di Nicola Zuccaro - All'indomani dell'annuncio di abbandono della panchina azzurra da parte di Cesare Prandelli dopo i Mondiali del 2014 si scatena con cinica puntualità giornalistica il toto-nomi su chi subentrerà all'attuale Ct della Nazionale.
Da Allegri a Conte, da Ranieri a Spalletti, emerge nella stampa calcistica una linea tesa, come nel passato più recente, a promuovere sulla panchina più calda d'Italia un allenatore di club anzichè un tecnico federale o in seconda battuta una " vecchia gloria azzurra ". La storia della Nazionale di calcio italiana ed in particolare della Figc, documenta che tecnici del calibro di Bearzot e Vicini hanno raggiunto dopo la trafila nelle selezioni azzurre minori il grado di Commissario Tecnico. Un ruolo, troppo spesso confuso con la figura del semplice allenatore e non elevato. come vorrebbe l'intelligenza calcistica, a quello di selezionatore.
E' l'indicazione che il Giornale di Puglia sottopone alla Figc ed in primis al Presidente Abete, senza però nascondere la predilezione per gente del calibro di Gentile e Tardelli sulla stregua di quanto avvenuto con la nomina a Ct della Nazionale Femminile di Antonio Cabrini.
Per riportare la Nazionale ai fasti di un tempo in un calcio dominato dagli interessi e dalle pressioni dei club trapiantare un cuore azzurro non guasterebbe al cospetto di cognomi che pur risultando vincenti coi loro club potrebbero non fare al caso dell''era post-Prandelliana'.
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