BARI - "Sul piano paesaggistico le regole previste sul procedimento e il merito delle previsioni vincolistiche sono strettamente dipendenti, e temo che la proroga del termine per presentare osservazioni, sia pur utile, non risolverà il grande problema che abbiamo di fronte".
Lo dichiara il Consigliere regionale Fabiano Amati, in vista della riunione della V Commissione convocata per domani.
"La legge statale prevede che con l'adozione del piano paesaggistico scattano le misure di salvaguardia e che lo strumento adottato si pone in condizione di immediata prevalenza rispetto agli strumenti urbanistici comunali. Quali che siano.
Ne deriva che il Piano paesaggistico ha consumato i suoi cogenti effetti vincolistici, sin dall'atto dell'adozione (è chiara la previsione legislativa), per cui l'unica strada in teoria percorribile sarebbe quella di presentare osservazioni puntuali.
Ma questa, come è noto, è una soluzione che lascia prevedere l'onere di presentazione - a carico dei comuni e singoli cittadini - di migliaia di osservazioni da valutare e decidere con la delibera di approvazione definitiva, estendendo così sino al tempo massimo – e tacendo risvolti di maggiore complicazione tecnica - il periodo di vigenza delle norme di salvaguardia. Cioè bloccare quasi tutte le attività . Senza azzardare, almeno in questa sede, la stima del contenzioso giudiziario amministrativo che tale procedimento potrebbe generare”.
“Siamo di fronte, insomma, - prosegue Amati - ad un vero 'rompicapo', stretti tra la delibera di adozione ormai già assunta dalla Giunta regionale e le regole statali di prevalenza del Piano paesaggistico sugli strumenti urbanistici comunali, quand'anche approvati dalla Regione con atti amministrativi recenti ed in base alla legislazione più moderna.
È questo il motivo che rende improbabile la separazione delle questioni procedurali con quelle di merito (anche le norme sul procedimento contengono effetti di merito), sui cui risvolti congiunti sarebbe il caso di avviare la discussione in V Commissione”.
“La speranza - conclude il consigliere Pd - è di ottenere rapidamente una decisione serena e immediata sulla più utile strategia amministrativa per contemperare l'interesse pubblico con gli interessi legittimi e diritti soggettivi, e senza sottostare alla distinzione, politicamente comprensibile ma giuridicamente infondata, tra procedimento e merito del provvedimento".
Lo dichiara il Consigliere regionale Fabiano Amati, in vista della riunione della V Commissione convocata per domani.
"La legge statale prevede che con l'adozione del piano paesaggistico scattano le misure di salvaguardia e che lo strumento adottato si pone in condizione di immediata prevalenza rispetto agli strumenti urbanistici comunali. Quali che siano.
Ne deriva che il Piano paesaggistico ha consumato i suoi cogenti effetti vincolistici, sin dall'atto dell'adozione (è chiara la previsione legislativa), per cui l'unica strada in teoria percorribile sarebbe quella di presentare osservazioni puntuali.
Ma questa, come è noto, è una soluzione che lascia prevedere l'onere di presentazione - a carico dei comuni e singoli cittadini - di migliaia di osservazioni da valutare e decidere con la delibera di approvazione definitiva, estendendo così sino al tempo massimo – e tacendo risvolti di maggiore complicazione tecnica - il periodo di vigenza delle norme di salvaguardia. Cioè bloccare quasi tutte le attività . Senza azzardare, almeno in questa sede, la stima del contenzioso giudiziario amministrativo che tale procedimento potrebbe generare”.
“Siamo di fronte, insomma, - prosegue Amati - ad un vero 'rompicapo', stretti tra la delibera di adozione ormai già assunta dalla Giunta regionale e le regole statali di prevalenza del Piano paesaggistico sugli strumenti urbanistici comunali, quand'anche approvati dalla Regione con atti amministrativi recenti ed in base alla legislazione più moderna.
È questo il motivo che rende improbabile la separazione delle questioni procedurali con quelle di merito (anche le norme sul procedimento contengono effetti di merito), sui cui risvolti congiunti sarebbe il caso di avviare la discussione in V Commissione”.
“La speranza - conclude il consigliere Pd - è di ottenere rapidamente una decisione serena e immediata sulla più utile strategia amministrativa per contemperare l'interesse pubblico con gli interessi legittimi e diritti soggettivi, e senza sottostare alla distinzione, politicamente comprensibile ma giuridicamente infondata, tra procedimento e merito del provvedimento".
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