BARI - "Sono arrabbiato perché non si può morire di lavoro". Lo ha detto al Tgr Puglia, Vito Calabrese, psicologo, marito della psichiatra Paola Labriola uccisa ieri con 28 coltellate nel suo studio del centro di igiene mentale di Bari. ''Paola - racconta l'uomo - era una persona speciale ma aveva paura per la violenza che c'è in quel quartiere. Ora adottano misure di sicurezza ma non mi interessano perché mia moglie non c'è più''.
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