TARANTO - “Nei giorni scorsi, con i consiglieri regionali Alfredo Cervellera e Arnaldo Sala, dando seguito al documento condiviso lo scorso luglio e all'ordine del giorno votato all'unanimità dal Consiglio comunale di Taranto, abbiamo scritto al presidente della Regione, Nichi Vendola, sollecitando il suo intervento in merito alla paventata chiusura delle scuole di addestramento della Marina Militare e dell’Aeronautica, attualmente operanti a Taranto.
Rinnoviamo, dunque, la nostra preoccupazione legata agli effetti economici che il trasferimento annunciato dallo Stato Maggiore - i corsi di Maricentro ad Ancona e quelli Svtam a Caserta - provocherebbe su un tessuto di per sé depresso a causa della nota e drammatica congiuntura internazionale e locale.
Al presidente abbiamo inoltrato le decine di firme raccolte da operatori commerciali, e da comuni cittadini, che a Taranto stanno vivendo ore di angoscia dopo aver appreso delle intenzioni rese dalla Difesa, in applicazione del decreto di razionalizzazione approvato l'anno scorso dal governo Monti.
Taranto non può subire anche questo taglio, dopo un secolo di onorato impegno al servizio dello Stato!
La preoccupazione degli operatori commerciali, che nel giro di un anno vedrebbero svanire un’utenza pari a 18mila presenze ogni dieci mesi (tra giuramenti e corsi...) è motivata dai numeri che gli stessi illustrano dettagliatamente in testa alla loro petizione
Né ci possono tranquillizzare le recenti rassicurazioni giunte da settori della Difesa, a mezzo stampa, circa uno slittamento delle procedure di trasferimento che il decreto fissa al gennaio 2014.
Chiediamo al presidente di inserire la questione Marina e Aeronautica nel più ampio ventaglio delle partite aperte sul Tavolo Istituzionale dedicato alla vertenza Taranto.
Una necessità doppia, in definitiva: ragioni economiche e storiche sono il fondamento di un “no” netto al trasferimento dei corsi militari.
Taranto non può permettersi, oggi più che mai, di perdere pezzi fondamentali della propria vita quotidiana”.
A riferirlo in una nota la consigliera regionale del Pd Anna Rita Lemma.
Rinnoviamo, dunque, la nostra preoccupazione legata agli effetti economici che il trasferimento annunciato dallo Stato Maggiore - i corsi di Maricentro ad Ancona e quelli Svtam a Caserta - provocherebbe su un tessuto di per sé depresso a causa della nota e drammatica congiuntura internazionale e locale.
Al presidente abbiamo inoltrato le decine di firme raccolte da operatori commerciali, e da comuni cittadini, che a Taranto stanno vivendo ore di angoscia dopo aver appreso delle intenzioni rese dalla Difesa, in applicazione del decreto di razionalizzazione approvato l'anno scorso dal governo Monti.
Taranto non può subire anche questo taglio, dopo un secolo di onorato impegno al servizio dello Stato!
La preoccupazione degli operatori commerciali, che nel giro di un anno vedrebbero svanire un’utenza pari a 18mila presenze ogni dieci mesi (tra giuramenti e corsi...) è motivata dai numeri che gli stessi illustrano dettagliatamente in testa alla loro petizione
Né ci possono tranquillizzare le recenti rassicurazioni giunte da settori della Difesa, a mezzo stampa, circa uno slittamento delle procedure di trasferimento che il decreto fissa al gennaio 2014.
Chiediamo al presidente di inserire la questione Marina e Aeronautica nel più ampio ventaglio delle partite aperte sul Tavolo Istituzionale dedicato alla vertenza Taranto.
Una necessità doppia, in definitiva: ragioni economiche e storiche sono il fondamento di un “no” netto al trasferimento dei corsi militari.
Taranto non può permettersi, oggi più che mai, di perdere pezzi fondamentali della propria vita quotidiana”.
A riferirlo in una nota la consigliera regionale del Pd Anna Rita Lemma.
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