TARANTO - Con la conversione del D.L. n. 61/13 nella L. 3 agosto 2013 n. 89, la Legge “salva ILVA” ha riproposto in tutta la sua drammaticità la contrapposizione tra Salute, Ambiente e Lavoro: diritti costituzionalmente rilevanti che, alla luce di un quadro normativo di riferimento mutevole e sfuggente, risultano evidentemente sbilanciati, in quanto la devastante decretazione d'urgenza ha assunto la consistenza di provvedimenti "ad ILVAM" in soccorso dell’iniziativa economica privata.
Sorprende la cornice istituzionale nazionale, in cui il sacrificio di Salute e Ambiente a vantaggio di produzione industriale e occupazione è dichiarato "legittimo", ma di tale legittimità l'Europa dubita, minacciando procedure di infrazione, in considerazione del fatto che le Direttive comunitarie prevedono che la produzione industriale debba essere attuata secondo il criterio delle migliori tecnologie disponibili, proprio per non danneggiare la salute umana e l'ambiente.
Con la legge “salva ILVA” è stato sancito un "diritto differenziato" per gli stabilimenti di interesse strategico nazionale, per cui sono ritenute ammissibili deroghe in campo amministrativo: il provvedimento “ad Ilvam” ha previsto lo svincolo delle somme sequestrate in via cautelare in base alla Legge, tutt'ora vigente, sulla responsabilità giuridica delle imprese.
Inoltre i parametri previsti nell'Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) firmata dal Ministro Clini nell'ottobre 2012, inserita nel D.L. n. 207/12, si discostano dai parametri previsti in materia di AIA nel Codice dell'Ambiente e, nonostante l’emissione del provvedimento di sequestro senza facoltà d'uso degli impianti disposto dalla Magistratura di Taranto, gli stessi sono stati di fatto restituiti alla proprietà, che li utilizza in barba a tutte le norme in campo penale.
Per questo il WWF Taranto sollecita la Regione Puglia ad intervenire promuovendo giudizio di legittimità costituzionale, ex art. 127, 2°comma, Cost., nei confronti della L. n. 89/13, ancora suscettibile di impugnazione dinanzi alla Corte Costituzionale con ricorso in via principale.
La Regione Puglia, infatti, ha il potere di sollevare la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte Costituzionale delle leggi e degli atti aventi forza di legge dello Stato (o di altra Regione) che ritiene lesivi della propria sfera di competenza, considerato l'attuale riparto di competenze tra Stato e Regioni previsto dall’art. 117 Cost, il quale dispone che le Regioni hanno competenza legislativa e regolamentare in materie come la tutela della salute e il governo del territorio.
"Il WWF - dichiara Matteo Orsino, presidente del WWF Puglia - auspica che la Giunta Regionale dia seguito alle dichiarazioni di volontà di tutela di salute e Ambiente e si assuma tutte le sue responsabilità istituzionali, di concerto con gli Enti Locali interessati, poichè il diritto alla salute, anche sotto l'aspetto del diritto all'assistenza sanitaria, risulta attualmente fortemente compromesso se raffrontato alla situazione di emergenza sanitaria che vive la popolazione di Taranto".