Rischio ambientale provincia di Lecce, odg di Gianfreda

LECCE - Il consigliere regionale Aurelio Gianfreda ha presentato un ordine del giorno con il quale chiede all’assessore regionale alle Politiche della salute, Elena Gentile, di finanziare adeguatamente il R.E.P.O.L. (Rete prevenzione oncologica leccese) e di prevedere ulteriori adempimenti per l’individuazione delle reali cause dell’alta incidenza tumorale nel territorio della provincia di Lecce.

L’odg sottoscritto da Gianfreda si basa su indagini statistiche e studi recenti.
Secondo i dati di mortalità della LILT Lecce (Lega tumori), nella provincia salentina, dal 1990 al 2008, il trend della mortalità per tutti i tipi di tumori è in crescita. Inoltre, si deduce che il tasso di mortalità è maggiore a Lecce rispetto alle province di Taranto e Brindisi e alla media regionale.
In particolare, a Lecce e a Taranto si registra una maggiore incidenza di tumori polmonari nei maschi.
Fra i fattori di rischio del carcinoma del polmone vengono annoverati fumo di tabacco, fattori genetici, radiazioni (radon), fattori ambientali.

Alla luce di alcune indagini statistiche, però, il vizio del fumo (che non risulta tanto radicato) non giustifica l’eccesso di incidenza e mortalità nelle province di Lecce e Taranto.
Anche per quanto riguarda il radon (tipo di gas che si forma nel sottosuolo e tende a salire in superficie) non sembra emergere un rischio maggiore rispetto ad altre aree del Paese, anche se da analisi condotte tra gli anni ’80 e ’90, si evince che l’esposizione della popolazione pugliese al gas tocca punte notevolmente alte nel territorio salentino.
Particolarmente grave, invece, risulta la situazione delle emissioni industriali in atmosfera. La Puglia, infatti, ha una concentrazione di industrie pesanti ad elevato impatto ambientale ed è la regione che emette la maggiore quantità di anidride carbonica.

Secondo il corposo studio scientifico che accompagna l’odg, la risposta che alcuni esperti danno alla maggiore incidenza e mortalità per tumore del polmone nella provincia di Lecce, rispetto a Brindisi e Taranto (sul cui territorio sono presenti impianti industriali di maggiore rilevanza), fa riferimento all’azione dei venti che sono capaci di disperdere i fumi inquinanti in una zona diversa dal luogo di emissione. Oltre al vento, sulla particolare situazione leccese hanno avuto o potrebbero continuare ad avere influenza anche altre fonti inquinanti locali.

L’odg presentato da Gianfreda si basa sul mancato monitoraggio della presenza di radon in abitazioni private, uffici e scuole e sul fatto che, per mancanza di risorse economiche, il REPOL resti ancora oggi inoperativo.
“Davanti a questa situazione - afferma Gianfreda - non basta l’impegno finora messo in campo dalla politica, dall’ARPA e dagli altri uffici deputati alla difesa ambientale. E' necessario attuare tutte le misure di prevenzione e gli interventi di adeguamento degli impianti, necessari a ridurre i rischi per la salute dei cittadini".

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