di Roberto Berloco - Sembrava una vittoria. Piena. Tra
le associazioni ambientaliste e l’opinione pubblica più sensibile il mese
d’agosto era trascorso con la consapevolezza gioiosa di aver sventato le
esercitazioni militari all’interno del “Parco Nazionale dell’Alta Murgia”, perlomeno
per tutto settembre.
Plausi sinceri si erano levati
anche nei confronti del presidente dell’ente Parco Cesare Veronico, al quale si
riconosceva la ferrea volontà di evitare l’epilogo delle cariche di carri
armati e delle esplosioni dei cannoni all’interno di una splendida natura come
quella del territorio protetto.
E c’era, addirittura, completa
onestà nell’ammettere di aver vinto una battaglia e non la guerra: il cammino
per una ridefinizione dei limiti geografici alle esercitazioni militari a salvaguardia
dell’ecosistema era ancora assai lungo, nessuno s’illudeva, ma tutto sembrava
promettere per efficaci tavoli di confronto.
E, invece, proprio nella giornata
di oggi, in contrada “Murgia Parisi” il divieto di transito a chiunque per
esercitazioni militari in corso.
La spiegazione starebbe nel
genere di accordo che era stato raggiunto in estate con l’esercito. La
sospensione riguardava le esercitazioni a fuoco, non quelle a mero contenuto
addestrativo, che sono appunto quelle avvenute nella data di oggi e che si
ripeteranno il giorno ventitrè di questo mese.
Lo sconcerto, comunque, ha cifre
elevate tra le entità ambientaliste, in testa “Legambiente”, ma pure tra quelle
pacifiste, come il “Movimento Non Violento”, che prende di mira la posizione del
ministro della Difesa Mario Mario Mauro, il quale aveva dichiarato pieno
consenso alle operazioni a fuoco dell’esercito nel “Parco dell’Alta Murgia” per
il prossimo mese, nel corso di una recente intervista alla “Gazzetta del
Mezzogiorno”.
“Il Movimento Nonviolento” - si
legge in una nota ufficiale - “esprime disaccordo con le dichiarazioni del
ministro Mauro. Riteniamo che esse - le esercitazioni n.d.r. - non siano
necessarie né utili, ma rappresentino un vulnus nel tessuto ambientale, sociale
e anche economico del parco”.
“Abbiamo piuttosto bisogno” -
continuano i pacifisti - “di radicare nei territori un modello di economia che
abbia lo sguardo lungo sul futuro e dia ai giovani la possibilità di mettersi
al servizio della propria terra, di coltivarla e custodirla per consegnarla
intatta alle future generazioni. Abbiamo bisogno di portare il mondo nel parco,
consacrando l'area protetta al turismo sostenibile e responsabile che ci
inserisca nei circuiti europei. Abbiamo bisogno di godere tutti dei benefici di
un'area pulita, protetta e in pace, senza rischi per la salute, danni alle
altre specie, distruzione degli ecosistemi”.
A questa presa di posizione si è
aggiunta, sempre in risposta alle parole del ministro, quella dello stesso
presidente Veronico, il quale ha precisato che “non è stata mai richiesta la
sospensione delle esercitazioni su tutto il territorio regionale, ma
esclusivamente nelle aree naturali protette”.
Si attendono ora sviluppi
chiarificatori della vicenda, che non sembra destinata ad essere sottovalutata
per via del crescente impatto che i temi ambientali hanno oramai fra l’opinione
pubblica pugliese.