“No triv, il decreto Zanonato solo un buon inizio”

BARI - “Senza i necessari approfondimenti, non posso giudicare se il decreto Zanonato sia decisamente ‘contro le trivelle’, come sostiene il Ministero dello sviluppo, o solo debolmente, come stanno dichiarando molti soggetti del movimento ambientalista. Ma la decisione di dimezzare le aree esposte alla ricerca di idrocarburi in mare mi sembra a prima vista un buon inizio”. È il commento del presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna alla decisione del ministro Flavio Zanonato di ridurre le zone marine aperte a prospezioni e trivellazioni offshore da 255 a 139mila km quadrati, spostando le eventuali autorizzazioni verso aree lontane dalle coste e già interessate da ricerche di Paesi confinanti.

L’intervento governativo, osserva Introna, “mette al riparo le aree protette, come le nostre splendide Tremiti, finora minacciate dalle torri petrolifere e già questo mi sembra un risultato della netta presa di posizione delle Istituzioni, dei comitati, delle associazioni e dei cittadini. Una prima risposta di segno positivo alla battaglia dei pugliesi per i mari puliti”.
“Ora ci attendiamo che lo stesso atteggiamento responsabile venga rivolto anche alle altre zone dell’Adriatico e dello Ionio. Per questo la nostra azione deve proseguire ed estendersi a tutte le acque mediterranee”, fa presente il presidente del Consiglio regionale pugliese. “O l’intero bacino viene messo al riparo – spiega - o resteranno comunque i rischi di un impatto sull’economia e sulla salute di milioni di cittadini di decine di Paesi. Se l’Adriatico è poco più di uno stagno, il Mediterraneo è poco più di un lago alpino”.

“Sarebbe avventato – insiste Introna – consentire a speculazioni controproducenti, a caccia di pessimo petrolio, di aggredire un territorio marinaro così ampio e densamente popolato. L’oro blu non va barattato col profitto di poche multinazionali. Sono in tanti - europei, africani, mediorientali – a trarre le risorse per vivere e sviluppare i propri territori con la pesca, la navigazione, la balneazione, il turismo”.

“Le trivelle vanno mese al bando definitivamente. Non farlo significherebbe minacciare tanta secolare economia e occupazione in cambio di poche settimane di autonomia energetica”.

“Prendiamo atto di questo segnale pertanto e continuiamo a sollecitare il completo abbandono di ogni progetto legato al petrolio in mare. Dopo le Tremiti vogliamo in salvo anche il Gargano, il Salento, lo Ionio e tutte le coste, dalla Spagna alla Turchia. I nostri mari siano dichiarati off limits: via le trivelle dal Mediterraneo”.

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