BARI - Il consigliere regionale PdL, Nino Marmo, ha inviato all’assessore alle Politiche Agricole, Fabrizio Nardoni, la seguente lettera:
“Caro assessore sento l’obbligo di segnalarti - affinché attraverso la tua iniziativa e gli uffici regionali nelle sedi competenti si trovi una soluzione - l’anomala e ingiusta situazione nella quale vengono a trovarsi, nei confronti dell’INPS, coloro che, già in quiescenza, si dedicano al governo delle campagne in loro possesso o che hanno ricevuto in eredità.
Accade a tal proposito, che a persone prive del titolo di coltivatori diretti o prive della qualifica di IAP (Imprenditore Agricolo Professionale), sia comunque richiesto l’obbligo assicurativo previsto per i lavoratori autonomi dell’agricoltura, in riferimento all’art. 13 della legge n. 233/1990.
Mi risulta, infatti, che gli ispettori dell’INPS, nell’ambito di verifiche sulla posizione assicurativa di singoli individui, abbiano provveduto all’iscrizione d’ufficio nella Gestione Lavoratori Autonomi dell’Agricoltura - IAP – ( con conseguente quantificazione del debito e dei relativi interessi) anche di persone, già in pensione, prive dei requisiti di ‘imprenditore agricolo’, solo perché iscritti nella “sezione speciale” del registro delle imprese dalla C.C.I.A.A, quali piccoli imprenditori e perché ricorrono a lavoratori agricoli a tempo determinato per la conduzione dei terreni agricoli dei quali sono proprietari.
Ritengo la situazione sopra descritta iniqua e illegittima nei confronti dei destinatari dei verbali di accertamento da parte dell’INPS. E credo che dopo uno studio del problema da parte degli uffici regionali, ai quali mi risulta pervengono i verbali dell’INPS per conoscenza e siano state segnalate dai diretti interessati queste vicende, sia necessario sottoporre la questione in sede di Conferenza Stato Regioni, per una negoziazione politica e al fine di trovare una soluzione.
Certo del tuo impegno, resto in attesa di riscontro e colgo l’occasione per inviare cordiali saluti”.
“Caro assessore sento l’obbligo di segnalarti - affinché attraverso la tua iniziativa e gli uffici regionali nelle sedi competenti si trovi una soluzione - l’anomala e ingiusta situazione nella quale vengono a trovarsi, nei confronti dell’INPS, coloro che, già in quiescenza, si dedicano al governo delle campagne in loro possesso o che hanno ricevuto in eredità.
Accade a tal proposito, che a persone prive del titolo di coltivatori diretti o prive della qualifica di IAP (Imprenditore Agricolo Professionale), sia comunque richiesto l’obbligo assicurativo previsto per i lavoratori autonomi dell’agricoltura, in riferimento all’art. 13 della legge n. 233/1990.
Mi risulta, infatti, che gli ispettori dell’INPS, nell’ambito di verifiche sulla posizione assicurativa di singoli individui, abbiano provveduto all’iscrizione d’ufficio nella Gestione Lavoratori Autonomi dell’Agricoltura - IAP – ( con conseguente quantificazione del debito e dei relativi interessi) anche di persone, già in pensione, prive dei requisiti di ‘imprenditore agricolo’, solo perché iscritti nella “sezione speciale” del registro delle imprese dalla C.C.I.A.A, quali piccoli imprenditori e perché ricorrono a lavoratori agricoli a tempo determinato per la conduzione dei terreni agricoli dei quali sono proprietari.
Ritengo la situazione sopra descritta iniqua e illegittima nei confronti dei destinatari dei verbali di accertamento da parte dell’INPS. E credo che dopo uno studio del problema da parte degli uffici regionali, ai quali mi risulta pervengono i verbali dell’INPS per conoscenza e siano state segnalate dai diretti interessati queste vicende, sia necessario sottoporre la questione in sede di Conferenza Stato Regioni, per una negoziazione politica e al fine di trovare una soluzione.
Certo del tuo impegno, resto in attesa di riscontro e colgo l’occasione per inviare cordiali saluti”.
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