PORTO CESAREO (LE) - Oltre duemila firme per la petizione popolare “Mai più senza fogna”, promossa dal Circolo Legambiente di Porto Cesareo, sono state consegnate questo pomeriggio, da un gruppo di volontari e dal segretario del circolo Luigi Aquaro, al Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e al vicepresidente Angela Barbanente.
Firme per la realizzazione della fognatura nera, del depuratore cittadino e del recapito finale per il comune di Porto Cesareo, infrastruttura fondamentale per garantire la salute della popolazione e la tutela dei delicati ecosistemi terrestri e marini.
“L’impegno della Regione – ha detto Vendola - è di chiudere la partita di una buona depurazione e di un moderno sistema fognante. Ci sono problemi rilevanti legati alle caratteristiche del territorio pugliese. L’assenza di fiumi e di strumenti che consentono l’autodepurazione naturale rende molto problematica la scelta del recapito finale del refluo che quasi sempre dovrebbe essere il mare. Inoltre i nostri depuratori talvolta non hanno la capienza sufficiente a raccogliere il refluo, soprattutto quando il conferimento non avviene dalla popolazione naturale ma, nei periodi turistici, avviene da una popolazione che è decuplicata nei numeri”.
Per quanto riguarda il caso specifico, Vendola ha detto che il problema è mettere d’accordo il comune di Porto Cesareo con il comune di Nardò.
Porto Cesareo, Lecce |
“Non possiamo più avere nel 2013 - ha aggiunto il Presidente - comuni privi di un sistema fognante perchè non riescono ad agganciare il refluo ad un depurartore o ad un recapito”.
Vendola ha poi annunciato che nelle prossime settimane la Regione Puglia investirà 255 milioni di euro per la messa a punto dei 187 depuratori, per dotarli delle migliori tecnologie e per farli accompagnare dalla linea di smaltimento dei fanghi”.
“In questo modo – ha sottolineato Vendola - anche le situazioni come questa di Porto Cesareo o quella di Sava dovranno essere risolte”.
“Occorre insomma voltare pagina – ha concluso Vendola - occorre guadagnare quella modernità che è fatta anche di solidarietà tra pubbliche amministrazioni, perchè se Porto Cesareo è inquinata, se dovesse avere una difficoltà sanitaria, sarebbe un problema non solo per Nardò ma anche per tutta la Puglia”.
“L’ambiente non conosce confini amministrativi - ha sottolineato la Barbanente - e questo lo devono capire le amministrazion comunali che spesso invece agiscono con un’ottica miope da campanile. L’altro aspetto che vorrei sottolineare è questo: non c’è e non ci può essere contrasto tra tutela del paesaggio e soluzione del problema dei reflui. Quando questo problema viene rappresentato, viene rappresentato in modo strumentale. Oggi il paesaggio è l’ambiente di vita di tutti noi”.