CONVERSANO (BA) - C’è una conclusione che può apparire veramente priva di senso per un festival culturale ricco di approfondimenti e confronti? Sì. Ed è quella scelta da “Lector in fabula” a Conversano, in provincia di Bari. L’ultimo appuntamento è con “Ignoranti”, il libro di Roberto Ippolito pubblicato da Chiarelettere, che vede l’autore misurarsi in un faccia a faccia con l’attore comico Dario Vergassola domenica 15 settembre 2013 alle 22.00 in piazzetta Sturzo (in caso di maltempo l’evento si svolge nel Teatro Norba).
Insomma un epilogo tragicomico, come del resto lo è il libro. Epilogo presentato da Maria Grazia Rongo e compreso nel ciclo “Parole fuori luogo” del festival impegnato a riflettere su “divari, disuguaglianze, squilibri”. E più fuori luogo di così…
Episodi assurdi e scenari altrettanto assurdi caratterizzano oggi l’Italia della conoscenza e delle competenze. Stimolato con sarcasmo da Vergassola, Ippolito ricostruisce l’amara realtà di un paese che va a marcia indietro per il sapere e per la cultura. Con una valanga di dati, con nomi e cognomi e con documenti, “Ignoranti” attesta come l’Italia sia in coda in tutti i confronti internazionali per la conoscenza e per le competenze.
Dopo aver ascoltato da giovedì 12 settembre a Conversano presidenti della corte costituzionale, ministri, sottosegretari, ambasciatori, grandi firme, scrittori e giornalisti, si può ridere con la singolare contraddizione che chiude “Lector in fabula”. E si può piangere. Ma certamente le sferzanti battute di Vergassola e i duri elementi proposti da Ippolito possono essere un’occasione per riflettere sui passi indietro della cultura italiana e su quelli che si possono compiere in avanti.
“Ignoranti” sta suscitando un interesse molto forte. Non solo per le vendite, che hanno imposto tre edizioni, ma anche per le discussioni che si creano in ogni angolo d’Italia con le decine e decine di presentazioni programmate a ripetizione in seguito alle richieste.
Ippolito ha pubblicato diversi libri di successo, tra cui “Evasori” e “Il Bel Paese maltrattato”, entrambi per Bompiani. Ha curato a lungo l'economia per il quotidiano "La Stampa". Ha diretto la comunicazione della Confindustria e le relazioni esterne della Luiss di Roma, dove ha anche insegnato alla Scuola superiore di giornalismo. Organizzatore di eventi culturali, è direttore scientifico del festival letterario “A tutto volume – Libri in festa a Ragusa”.
Con “Ignoranti” fornisce un campionario incredibile di assurdità: il sottosegretario che accusa il ministro di essere un “asino bardato da generale”, la conduttrice che inciampa sugli accenti, deputati che parlano in modo inverosimile. Sorprendente? L’Italia fa sempre brutta figura per la cultura e l’istruzione. Lo confermano gli spropositi che si trovano nei temi della maturità, i pessimi risultati degli studenti nel confronto internazionale, gli errori nella formulazione delle domande ai concorsi: anche chi giudica sbaglia. E l’economia arretra. Il contrario di quanto avvenne negli anni del boom, quando l’innalzamento culturale accompagnò il miracolo. Oggi il 45,2 per cento ha al massimo la licenza media contro il 27,3 per cento dell’Europa.
Solo due italiani su quattro sono diplomati contro tre inglesi su quattro. L’Italia è avara: in Europa è ventiduesima per la quota di spesa pubblica destinata all’istruzione in rapporto al Pil. E al peggio non c’è mai fine per l’onda lunga dei tagli dell’era Berlusconi, ma anche per la scarsa sensibilità del governo tecnico di Monti e per la difficoltà di un’azione incisiva con il nuovo Parlamento e la caotica situazione politica. Nemmeno i privati si salvano. I confronti internazionali proposti ripetutamente nel libro certificano il disastro. Uno schiaffo per un paese come l’Italia, per secoli culla della cultura e dell’arte. Come si può tornare a crescere? Con l’istruzione e la cultura. Ma finché gli ignoranti occuperanno la politica non potrà esserci un reale cambiamento e un ritorno allo sviluppo. Solo il sapere può dare la scossa. E con speciale leggerezza la conversazione con Vergassola a Conversano farà certamente riflettere.
Insomma un epilogo tragicomico, come del resto lo è il libro. Epilogo presentato da Maria Grazia Rongo e compreso nel ciclo “Parole fuori luogo” del festival impegnato a riflettere su “divari, disuguaglianze, squilibri”. E più fuori luogo di così…
Episodi assurdi e scenari altrettanto assurdi caratterizzano oggi l’Italia della conoscenza e delle competenze. Stimolato con sarcasmo da Vergassola, Ippolito ricostruisce l’amara realtà di un paese che va a marcia indietro per il sapere e per la cultura. Con una valanga di dati, con nomi e cognomi e con documenti, “Ignoranti” attesta come l’Italia sia in coda in tutti i confronti internazionali per la conoscenza e per le competenze.
Dopo aver ascoltato da giovedì 12 settembre a Conversano presidenti della corte costituzionale, ministri, sottosegretari, ambasciatori, grandi firme, scrittori e giornalisti, si può ridere con la singolare contraddizione che chiude “Lector in fabula”. E si può piangere. Ma certamente le sferzanti battute di Vergassola e i duri elementi proposti da Ippolito possono essere un’occasione per riflettere sui passi indietro della cultura italiana e su quelli che si possono compiere in avanti.
“Ignoranti” sta suscitando un interesse molto forte. Non solo per le vendite, che hanno imposto tre edizioni, ma anche per le discussioni che si creano in ogni angolo d’Italia con le decine e decine di presentazioni programmate a ripetizione in seguito alle richieste.
Ippolito ha pubblicato diversi libri di successo, tra cui “Evasori” e “Il Bel Paese maltrattato”, entrambi per Bompiani. Ha curato a lungo l'economia per il quotidiano "La Stampa". Ha diretto la comunicazione della Confindustria e le relazioni esterne della Luiss di Roma, dove ha anche insegnato alla Scuola superiore di giornalismo. Organizzatore di eventi culturali, è direttore scientifico del festival letterario “A tutto volume – Libri in festa a Ragusa”.
Con “Ignoranti” fornisce un campionario incredibile di assurdità: il sottosegretario che accusa il ministro di essere un “asino bardato da generale”, la conduttrice che inciampa sugli accenti, deputati che parlano in modo inverosimile. Sorprendente? L’Italia fa sempre brutta figura per la cultura e l’istruzione. Lo confermano gli spropositi che si trovano nei temi della maturità, i pessimi risultati degli studenti nel confronto internazionale, gli errori nella formulazione delle domande ai concorsi: anche chi giudica sbaglia. E l’economia arretra. Il contrario di quanto avvenne negli anni del boom, quando l’innalzamento culturale accompagnò il miracolo. Oggi il 45,2 per cento ha al massimo la licenza media contro il 27,3 per cento dell’Europa.
Solo due italiani su quattro sono diplomati contro tre inglesi su quattro. L’Italia è avara: in Europa è ventiduesima per la quota di spesa pubblica destinata all’istruzione in rapporto al Pil. E al peggio non c’è mai fine per l’onda lunga dei tagli dell’era Berlusconi, ma anche per la scarsa sensibilità del governo tecnico di Monti e per la difficoltà di un’azione incisiva con il nuovo Parlamento e la caotica situazione politica. Nemmeno i privati si salvano. I confronti internazionali proposti ripetutamente nel libro certificano il disastro. Uno schiaffo per un paese come l’Italia, per secoli culla della cultura e dell’arte. Come si può tornare a crescere? Con l’istruzione e la cultura. Ma finché gli ignoranti occuperanno la politica non potrà esserci un reale cambiamento e un ritorno allo sviluppo. Solo il sapere può dare la scossa. E con speciale leggerezza la conversazione con Vergassola a Conversano farà certamente riflettere.
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Cultura e Spettacoli