LECCE - “Il Comune di Lecce – ha dichiarato l’assessore Andrea Guido – sulla base delle ingenti spese che dovrà sostenere per la pulizia e il ripristino, chiederà di costituirsi parte civile nel processo ai due imbrattatori di muri fermati sabato scorso dagli agenti della Polizia Municipale e denunciati per danneggiamento”.
“Al di là della pena – aggiunge l’assessore alle Politiche Ambientali – che secondo la legislazione vigente è poco più che simbolica, conta l’effetto deterrente che può avere la presenza dell’Amministrazione nel processo”.
Questa è la posizione del Comune nei confronti dei 2 giovani, uno tarantino e l’altro brindisino, che lo scorso sabato sera, armati di bombolette di vernice spray, erano intenti a imbrattare i monumenti del centro storico, prendendo di mira, in particolare, la facciata dell’antica chiesetta di Sant’Elisabetta, in via Libertini, risalente alla seconda metà del XVI secolo.
“Costituirsi parte civile - spiega l’assessore Guido – è il metodo previsto dalla legge per consentire alla vittima di un reato di chiedere il risarcimento dei danni direttamente nel processo penale. E l’Amministrazione di Lecce, in questa occasione, di danni ne ha subiti diversi. Non solo il danno patrimoniale - consistente nel costo di ripristino dell’originario tinteggio a causa dal deturpamento del muro - ma anche il danno non patrimoniale consistente sia nella frustrazione dell’interesse collettivo, concretamente perseguito dal mio Ufficio nel migliorare l’ambiente urbano e nel garantirne il decoro, sia nel pessimo ritorno di immagine che riceve la città , soprattutto in considerazione della visibilità turistica di Lecce a livello nazionale e internazionale”.
“Sia chiaro, la linea dura contro gli imbrattamenti - ha concluso l’assessore alle Politiche Ambientali, Andrea Guido - può andare di pari passo alle politiche di sostegno e promozione dell’arte di strada, di cui il writing di qualità è espressione, ma episodi come quello di sabato, che con l’estetica della street art hanno poco a che fare, non possono essere più tollerati”.
“Al di là della pena – aggiunge l’assessore alle Politiche Ambientali – che secondo la legislazione vigente è poco più che simbolica, conta l’effetto deterrente che può avere la presenza dell’Amministrazione nel processo”.
Questa è la posizione del Comune nei confronti dei 2 giovani, uno tarantino e l’altro brindisino, che lo scorso sabato sera, armati di bombolette di vernice spray, erano intenti a imbrattare i monumenti del centro storico, prendendo di mira, in particolare, la facciata dell’antica chiesetta di Sant’Elisabetta, in via Libertini, risalente alla seconda metà del XVI secolo.
“Costituirsi parte civile - spiega l’assessore Guido – è il metodo previsto dalla legge per consentire alla vittima di un reato di chiedere il risarcimento dei danni direttamente nel processo penale. E l’Amministrazione di Lecce, in questa occasione, di danni ne ha subiti diversi. Non solo il danno patrimoniale - consistente nel costo di ripristino dell’originario tinteggio a causa dal deturpamento del muro - ma anche il danno non patrimoniale consistente sia nella frustrazione dell’interesse collettivo, concretamente perseguito dal mio Ufficio nel migliorare l’ambiente urbano e nel garantirne il decoro, sia nel pessimo ritorno di immagine che riceve la città , soprattutto in considerazione della visibilità turistica di Lecce a livello nazionale e internazionale”.
“Sia chiaro, la linea dura contro gli imbrattamenti - ha concluso l’assessore alle Politiche Ambientali, Andrea Guido - può andare di pari passo alle politiche di sostegno e promozione dell’arte di strada, di cui il writing di qualità è espressione, ma episodi come quello di sabato, che con l’estetica della street art hanno poco a che fare, non possono essere più tollerati”.
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