LATERZA (TA) - L’ultima nidificazione risale al lontano 2003. Poi solo qualche breve apparizione, e quest’anno la graditissima sorpresa: una coppia di capovaccaio, piccolo avvoltoio sull’orlo dell’estinzione, ha nidificato all’Oasi Lipu Gravina di Laterza, in provincia di Taranto, all’interno del Parco regionale Terra delle Gravine. Lo scorso maggio la coppia ha deposto le uova in una cavità della parete del canyon; il 20 giugno è nato il pulcino, e a inizio settembre il giovane si è involato, sotto gli occhi dei genitori, dello staff dell’oasi Lipu e dei volontari che per diverse settimane hanno osservato e vigilato per la buona riuscita dell’operazione.
Grande la gioia e l’entusiasmo da parte della Lipu, per un evento tanto raro quanto inaspettato. <<Siamo felici di annunciare con volontarie staff dell’oasi questa grande notizia – commenta Marco Gustin, responsabile Specie Lipu – Ora speriamo che questa coppia torni anche l’anno prossimo per nidificare nell’Oasi Lipu Gravina di Laterza, in quanto è una delle ultime quattro coppie nidificanti in Italia continentale. Sarebbe un segnale incoraggiante per evitare la totale estinzione di questa specie nel nostro Paese, causata dalla riduzione dell’habitat ottimale della specie, la “pseudosteppa”, dall’elevata mortalità degli adulti, dall’aumento indiscriminato nelle aree idonee di impianti eolici e da problematiche ancora poco note nell’areale di svernamento nell’Africa sub-sahariana>>.
Ridotto ormai a 8-9 coppie nidificanti in Italia (le altre sono presenti in Basilicata, Calabria e Sicilia) classificato come “Critically endangered” (in pericolo critico di estinzione) dalla lista Rossa nazionale, il capovaccaio è una specie a grave rischio di estinzione. Proprio per questo l’Oasi Lipu Gravina di Laterza, che presenta un habitat ideale per ospitare questo avvoltoio, è stato fin dal 2004 teatro di rilasci di giovani individui, con la speranza di poter rafforzare la popolazione italiana.
Dieci i capovaccai liberati fino al 2012 con la tecnica dell’”Hacking”, in un progetto che la Lipu ha portato avanti con l’Ufficio Parchi della Regione Puglia, la Provincia di Taranto, il Comune di Laterza e il Cerm di Rocchette di Fazio, in provincia di Grosseto, coordinato da Guido Ceccolini. Il caso più noto è quello di Arianna, un giovane capovaccaio rilasciato nel 2006 e ritornato all’Oasi Gravina Laterza dopo quattro anni trascorsi a sud del Sahara, tra il Mali e il Niger.
Grande la gioia e l’entusiasmo da parte della Lipu, per un evento tanto raro quanto inaspettato. <<Siamo felici di annunciare con volontarie staff dell’oasi questa grande notizia – commenta Marco Gustin, responsabile Specie Lipu – Ora speriamo che questa coppia torni anche l’anno prossimo per nidificare nell’Oasi Lipu Gravina di Laterza, in quanto è una delle ultime quattro coppie nidificanti in Italia continentale. Sarebbe un segnale incoraggiante per evitare la totale estinzione di questa specie nel nostro Paese, causata dalla riduzione dell’habitat ottimale della specie, la “pseudosteppa”, dall’elevata mortalità degli adulti, dall’aumento indiscriminato nelle aree idonee di impianti eolici e da problematiche ancora poco note nell’areale di svernamento nell’Africa sub-sahariana>>.
Ridotto ormai a 8-9 coppie nidificanti in Italia (le altre sono presenti in Basilicata, Calabria e Sicilia) classificato come “Critically endangered” (in pericolo critico di estinzione) dalla lista Rossa nazionale, il capovaccaio è una specie a grave rischio di estinzione. Proprio per questo l’Oasi Lipu Gravina di Laterza, che presenta un habitat ideale per ospitare questo avvoltoio, è stato fin dal 2004 teatro di rilasci di giovani individui, con la speranza di poter rafforzare la popolazione italiana.
Dieci i capovaccai liberati fino al 2012 con la tecnica dell’”Hacking”, in un progetto che la Lipu ha portato avanti con l’Ufficio Parchi della Regione Puglia, la Provincia di Taranto, il Comune di Laterza e il Cerm di Rocchette di Fazio, in provincia di Grosseto, coordinato da Guido Ceccolini. Il caso più noto è quello di Arianna, un giovane capovaccaio rilasciato nel 2006 e ritornato all’Oasi Gravina Laterza dopo quattro anni trascorsi a sud del Sahara, tra il Mali e il Niger.