"La Barbanente non difenda il Piano paesaggistico con cultura della morte"

BARI - “E’ tipico della cultura ecologista di sinistra, ricorrere alla cultura della morte pur di rendere un proprio interesse particolare - materiale o immateriale -, minoritario nel sentire della collettività amministrata, come appetibile alla collettività intera.
Morte delle persone? Morte fisica del nemico o dell’avversario? No. Per fortuna no.
La cultura della morte che viviamo in casi come l’opposizione alla No-Tav, all’Ilva, al rigassificatore di Brindisi non predica e non pratica l’uccisione dell’avversario. Piuttosto essa vuole la morte della convivenza civile e mira ad uccidere l’idea stessa di “felicità collettiva”.
Coglie molto bene questo fare nell’assessore Barbanente che, pur di mantenere in vita un PPTR avversato da tutti (tranne dai dotti e sapienti chiamati in soccorso) insinua il sospetto che gli oppositori del PPTR vorrebbero la distruzione del paesaggio.
In proposito, il collega Amati,  afferma che “il dibattito in corso non mette in discussione l’utilità e l’alto potenziale di sviluppo del Piano paesaggistico adottato, e nello stesso tempo non disconosce l’utilità della tutela ...”
L'assessore Barbanente non ricorra alla cultura della morte, è perdente, perché non può far credere che tutti i sindaci, tutti gli esercenti le professioni tecniche, tutti i gruppi di opposizione in Consiglio regionale, siano per la distruzione del paesaggio. Ascolti e rimedi agli errori!
Grazie ancora una volta al collega Amati, una voce onesta che continua a dare merito al lavoro dei gruppi dell’opposizione ed in particolare a quello del Pdl”. A riferirlo in una nota il capogruppo PdL in Consiglio regionale, Ignazio Zullo.

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