Non c'è pace per il Governo Letta. Dopo l'intesa raggiunta ieri sulla procedura da seguire per il caso Berlusconi, oggi invece non si raggiunge l'unanimità nella decisione sul calendario dei lavori che dovrebbe seguire la Giunta del Senato. "In assenza dell'unanimità - spiega Stefania Pezzopane (Pd) - dovrà essere domani il presidente a proporre il calendario".
+ Lo scontro Grillo-Berlusconi
All'inizio della seduta dell'Ufficio di presidenza della Giunta per le Immunità del Senato, il vicepresidente Giacomo Caliendo (Pdl), aveva proposto di arrivare ad un voto tra due settimane. Poi il Pdl aveva provato a correggere il tiro ipotizzando un voto entro venerdì della prossima settimana. Ma ormai le posizioni di Pd e Movimento 5 stelle, dopo l'iniziale presa di posizione di Caliendo, si erano irrigidite. Così è stato difficile riuscire ad arrivare ad una decisione unanime. I senatori grillini, infatti, proponevano di far lavorare la Giunta, se necessario, anche il finesettimana pur di arrivare ad un voto nei tempi più rapidi possibili. L'intenzione del Pd, invece, era quella di chiudere il capitolo 'relazione Augello' entro lunedì, al massimo martedì mattina.
In questa situazione, dopo due ore di discussione, si è preferito affidare la decisione di fissare un calendario dei lavori al presidente della Giunta Dario Stefano. Sarà lui, infatti, domani, in apertura della seduta fissata per le 15, ad avanzare una proposta ''di mediazione''. Il socialista Enrico Buemi ha lasciato in anticipo l'Ufficio di presidenza per protestare contro ''l'atteggiamento del Pd che probabilmente vuol far cadere, con quest'atteggiamento, il governo Letta''. ''Questa posizione di Buemi è kafkiana, ridicola e pretestuosa'', commenta il vicepresidente della Giunta Stefania Pezzopane. ''Soprattutto - osserva - perché lui non ha fatto nessuna di queste dichiarazioni in Ufficio di presidenza, ma solo a voi della stampa, e poi perché provengono da un uomo eletto nel Pd.
LETTA, INSTABILITA' CI COSTA MLD - Parlando del "grande risultato" ottenuto al G20 di San Pietroburgo dove l'Italia non e' stata vista come un "sorvegliato speciale", Enrico Letta, in Senato, ha ammonito sul rischio che l'instabilita' politica renda inutili i sacrifici fatti: "Questo riconoscimento - ha detto parlando - possiamo rovinarlo in un attimo basta che buttiamo via la stabilita' conquistata con fatica".
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In questa situazione, dopo due ore di discussione, si è preferito affidare la decisione di fissare un calendario dei lavori al presidente della Giunta Dario Stefano. Sarà lui, infatti, domani, in apertura della seduta fissata per le 15, ad avanzare una proposta ''di mediazione''. Il socialista Enrico Buemi ha lasciato in anticipo l'Ufficio di presidenza per protestare contro ''l'atteggiamento del Pd che probabilmente vuol far cadere, con quest'atteggiamento, il governo Letta''. ''Questa posizione di Buemi è kafkiana, ridicola e pretestuosa'', commenta il vicepresidente della Giunta Stefania Pezzopane. ''Soprattutto - osserva - perché lui non ha fatto nessuna di queste dichiarazioni in Ufficio di presidenza, ma solo a voi della stampa, e poi perché provengono da un uomo eletto nel Pd.
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