemorazione. Furono la donne di Bari vecchia a lanciare l’allarme, furono loro a realizzare l’intuizione politica che un porto valeva persino il rischio della vita dei loro figli. Questi esempi vanno custoditi, ricordati e passati alle future generazioni con spirito positivo, con ottimismo e soprattutto con il desiderio permanente di combattere per difendere tutto questo.
Colgo l’occasione di questa mia ultima cerimonia da Sindaco del 9 settembre per ringraziare tutti, ma proprio tutti coloro che in questi dieci anni hanno lavorato al fianco dell’Amministrazione comunale per onorare la verità e la memoria”.
La commemorazione ha avuto inizio alle 9.30, con la deposizione di una corona d’alloro presso il palazzo della Dogana; a seguire, la deposizione di una corona di fiori in largo Maurogiovanni, presso pietra d’inciampo che ricorda il contributo offerto dal giovane Michele Romito, dalla cittadinanza e dai militari alla difesa della Città vecchia e la cerimonia, con deposizione di una corona d’alloro, presso il monumento dedicato al 51° battaglione Bersaglieri A.U.C. di Bari in via Forese. La giornata prosegue alle ore 17.30 con il seminario di studi “Il 9 settembre a Bari: la difesa del porto e del palazzo delle Poste. Radio Bari: voce della Resistenza”, che si terrà nell’ex palazzo delle Poste in piazza Cesare Battisti.
“Non nascondo una certa emozione nel trovarci ancora una volta insieme per commemorare l’evento più importante della storia moderna della città di Bari – ha dichiarato Emiliano - sebbene poco presente nella memoria di questo Paese. Noi oggi celebriamo il 70° anniversario consapevoli e orgogliosi del lavoro che abbiamo fatto per tenerne vivo il ricordo, ringraziando ancora una volta il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per la medaglia d’oro alla Resistenza conferita alla città.
Il 9 settembre del 1943 il popolo di Bari, senza una vera direzione politica, riuscì a intuire quale fosse il gesto giusto da compiere in un momento difficile e di totale disorientamento. Di questo sono particolarmente orgoglioso.
Quando nel 2005 ho raccontato queste cose nella piazza di Marzabotto svolgendo l’orazione finale tra le città martiri della Resistenza, di fronte a rappresentanti di centinaia di Comuni profondamente colpiti dalla violenza nazifascista, tutti si chiedevano perché ci fosse il sindaco di Bari. Quando presi la parola notai lo stupore della piazza. Tutti si chiedevano se davvero un ragazzo di 14 anni dall’arco di San Nicola con un bomba a mano avesse fermato un drappello di paracadutisti tedeschi. Si domandavano se veramente li avessimo catturati e rimandati a casa senza torcergli un capello. Fatto questo che dava il segno della natura del popolo italiano, quella natura vera che poi sarebbe stata trasferita nella Costituzione della Repubblica che pure qui, a Bari, fu per la prima volta concepita da Benedetto Croce.
Questa è una città che è sempre stata libera come il mare. Qualcuno ha tentato di dominarla con il danaro, con gli interessi, con la malavita, con la politica. Bene, chiunque immagini di poterla dominare in futuro si sbaglia perché la puoi attraversare, amare, abbracciare, te la puoi godere, puoi viverla, puoi trarne anche il necessario per vivere, ma non ti consentirà mai di appropriartene. Nessuno potrà mai appropriarsi di questo spirito, mite e combattente insieme, perché non è nella nostra natura imbracciare le armi ma, quando è stato necessario farlo, abbiamo dimostrato di saperlo fare bene, soprattutto rispettando l’umanità e la civiltà nostra e del nostro avversario.
Ecco, noi qui 70 anni fa cominciammo a ricostruire la patria. Ma chi crede che la libertà, la democrazia, l’uguaglianza, il diritto al lavoro, alla salute, all’istruzione siano stati conquistati allora una volta per tutte o non ha studiato la storia o non conosce l’uomo e l’umanità.
Dobbiamo continuare a batterci, possibilmente cercando di tenere sempre unite le persone migliori di questo Paese senza perderci, come spesso facciamo, in cavilli, in separazioni che si possono evitare, ma senza dimenticare. Perché è vero che l’unità è un valore straordinario ma si raggiunge solo sulla base della verità, la verità storica - anche giudiziaria qualche volta – ma comunque condivisa.
Oggi dedicheremo questa giornata a Paola Labriola che non ricordo solo per una coincidenza di data ma perché in realtà la dottoressa Labriola ha lavorato e ha prestato la sua opera per la Repubblica Italiana credendo nei valori della nostra Carta costituzionale, convinta che fare il proprio dovere, rispettare le leggi, farsi carico del prossimo, di chi vive nel disagio e nel bisogno sia un modo di realizzare non solo le cose nelle quali crediamo intimamente ma di servire la patria.
In questo momento a Bari sta arrivando un’ondata di persone richiedenti asilo provenienti da zone e di guerra, molte dalla Siria, e la città, nonostante le difficoltà, sta accogliendo tutti preoccupandosi di migliorare questa accoglienza. E non ci faremo scoraggiare in un momento drammatico, in cui il nostro disagio si unisce al disagio dell’umanità che ci raggiunge per alleviarlo perché crediamo, così facendo, di realizzare i fini della Repubblica così come la immaginammo allora combattendo per la difesa del porto.
Dunque anche a coloro che si sentono sfiduciati, a chi ha l’impressione che quelle premesse non siano state garantite dico che invece noi siamo qui, coerenti con quei valori, capaci di mantenere ancora il nostro ruolo, la nostra responsabilità nei confronti non solo di noi stessi ma dell’umanità intera.
Il carattere di questa città non verrà cancellato da speculazioni politiche di qualunque natura ma continuerà ad esistere perché è annidato nel suo popolo come dimostra questa commemorazione. Furono la donne di Bari vecchia a lanciare l’allarme, furono loro a realizzare l’intuizione politica che un porto valeva persino il rischio della vita dei loro figli. Questi esempi vanno custoditi, ricordati e passati alle future generazioni con spirito positivo, con ottimismo e soprattutto con il desiderio permanente di combattere per difendere tutto questo.
Colgo l’occasione di questa mia ultima cerimonia da Sindaco del 9 settembre per ringraziare tutti, ma proprio tutti coloro che in questi dieci anni hanno lavorato al fianco dell’Amministrazione comunale per onorare la verità e la memoria”.
La commemorazione ha avuto inizio alle 9.30, con la deposizione di una corona d’alloro presso il palazzo della Dogana; a seguire, la deposizione di una corona di fiori in largo Maurogiovanni, presso pietra d’inciampo che ricorda il contributo offerto dal giovane Michele Romito, dalla cittadinanza e dai militari alla difesa della Città vecchia e la cerimonia, con deposizione di una corona d’alloro, presso il monumento dedicato al 51° battaglione Bersaglieri A.U.C. di Bari in via Forese. La giornata prosegue alle ore 17.30 con il seminario di studi “Il 9 settembre a Bari: la difesa del porto e del palazzo delle Poste. Radio Bari: voce della Resistenza”, che si terrà nell’ex palazzo delle Poste in piazza Cesare Battisti.
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