Galati: “Gasdotto Tap? Il Pptr ci salverà”

BARI - Pptr contro Tap: non è uno scontro fra sigle, ma il risultato di un accurato studio sugli effetti del Piano paesaggistico territoriale regionale sul progetto di gasdotto presentato da Trans Adriatic Pipeline. “Il paesaggio è un bene comune, tutelato dal Pptr. Tap collide col paesaggio. Quindi carta canta: il gasdotto lì non s'ha da fare. Tap deve proporre le alternative, spetta alla Regione valutarle”. È questo, in estrema sintesi, il ragionamento condotto dal consigliere regionale Antonio Galati (Sel) nel convegno di approfondimento sulla Tap organizzato a Calimera. Un ragionamento supportato dall'illustrazione della mappa delle direttive emanate in quell'area dal Pptr, in particolare di quelle relative alle componenti geomorfologiche e botaniche.

Il Pptr è, com'è noto, lo strumento varato dalla Regione con l'obiettivo di difendere il paesaggio pugliese da aggressioni edilizie, speculazioni spregiudicate, disastri ambientali. La difesa del paesaggio non viene meno, ovviamente, neanche nell'area tra San Foca e Melendugno, dove Tap (Trans Adriatic Pipeline) ha progettato di costruire il suo gasdotto.

“Ma il tragitto dell'infrastruttura energetica – spiega il consigliere regionale Antonio Galati – si scontra con una serie di vincoli apposti dal Pptr per impedire che vengano commessi scempi ai danni di un paesaggio tra i più suggestivi e peculiari del territorio regionale”.

Come è esemplificato nelle immagini allegate, nell'ultimo progetto di tracciato depositato a Roma dalla Trans Adriatic Pipeline il gasdotto (in rosso) attraversa aree tutelate dal Pptr o all'articolo 56 (“cordoni dunari” - in giallo) o all'articolo 62 (“boschi”, in verde) o all'articolo 63 (“aree di rispetto”, in  verde e bianco).

“Il gasdotto Tap attraversa aree nelle quali non sono ammissibili piani, progetti e interventi di quel tipo – afferma Galati - tra San Foca e Melendugno il tracciato del tubo così come proposto da Tap semplicemente non si può fare: lo dice la legge”.

Ma la novità della posizione del consigliere regionale è un'altra. “In molti hanno dato per scontata una sorta di deroga automatica per le opere pubbliche di interesse strategico. Ma così non è – rimarca il consigliere regionale – La verifica delle alternative possibili viene disposta dal Pptr all'articolo 95, proprio nell'ottica di ‘riduzione del danno’ delle opere pubbliche che collidono con il paesaggio, anche quando sono ritenute strategiche. In sostanza per ottenere l'autorizzazione regionale non basterà che Tap affermi di aver esaminato e scartato approdi alternativi: occorre anche che gli uffici regionali verifichino che quell'esame sia stato effettuato con rigore e sia stato analizzato il più ampio ventaglio possibile di alternative all'approdo di Melendugno su tutto il territorio regionale. Ammesso che sul territorio regionale, naturalmente, esistano delle zone libere e disponibili”.

Infine il consigliere regionale, ha anche sollecitato il Comune di Melendugno a integrare al più presto il Pptr. “Lo strumento predisposto dall'assessorato guidato con sagacia da Angela Barbanente – conclude Galati – non è quel roveto ardente di lacci e divieti che qualche interessato detrattore sta descrivendo in questi giorni. È soprattutto una grande sfida culturale per proteggere uno dei più straordinari beni comuni che l'Italia possegga: il paesaggio, risorsa collettiva per eccellenza. Integrando, e eventualmente ampliando le delimitazioni dei beni paesaggistici tra San Foca e Melendugno, l'amministrazione comunale può dimostrare di utilizzare una straordinaria opportunità per proteggere da progetti sciagurati l'unica vera ricchezza sui cui possiamo contare: la straordinaria bellezza del nostro territorio”.