BARI - L’indolente atteggiamento tenuto per ben otto anni dal governo regionale nei confronti dell’irrisolta questione legata alla gestione del “Parco delle Gravine” ed al suo mancato decollo economico, rappresenta il sintomo di un cronico pressapochismo politico, manifestatosi attraverso la scialba azione istituzionale portata avanti dal presidente Vendola.
Detto parco fu istituito con L.R. n.18 /2005 e nelle intenzioni del legislatore avrebbe dovuto conseguire un nobile scopo: lo sviluppo economico compatibile con le risorse ambientali; insomma quello che nel gergo ambientalista viene definito “sviluppo sostenibile”.
All’epoca l’istituzione del parco delle gravine fu visto come un indispensabile strumento strategico che avrebbe dovuto permettere uno sviluppo economico delle realtà imprenditoriali operanti nelle zone coinvolte con inevitabili e benefiche ricadute occupazionali.
Oggi a distanza di otto anni il parco delle gravine è ridotto ad un tragico e macabro manifesto elettorale vendoliano poiché a regnare è “il nulla”.
Il pretestuoso vessillo della tutela ambientale, ha impedito l’auspicata “inversione di rotta” che avrebbe dovuto attrarre investimenti economici nelle zone ricadenti nel perimetro del detto parco; ma hanno prevalso i capisaldi del “sistema” vendoliano che si identificano da sempre con lo spreco di denaro pubblico, l’inerzia politica e con la cura massima delle cosiddette “fabbriche di Niki” radioso esempio di “poltronificio”.
All’attualità esistono esclusivamente vincoli e divieti a difesa del parco delle gravine mentre non è ancora stato concepito un valido ed efficiente modello di crescita economica che per un verso tenga nella debita considerazione la salvaguardia delle ricchezze ambientali e di quelle paesaggistico-archeologiche del luogo, e per un altro verso, offra agli allevatori, così come agli operatori del settore commerciale e dell’artigianato le sacrosante e tanto attese opportunità di sviluppo economico protestate dai medesimi per lungo tempo.
L’area protetta del parco delle gravine vive oggi una vergognosa condizione di abbandono mentre le attività degli operatori economici del luogo sono paralizzate a causa di un assurdo immobilismo istituzionale addebitabile esclusivamente alla politica inconcludente e irresponsabile del governo regionale.
Vendola ha sempre cercato di presentarsi agli smarriti elettori pugliesi come l’icona della nuova coscienza etica nel panorama della vita politica regionale; oggi è possibile invece constatare che il suo patrimonio di credibilità istituzionale finalmente è giunto al capolinea. A riferirlo in una nota il consigliere regionale del PDL Giuseppe Cristella.
Detto parco fu istituito con L.R. n.18 /2005 e nelle intenzioni del legislatore avrebbe dovuto conseguire un nobile scopo: lo sviluppo economico compatibile con le risorse ambientali; insomma quello che nel gergo ambientalista viene definito “sviluppo sostenibile”.
All’epoca l’istituzione del parco delle gravine fu visto come un indispensabile strumento strategico che avrebbe dovuto permettere uno sviluppo economico delle realtà imprenditoriali operanti nelle zone coinvolte con inevitabili e benefiche ricadute occupazionali.
Oggi a distanza di otto anni il parco delle gravine è ridotto ad un tragico e macabro manifesto elettorale vendoliano poiché a regnare è “il nulla”.
Il pretestuoso vessillo della tutela ambientale, ha impedito l’auspicata “inversione di rotta” che avrebbe dovuto attrarre investimenti economici nelle zone ricadenti nel perimetro del detto parco; ma hanno prevalso i capisaldi del “sistema” vendoliano che si identificano da sempre con lo spreco di denaro pubblico, l’inerzia politica e con la cura massima delle cosiddette “fabbriche di Niki” radioso esempio di “poltronificio”.
All’attualità esistono esclusivamente vincoli e divieti a difesa del parco delle gravine mentre non è ancora stato concepito un valido ed efficiente modello di crescita economica che per un verso tenga nella debita considerazione la salvaguardia delle ricchezze ambientali e di quelle paesaggistico-archeologiche del luogo, e per un altro verso, offra agli allevatori, così come agli operatori del settore commerciale e dell’artigianato le sacrosante e tanto attese opportunità di sviluppo economico protestate dai medesimi per lungo tempo.
L’area protetta del parco delle gravine vive oggi una vergognosa condizione di abbandono mentre le attività degli operatori economici del luogo sono paralizzate a causa di un assurdo immobilismo istituzionale addebitabile esclusivamente alla politica inconcludente e irresponsabile del governo regionale.
Vendola ha sempre cercato di presentarsi agli smarriti elettori pugliesi come l’icona della nuova coscienza etica nel panorama della vita politica regionale; oggi è possibile invece constatare che il suo patrimonio di credibilità istituzionale finalmente è giunto al capolinea. A riferirlo in una nota il consigliere regionale del PDL Giuseppe Cristella.
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