di Francesco Greco.
LECCE - Anche quest’anno l’Ordine degli Psicologi della Regione Puglia ripropone il progetto “Ottobre mese del benessere psicologico”. Identico lo slogan: “Ascoltare, comprendere, prendersi cura di sé: gli psicologi promotori del benessere”. Non poteva essere diversamente a fronte del successo che l’iniziativa ha riscosso negli anni scorsi in tutta la Regione, con i professionisti sparsi sul territorio ad ascoltare le persone bisognose di assistenza e ascolto.
“L’iniziativa – osserva la psicologa e psicoterapeuta Anna Colavita, - risponde al bisogno di diffondere la cultura del benessere psicologico e promuovere la professionalità dello psicologo. La centralità del nostro ruolo è indiscutibile se si fa riferimento al concetto di salute intesa come stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non alla semplice assenza di malattia".
Secondo la definizione dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità ) il benessere psicologico “è quello stato nel quale l'individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive e\o emozionali, per rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, adattandosi costruttivamente alle condizioni esterne e ai conflitti interni”.
“Tale definizione – aggiunge la dottoressa Colavita - traccia le coordinate per definire il benessere psicologico e allo stesso tempo apre lo spazio per porsi molte domande: come si costruisce una relazione soddisfacente? Come ci si adatta costruttivamente alle condizioni esterne e ai conflitti interni?”.
Domanda: Ce lo dica lei, come si fa?
Risposta: “L’apparato psichico è complesso, composto da emozioni, pensieri e comportamento, che si declinano in intrapsichico e interpersonale. La complessità diventa esponenziale quando consideriamo l’ambiente sociale costituito da una moltitudine di contesti (famiglia, lavoro, comunità di appartenenza). Sostenere una persona a ritrovare il suo equilibrio significa tener presente tutta questa complessità, evitando di incappare in soluzioni semplicistiche o, peggio ancora, in diagnosi semplicistiche, ovvero nel mito del letto di Procuste…”.
D. Il letto di Procuste? Cosa dice questo mito?
R. “Procuste era un albergatore mitologico che, forse per effetto del troppo perfezionismo, voleva che ogni persona si adattasse perfettamente al letto che lo avrebbe ospitato. Le dimensioni del letto sono queste, se le tue gambe sono troppo corte le allunghiamo e se sono troppo lunghe le tagliamo”.
D. Quindi non si può livellare l’unicità degli individui e dare una ricetta di benessere psicologico...
R. “Non c’è la ricetta del benessere, ma tante ricette, tante quante sono le persone che incontro nel mio studio. Se cerchiamo di livellare, cercando a tutti i costi di infilare una persona in una categoria, perdiamo di vista la sua storia. Con la finalità di rispettare la complessità di ogni essere umano, al fine di poterlo sostenere per raggiungere il suo benessere psicologico interno, che gli permetta un buon adattamento nel contesto sociale nel quale è inserito, lavoro utilizzando l’ATSC (Analisi Transazionale Socio Cognitiva), che grazie ai contributi di ricerca di Pio Scilligo mette insieme i contributi di modelli di psicoterapia validi ed efficaci quali l’Analisi Transazionale, con gli approcci psicodinamico, cognitivo comportamentale, interpersonale, costruttivista…”.
D. Quali sono le spie che ci avvertono del disagio, del malessere psicologico?
R. “Le spie, o le vie che il disagio può prendere per manifestarsi, possono essere ricondotte sostanzialmente:
- alle emozioni (ansia, attacchi di panico, depressione ecc…);
- ai pensieri (pensiero catastrofico: tendenza a catastrofizzare, cioè a insistere sul peggior risultato e sui risultati negativi delle situazioni che non necessariamente potrebbero esitare in peggio. Pensiero assoluto, cioè la tendenza, in presenza di un ‘pericolo’ interno o esterno, a valutare la situazione in termini opposti e assoluti, così che se essa non è assolutamente sicura significa che è insicura. Ad esempio, per una persona in cerca di lavoro, i pensieri possono essere i seguenti: sicuramente non mi assumeranno; non mi hanno assunto prima non lo faranno neanche adesso; se non mi assumono rimarrò disoccupato per sempre, ecc…);
- ai comportamenti (comportamenti invalidanti che si pongono come ostacoli per la conduzione di una vita normale, ad esempio una persona non va mai al bar, anche sotto pressante invito dei colleghi, perché crede che non lavino bene le stoviglie. Il comportamento risulta invalidante, in questo caso, rispetto alla vita sociale);
- ai sintomi psicosomatici: presenza di sintomi fisici che fanno pensare a un disturbo organico e che non sono invece giustificati da una condizione medica generale o dagli effetti diretti di una sostanza o da un altro disturbo mentale. Tali patologie sono fortemente connesse a fattori emotivi”.
D. Come mai scegliamo il disturbo psicosomatico per esprimere un disagio legato all’apparato psichico?
R. “L’apparato psichico è invisibile, da qui la grande difficoltà di noi umani ad accettare che esista, e ancor di più che si possa ammalare. Se trasformo un disagio psichico in un disagio fisico, lo trasformo in qualcosa di tangibile e di curabile”.
La dottoressa Colavita, psicologa, psicoterapeuta-Analista Transazionale, aderisce all’iniziativa “Ottobre 2013 mese del benessere psicologico” offrendo una consulenza gratuita presso i suoi studi di Maglie (Lecce) Laboratorio “Enea” – Via A. De Gasperi, 39 e di Presicce (Lecce) e “Physion” - Viale Stazione. Info: +39-339-1424153. Altri dettagli visitando il sito www.annacolavita.it
LECCE - Anche quest’anno l’Ordine degli Psicologi della Regione Puglia ripropone il progetto “Ottobre mese del benessere psicologico”. Identico lo slogan: “Ascoltare, comprendere, prendersi cura di sé: gli psicologi promotori del benessere”. Non poteva essere diversamente a fronte del successo che l’iniziativa ha riscosso negli anni scorsi in tutta la Regione, con i professionisti sparsi sul territorio ad ascoltare le persone bisognose di assistenza e ascolto.
“L’iniziativa – osserva la psicologa e psicoterapeuta Anna Colavita, - risponde al bisogno di diffondere la cultura del benessere psicologico e promuovere la professionalità dello psicologo. La centralità del nostro ruolo è indiscutibile se si fa riferimento al concetto di salute intesa come stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non alla semplice assenza di malattia".
Secondo la definizione dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità ) il benessere psicologico “è quello stato nel quale l'individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive e\o emozionali, per rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, adattandosi costruttivamente alle condizioni esterne e ai conflitti interni”.
“Tale definizione – aggiunge la dottoressa Colavita - traccia le coordinate per definire il benessere psicologico e allo stesso tempo apre lo spazio per porsi molte domande: come si costruisce una relazione soddisfacente? Come ci si adatta costruttivamente alle condizioni esterne e ai conflitti interni?”.
Domanda: Ce lo dica lei, come si fa?
Risposta: “L’apparato psichico è complesso, composto da emozioni, pensieri e comportamento, che si declinano in intrapsichico e interpersonale. La complessità diventa esponenziale quando consideriamo l’ambiente sociale costituito da una moltitudine di contesti (famiglia, lavoro, comunità di appartenenza). Sostenere una persona a ritrovare il suo equilibrio significa tener presente tutta questa complessità, evitando di incappare in soluzioni semplicistiche o, peggio ancora, in diagnosi semplicistiche, ovvero nel mito del letto di Procuste…”.
D. Il letto di Procuste? Cosa dice questo mito?
R. “Procuste era un albergatore mitologico che, forse per effetto del troppo perfezionismo, voleva che ogni persona si adattasse perfettamente al letto che lo avrebbe ospitato. Le dimensioni del letto sono queste, se le tue gambe sono troppo corte le allunghiamo e se sono troppo lunghe le tagliamo”.
D. Quindi non si può livellare l’unicità degli individui e dare una ricetta di benessere psicologico...
R. “Non c’è la ricetta del benessere, ma tante ricette, tante quante sono le persone che incontro nel mio studio. Se cerchiamo di livellare, cercando a tutti i costi di infilare una persona in una categoria, perdiamo di vista la sua storia. Con la finalità di rispettare la complessità di ogni essere umano, al fine di poterlo sostenere per raggiungere il suo benessere psicologico interno, che gli permetta un buon adattamento nel contesto sociale nel quale è inserito, lavoro utilizzando l’ATSC (Analisi Transazionale Socio Cognitiva), che grazie ai contributi di ricerca di Pio Scilligo mette insieme i contributi di modelli di psicoterapia validi ed efficaci quali l’Analisi Transazionale, con gli approcci psicodinamico, cognitivo comportamentale, interpersonale, costruttivista…”.
D. Quali sono le spie che ci avvertono del disagio, del malessere psicologico?
R. “Le spie, o le vie che il disagio può prendere per manifestarsi, possono essere ricondotte sostanzialmente:
- alle emozioni (ansia, attacchi di panico, depressione ecc…);
- ai pensieri (pensiero catastrofico: tendenza a catastrofizzare, cioè a insistere sul peggior risultato e sui risultati negativi delle situazioni che non necessariamente potrebbero esitare in peggio. Pensiero assoluto, cioè la tendenza, in presenza di un ‘pericolo’ interno o esterno, a valutare la situazione in termini opposti e assoluti, così che se essa non è assolutamente sicura significa che è insicura. Ad esempio, per una persona in cerca di lavoro, i pensieri possono essere i seguenti: sicuramente non mi assumeranno; non mi hanno assunto prima non lo faranno neanche adesso; se non mi assumono rimarrò disoccupato per sempre, ecc…);
- ai comportamenti (comportamenti invalidanti che si pongono come ostacoli per la conduzione di una vita normale, ad esempio una persona non va mai al bar, anche sotto pressante invito dei colleghi, perché crede che non lavino bene le stoviglie. Il comportamento risulta invalidante, in questo caso, rispetto alla vita sociale);
- ai sintomi psicosomatici: presenza di sintomi fisici che fanno pensare a un disturbo organico e che non sono invece giustificati da una condizione medica generale o dagli effetti diretti di una sostanza o da un altro disturbo mentale. Tali patologie sono fortemente connesse a fattori emotivi”.
D. Come mai scegliamo il disturbo psicosomatico per esprimere un disagio legato all’apparato psichico?
R. “L’apparato psichico è invisibile, da qui la grande difficoltà di noi umani ad accettare che esista, e ancor di più che si possa ammalare. Se trasformo un disagio psichico in un disagio fisico, lo trasformo in qualcosa di tangibile e di curabile”.
La dottoressa Colavita, psicologa, psicoterapeuta-Analista Transazionale, aderisce all’iniziativa “Ottobre 2013 mese del benessere psicologico” offrendo una consulenza gratuita presso i suoi studi di Maglie (Lecce) Laboratorio “Enea” – Via A. De Gasperi, 39 e di Presicce (Lecce) e “Physion” - Viale Stazione. Info: +39-339-1424153. Altri dettagli visitando il sito www.annacolavita.it