di Vittorio Polito - Fresco di stampa il volume “Le chiavi del mito e della storia”, a cura di Giovanni Cipriani e Antonella Tedeschi, (collana Kleos diretta da Francesco De Martino, Levante Editori, Bari - pagine 552 - € 50), raccoglie numerosi contributi di studiosi che hanno cooperato nell’ambito della seconda edizione del progetto ‘Note sul mito, il mito in note. La lirica pugliese dei secoli XVII-XVIII’, cofinanziato dalla Regione Puglia (Programma Regionale in materia di spettacolo - Fondi FESR Puglia 2007/2013 - Asse IV - Azione 4.3.2: Determinazione del Dirigente del Servizio Attività Culturali 059/DIR/2010/0081) e da altri partners (Enti locali, Associazioni culturali). Tale progetto, realizzato per la prima volta nel 2010 ed arrivato ormai alla sua terza edizione (di prossima attuazione), promuove la ricerca dei vari linguaggi in cui si può riscrivere una trama: ne è prova quanto è accaduto alla densa teoria di miti che, elaborati in età antica, hanno continuato a vivere non solo nelle letterature di età successive, ma anche nelle arti figurative, nella musica e, più di recente, nel cinema e nella televisione. I contributi raccolti nel volume, del resto, sono una chiara testimonianza della proficua cooperazione di professionisti provenienti da varie estrazioni che, con l’avallo delle loro specifiche competenze, hanno implementato importanti settori di studio e di ricerca, per la valorizzazione della ricezione e della fortuna del mito antico nei diversi campi del sapere, dalla letteratura all’arte, dalla musica al teatro e al cinema.
Il mito di Didone, infatti, è analizzato nelle realizzazioni musicali prima di Metastasio e nelle opere metastasiane, nelle rappresentazioni iconografiche dell’eroina tra ’600 e ’700 e nei Cori di Didone di Ungaretti; le metamorfosi del re Siface sono indagate da Livio ad Alfieri, insieme alla figura di Sofonisba, vista nelle rivisitazioni che passano da Livio, a Petrarca, a Corneille, fino a giungere ad Alfieri; oggetto di indagine sono anche le trasformazioni dei miti della Sibilla, delle Danaidi, di Fedra, di Lucrezia, di Orfeo, di Aristeo, di Antigone e di alcuni motivi letterari antichi nella produzione tardoantica e mediolatina; analizzati sono pure il tema della vendetta nelle opere musicali secentesche e l’uso del mito classico a Gaza, nel periodo tardoantico; un’ampia panormica, infine, è dedicata all’impiego dei miti nel collezionismo degli Jatta di Ruvo, oltre che nell’arte contemporanea (da Jackson Pollock a Pablo Picasso), nel cinema e nella serialità televisiva. Ora con l’ausilio della parola cantata, ora consegnate alla pura espressione acustica ora affidate al linguaggio gestuale e teatrale, le ‘fabulae’ dimostrano, in questi studi, di aver attraversato i generi letterari e artistici, trovando, di volta in volta, l’alveo più congeniale ad accogliere l’eredità dei mitografi antichi.
Giovanni Cipriani è professore ordinario di Letteratura latina presso l’Università degli Studi di Foggia ed i suoi interessi si concentrano essenzialmente intorno alla retorica classica applicata alla storiografia ed alla fortuna dei testi antichi, a livello letterario, iconografico e musicale. Si occupa anche di didattica del latino e di sperimentazione teatrale, senza tralasciare il campo della lessicografia, con particolare riguardo agli usi e ai costumi e, più in generale, alle categorie antropologiche della Roma antica.
Antonella Tedeschi, ricercatrice di Lingua e Letteratura latina presso la stessa Università, insegna Cultura letteraria latina. Le sue ricerche vertono prevalentemente su storiografia, retorica e teatro.
Hanno collaborato alla realizzazione del testo: Patrizia Balestra, Raffaella Bertazzoli, Aldo Corcella, Anna Di Giglio, Dinko Fabris, Antonio Iurilli, Dario Iurilli, Alessandro Gioia, Domenico Lassandro, Rosa Maria Lucifora, Rosanna Marino, Grazia Maria Masselli, Maria Rosaria Matrella, Stefan Nienhaus, Luigi Paglia, Giusy Petruzzelli, Patrizia Resta, Marco Russo Di Chiara, Livia Semerari, Francesco Sivo e Marisa Squillante.
In copertina: Menade musicante con giovane in procinto di giocare a cottabo (gioco in uso presso i Greci e gli Etruschi a carattere augurale, che consisteva nel lanciare il vino contenuto in una coppa in modo da colpire piccoli vasi galleggianti in un catino pieno d'acqua).
Il mito di Didone, infatti, è analizzato nelle realizzazioni musicali prima di Metastasio e nelle opere metastasiane, nelle rappresentazioni iconografiche dell’eroina tra ’600 e ’700 e nei Cori di Didone di Ungaretti; le metamorfosi del re Siface sono indagate da Livio ad Alfieri, insieme alla figura di Sofonisba, vista nelle rivisitazioni che passano da Livio, a Petrarca, a Corneille, fino a giungere ad Alfieri; oggetto di indagine sono anche le trasformazioni dei miti della Sibilla, delle Danaidi, di Fedra, di Lucrezia, di Orfeo, di Aristeo, di Antigone e di alcuni motivi letterari antichi nella produzione tardoantica e mediolatina; analizzati sono pure il tema della vendetta nelle opere musicali secentesche e l’uso del mito classico a Gaza, nel periodo tardoantico; un’ampia panormica, infine, è dedicata all’impiego dei miti nel collezionismo degli Jatta di Ruvo, oltre che nell’arte contemporanea (da Jackson Pollock a Pablo Picasso), nel cinema e nella serialità televisiva. Ora con l’ausilio della parola cantata, ora consegnate alla pura espressione acustica ora affidate al linguaggio gestuale e teatrale, le ‘fabulae’ dimostrano, in questi studi, di aver attraversato i generi letterari e artistici, trovando, di volta in volta, l’alveo più congeniale ad accogliere l’eredità dei mitografi antichi.
Giovanni Cipriani è professore ordinario di Letteratura latina presso l’Università degli Studi di Foggia ed i suoi interessi si concentrano essenzialmente intorno alla retorica classica applicata alla storiografia ed alla fortuna dei testi antichi, a livello letterario, iconografico e musicale. Si occupa anche di didattica del latino e di sperimentazione teatrale, senza tralasciare il campo della lessicografia, con particolare riguardo agli usi e ai costumi e, più in generale, alle categorie antropologiche della Roma antica.
Antonella Tedeschi, ricercatrice di Lingua e Letteratura latina presso la stessa Università, insegna Cultura letteraria latina. Le sue ricerche vertono prevalentemente su storiografia, retorica e teatro.
Hanno collaborato alla realizzazione del testo: Patrizia Balestra, Raffaella Bertazzoli, Aldo Corcella, Anna Di Giglio, Dinko Fabris, Antonio Iurilli, Dario Iurilli, Alessandro Gioia, Domenico Lassandro, Rosa Maria Lucifora, Rosanna Marino, Grazia Maria Masselli, Maria Rosaria Matrella, Stefan Nienhaus, Luigi Paglia, Giusy Petruzzelli, Patrizia Resta, Marco Russo Di Chiara, Livia Semerari, Francesco Sivo e Marisa Squillante.
In copertina: Menade musicante con giovane in procinto di giocare a cottabo (gioco in uso presso i Greci e gli Etruschi a carattere augurale, che consisteva nel lanciare il vino contenuto in una coppa in modo da colpire piccoli vasi galleggianti in un catino pieno d'acqua).