Parchi fotovoltaico, arresti in Puglia. Vendola, servono a pulire lo sporco

BRINDISI - Ancora fotovoltaico sott'accusa in Puglia. I militari della Guardia di Finanza, del Noe dei carabinieri e del corpo forestale dello Stato stanno eseguendo in diverse regioni d'Italia una dozzina di arresti con sequestri per presunti abusi nella realizzazione di 120 ettari di parchi fotovoltaici nel brindisino.

Gli indagati avrebbero percepito illecitamente contributi pubblici per diversi milioni di euro. I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal gip del Tribunale di Brindisi su richiesta della Procura.

VENDOLA, SERVONO A PULIRE SPORCO - "Le inchieste servono a pulire lo sporco per poter poi difendere quello che di pulito resta". Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, commentando con i giornalisti a Bari gli arresti effettuati a Brindisi nell'ambito di indagini sulla realizzazione di parchi fotovoltaici. "Mi sembra molto interessante - ha aggiunto - il fatto che si possa aggiungere alla ricostruzione completa di tutto quello che e' accaduto, in un settore che ha patito molto l'assenza di regole e il fatto che lo Stato e' stato renitente nei confronti dei propri doveri".

"Le energie rinnovabili sono un settore in cui la vacanza dal punto di vista delle linee guida e' durata sette anni, in un Paese in cui il piano energetico nazionale non e' l'oggetto di una vera discussione e di una vera condivisione. Quindi, per noi - ha sottolineato Vendola - resta la difesa di una strategia, che e' quella della green economy, che e' quella di correre verso la liberazione dalla dittatura del petrolio dei combustibili fossili. Resta la scelta privilegiata per il vento e per il sole, per tutto cio' che e' energia pulita e rinnovabile".

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