di Antonio Negro - Il Salento e la Puglia sono sotto scacco della Magistratura per quanto riguarda la speculazione messa in atto negli ultimi cinque anni in materia di impianti di energia da fonti rinnovabili, eolico e fotovoltaico, quest'ultimo in particolare.
Nel 2008 la Regione Puglia approvò, in fretta e furia, di notte, una legge con cui si è permesso di costruire impianti fotovoltaici nelle zone agricole con una semplice Dia (dichiarazione di inizio attività ) fino alla potenza massima di 1 Mw (Megawatt).
La legge del centrosinistra fu sbandierata come un grande successo e divulgata ai quattro venti per richiamare quanti più imprenditori possibile in nome dell'energia sostenibile - vista allora come contrasto al nucleare - e dei posti di lavoro, in spregio all'agricoltura e alla salvaguardia del territorio.
La legge fu approvata col silenzio dell'opposizione di centrodestra (Rocco Palese era un ultrà del silicio) che oggi sbraita e si straccia le vesti senza aver saputo cogliere, allora, la gravità di quanto stava per accadere sul territorio pugliese, e salentino in particolare: era il segno che i furbi riuscivano a sferrare il solito colpo mortale, in un clima di improvvisazione e impreparazione generale, a favore dei loro interessi e di quelli della speculazione finanziaria internazionale.
La terra dei vigneti, del Negroamaro, del Primitivo di Manduria, degli ulivi secolari, della pizzica, veniva “stuprata”, in un batter d'occhio, da enormi distese di pannelli al silicio per la gioia di società finanziarie e multinazionali che, dopo lo “stupro”, passano a incassare il premio, e che premio!, generosamente elargito dallo Stato.
Quella legge, la 31/2008, era in netto contrasto con le norme nazionali ed europee in materia di produzione di energia da fonti rinnovabili (l'opposizione non lo sapeva, non se ne accorgeva o non c'era, e se c'era dormiva, anche per finta?) e non poteva e non doveva essere approvata, tanto che la Corte Costituzionale, chiamata in causa, ha emesso una sentenza di illegittimità costituzionale il 17 marzo 2010; ma il danno ormai era fatto.
Non solo, maggioranza e opposizione, invece di chiedere in quel momento il blocco delle pratiche e il ripristino dello stato dei luoghi, una volta preso atto dell'errore - si fa per dire, errore - in quanto si faceva ancora in tempo a frenare lo scempio, visto che la Corte aveva dato loro una mano insperata, si prodigarono per far approvare una legge di sanatoria in Parlamento.
Per lungo tempo Nichi Vendola, presidente della giunta regionale, ha decantato la svolta data in Puglia con l'energia solare pulita e la vicepresidente, Loredana Capone, fino a poche settimane fa inneggiava al primato fotovoltaico pugliese. Fino a quando, proviamo a indovinare, la Magistratura, con un pò di ritardo, probabilmente perché si doveva studiare le carte, ha scoperto i trucchi e gli inganni che stanno dietro il proliferare di tanta speculazione.
Ecco che oggi sia Vendola che Loredana Capone si agitano urlando la loro rabbia contro gli eventuali delinquenti che hanno devastato il Salento giungendo, persino, a chiedere lo smantellamento degli impianti colpiti dalla mannaia della giustizia.
Si ripete la storia dell'Ilva: tutto bene fino a quando la giudice Patrizia Todisco non è intervenuta. Da quel momento in poi tutti si sono levati in volo come avvoltoi intorno all'Ilva. Non solo, ma nel caso delle energie rinnovabili, la Commissione Antimafia, giunta in Puglia con l'allora Presidente Beppe Pisanu, aveva persino lanciato l'allarme per le infiltrazioni mafiose in atto nel settore.
Siamo passati, quindi, da un primato all'altro: da quello per numero di impianti installati al primato per numero di impianti sotto inchiesta. Non sappiamo che cosa scoprirà ancora la Magistratura, e quanto andrà fino in fondo, ma una cosa è certa: con questa politica i ricchi sono diventati più ricchi e i poveri sempre più poveri, con l'aggiunta che i ricchi non sono nemmeno salentini, i poveri sì.
Per un alfiere come Nichi Vendola, che combatte contro i ricchi e per i poveri, deve essere proprio un contrappasso da ulcera gastrica. I mal di pancia, però, saranno più generali e collettivi tra 20 anni, quando i pannelli, ormai improduttivi, resteranno abbandonati nelle campagne come monumenti alla stupidità umana.
E in ricordo delle gesta del grande condottiero Vendola che, nel goffo tentativo di imitare le leggendarie imprese di Robin Hood, forse in un attimo di distrazione, a spirito non ancora bollito, avrebbe scambiato i ricchi per poveri e i poveri per ricchi.
Nel 2008 la Regione Puglia approvò, in fretta e furia, di notte, una legge con cui si è permesso di costruire impianti fotovoltaici nelle zone agricole con una semplice Dia (dichiarazione di inizio attività ) fino alla potenza massima di 1 Mw (Megawatt).
La legge del centrosinistra fu sbandierata come un grande successo e divulgata ai quattro venti per richiamare quanti più imprenditori possibile in nome dell'energia sostenibile - vista allora come contrasto al nucleare - e dei posti di lavoro, in spregio all'agricoltura e alla salvaguardia del territorio.
La legge fu approvata col silenzio dell'opposizione di centrodestra (Rocco Palese era un ultrà del silicio) che oggi sbraita e si straccia le vesti senza aver saputo cogliere, allora, la gravità di quanto stava per accadere sul territorio pugliese, e salentino in particolare: era il segno che i furbi riuscivano a sferrare il solito colpo mortale, in un clima di improvvisazione e impreparazione generale, a favore dei loro interessi e di quelli della speculazione finanziaria internazionale.
La terra dei vigneti, del Negroamaro, del Primitivo di Manduria, degli ulivi secolari, della pizzica, veniva “stuprata”, in un batter d'occhio, da enormi distese di pannelli al silicio per la gioia di società finanziarie e multinazionali che, dopo lo “stupro”, passano a incassare il premio, e che premio!, generosamente elargito dallo Stato.
Quella legge, la 31/2008, era in netto contrasto con le norme nazionali ed europee in materia di produzione di energia da fonti rinnovabili (l'opposizione non lo sapeva, non se ne accorgeva o non c'era, e se c'era dormiva, anche per finta?) e non poteva e non doveva essere approvata, tanto che la Corte Costituzionale, chiamata in causa, ha emesso una sentenza di illegittimità costituzionale il 17 marzo 2010; ma il danno ormai era fatto.
Non solo, maggioranza e opposizione, invece di chiedere in quel momento il blocco delle pratiche e il ripristino dello stato dei luoghi, una volta preso atto dell'errore - si fa per dire, errore - in quanto si faceva ancora in tempo a frenare lo scempio, visto che la Corte aveva dato loro una mano insperata, si prodigarono per far approvare una legge di sanatoria in Parlamento.
Per lungo tempo Nichi Vendola, presidente della giunta regionale, ha decantato la svolta data in Puglia con l'energia solare pulita e la vicepresidente, Loredana Capone, fino a poche settimane fa inneggiava al primato fotovoltaico pugliese. Fino a quando, proviamo a indovinare, la Magistratura, con un pò di ritardo, probabilmente perché si doveva studiare le carte, ha scoperto i trucchi e gli inganni che stanno dietro il proliferare di tanta speculazione.
Ecco che oggi sia Vendola che Loredana Capone si agitano urlando la loro rabbia contro gli eventuali delinquenti che hanno devastato il Salento giungendo, persino, a chiedere lo smantellamento degli impianti colpiti dalla mannaia della giustizia.
Si ripete la storia dell'Ilva: tutto bene fino a quando la giudice Patrizia Todisco non è intervenuta. Da quel momento in poi tutti si sono levati in volo come avvoltoi intorno all'Ilva. Non solo, ma nel caso delle energie rinnovabili, la Commissione Antimafia, giunta in Puglia con l'allora Presidente Beppe Pisanu, aveva persino lanciato l'allarme per le infiltrazioni mafiose in atto nel settore.
Siamo passati, quindi, da un primato all'altro: da quello per numero di impianti installati al primato per numero di impianti sotto inchiesta. Non sappiamo che cosa scoprirà ancora la Magistratura, e quanto andrà fino in fondo, ma una cosa è certa: con questa politica i ricchi sono diventati più ricchi e i poveri sempre più poveri, con l'aggiunta che i ricchi non sono nemmeno salentini, i poveri sì.
Per un alfiere come Nichi Vendola, che combatte contro i ricchi e per i poveri, deve essere proprio un contrappasso da ulcera gastrica. I mal di pancia, però, saranno più generali e collettivi tra 20 anni, quando i pannelli, ormai improduttivi, resteranno abbandonati nelle campagne come monumenti alla stupidità umana.
E in ricordo delle gesta del grande condottiero Vendola che, nel goffo tentativo di imitare le leggendarie imprese di Robin Hood, forse in un attimo di distrazione, a spirito non ancora bollito, avrebbe scambiato i ricchi per poveri e i poveri per ricchi.