BARI - La prudenza non è mai troppa, specie quando si parla di salute e l’associazione “Sportello dei Diritti” ogni qual volta si presenta un problema di salute pubblica in Italia o nei paesi contigui ma anche in quelli lontani, ritiene utile segnalare ciò che accade per informare e per evitare che situazioni analoghe si ripetano o si diffondono anche vicino o nella nostra stessa “casa”.
Oggi Giovanni D'Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” ritiene utile evidenziare quanto denunciato dalla rivista dei consumatori tedesca K-Tipp che ha focalizzato l’attenzione su una questione annosa ma troppo spesso sottovalutata dalla cittadinanza e dalle stesse istituzioni sanitarie dei paesi europei: la diffusione della legionella, il temibile batterio causa di gravi conseguenze cliniche che possono portare alla morte.
Nel caso in questione, l’indagine ha riguardato la qualità dell'acqua di ben quaranta hotel della Svizzera tedesca. Ed i risultati sono sorprendenti per assolutamente poco tranquillizzanti: in 25 strutture sono state trovata tracce della legionella, e in 5 di esse il livello superava la soglia imposta dall'Ufficio federale della sanità pubblica (OFSP).
Con valori simili, i rischi di contaminazione sono molto elevati, ha rilevato un esperto dell'OFSP in un’intervista ad un programma elvetico.
In un esame, addirittura la concentrazione di legionella nell'acqua era di gran lunga superiore alla norma: 73mila contro una soglia tollerata di 10mila, con evidenti rischi per la salute.
È noto che la legionella si sviluppa rapidamente in presenza di condizioni particolari, e altrettanto rapidamente può scomparire, ma è pur vero che vi sono luoghi dove è più facile che il batterio si annidi e proliferi, come quando vi sono impianti di condizionamento dell’aria o cisterne di approviggionamento dell’acqua. Gli alberghi, nella fattispecie, sono spazi ove nella pressoché generalità dei casi vi sono tali tipi d’impianti o serbatoi. È ovvio che un’adeguata manutenzione può limitare di gran lunga i rischi di proliferazione della legionella. Controlli che non sempre sono puntuali ed efficaci.
Ecco perché le autorità sanitarie, specie nei luoghi pubblici o aperti al pubblico, dovrebbero aumentare le attività di verifica al fine d’impedire sul nascere l’eventuale diffusione della temibile infezione. Lo riferisce in una nota lo 'Sportello dei Diritti'.
Oggi Giovanni D'Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” ritiene utile evidenziare quanto denunciato dalla rivista dei consumatori tedesca K-Tipp che ha focalizzato l’attenzione su una questione annosa ma troppo spesso sottovalutata dalla cittadinanza e dalle stesse istituzioni sanitarie dei paesi europei: la diffusione della legionella, il temibile batterio causa di gravi conseguenze cliniche che possono portare alla morte.
Nel caso in questione, l’indagine ha riguardato la qualità dell'acqua di ben quaranta hotel della Svizzera tedesca. Ed i risultati sono sorprendenti per assolutamente poco tranquillizzanti: in 25 strutture sono state trovata tracce della legionella, e in 5 di esse il livello superava la soglia imposta dall'Ufficio federale della sanità pubblica (OFSP).
Con valori simili, i rischi di contaminazione sono molto elevati, ha rilevato un esperto dell'OFSP in un’intervista ad un programma elvetico.
In un esame, addirittura la concentrazione di legionella nell'acqua era di gran lunga superiore alla norma: 73mila contro una soglia tollerata di 10mila, con evidenti rischi per la salute.
È noto che la legionella si sviluppa rapidamente in presenza di condizioni particolari, e altrettanto rapidamente può scomparire, ma è pur vero che vi sono luoghi dove è più facile che il batterio si annidi e proliferi, come quando vi sono impianti di condizionamento dell’aria o cisterne di approviggionamento dell’acqua. Gli alberghi, nella fattispecie, sono spazi ove nella pressoché generalità dei casi vi sono tali tipi d’impianti o serbatoi. È ovvio che un’adeguata manutenzione può limitare di gran lunga i rischi di proliferazione della legionella. Controlli che non sempre sono puntuali ed efficaci.
Ecco perché le autorità sanitarie, specie nei luoghi pubblici o aperti al pubblico, dovrebbero aumentare le attività di verifica al fine d’impedire sul nascere l’eventuale diffusione della temibile infezione. Lo riferisce in una nota lo 'Sportello dei Diritti'.
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