Mobilitazione lavoratori scuola, Forte: “non si tratta di folklore”

BARI - “Il nuovo anno scolastico è iniziato e per la prima volta, non siederò dietro una cattedra, in quanto chiamato dai cittadini a rappresentarli in Consiglio regionale.
Tuttavia, nei miei pensieri, vi è la condivisione dello stato d’animo dei miei colleghi e soprattutto del personale precario della scuola. Per anni sono stato precario e ben comprendo il loro disagio, nel dover vivere la drammatica situazione dell’incertezza del posto di lavoro.
La scuola riprenderà con le solite e laceranti problematiche, ma ritengo che la patologica precarizzazione che investe il mondo della scuola, sia il problema dei problemi.
Non si può parlare di una “riforma strutturale del precariato nella P.A.”, come affermato dal premier Letta, escludendo la scuola, o facendo proclami su piani di stabilizzazione, che puntualmente vengono disattesi da tutti i governi.
Molti laureati, pur avendo vinto un regolare concorso nella scuola, per inefficienze e ritardi nella pubblicazione delle graduatorie, non saranno immessi in ruolo.
Le undicimila immissioni in ruolo previste, da dividersi giustamente con i precari storici, sono una goccia d’acqua nel mare. Per non parlare del personale tecnico e amministrativo, fondamentale nel funzionamento della scuola, che da due anni viene escluso dalle immissioni in ruolo.
È passato oramai un anno da quando, a seguito della norma sulla spending review, che ha introdotto il passaggio forzoso dei docenti inidonei e ITP (insegnanti tecnico pratici) sui ruoli del personale ATA, questi lavoratori hanno subito il blocco delle assunzioni per quanto riguarda i precari ATA, mentre per i docenti inidonei e ITP possiamo parlare di un vero e proprio accanimento.
Da sempre si denuncia il grave danno che si sta perpetrando nei confronti di questi lavoratori per chiedere  la cancellazione di questa norma, ritenuta incostituzionale, poiché è discriminatoria e intacca sia il diritto al lavoro, che il diritto alla salute, con effetti pesanti anche sulla funzionalità e sulla qualità del servizio scolastico.
Ancora quest’anno mentre si parla di libro elettronico, tecnologia ed ammodernamento della scuola italiana, per essere al passo con l’Europa (che ci chiede  di stabilizzare i precari attraverso sue direttive comunitarie che devono essere rispettate), le professionalità della scuola sono viste come lavoratori ‘usa e getta’.
La vera grande riforma della scuola, sarebbe quella di rispettare la dignità di questi lavoratori, prima di inchinarsi alle solite regole dei tagli ragionieristici. Infatti, ancora una volta, nella discussione del decreto ad hoc della scuola, annunciato dal ministro della Pubblica Istruzione Carrozza,  si chiuderanno gli occhi su questa vicenda”.
A riferirlo in una nota il consigliere regionale, Giacinto Forte.

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