"Sospesa la strage dei randagi in Romania"

BARI - “Rimaniamo con il fiato sospeso. Fino al 25 settembre, data in cui la Corte costituzionale si esprimerà sulla legge ammazzarandagi approvata in Romania e per ora “bloccata”, non possiamo fare altro che sperare e continuare a fare pressioni sul Governo e sul Parlamento di quel Paese, sul Parlamento dell’Unione europea e sui Governi degli Stati che hanno aderito alla UE”. Così Piera Rosati - presidente della Lega Nazionale per la Difesa del Cane - commenta la notizia che la strage di massa dei cani vaganti è stata temporaneamente sospesa grazie al ricorso presentato da 30 senatori romeni alla loro Corte Costituzionale.

“Come Lega del Cane“, continua la Rosati, “abbiamo già scritto una lettera aperta a tutti i nostri Europarlamentari (stiamo ricevendo risposte confortanti) per sollecitare il loro intervento urgente affinché la Comunità Europea prenda posizione su queste legge iniqua. Non dimentichiamo che la Romania non hai mai fatto proprie, benché le abbia sottoscritte, le dichiarazioni comunitarie sulla gestione della popolazione canina nell’Ue (purtroppo direttive in materia non ci sono ancora). Inoltre, stiamo invitando soci, simpatizzanti e tutti i sostenitori dei diritti degli animali a firmare la petizione internazionale al seguente link:https://secure.avaaz.org/en/petition/Boycott_the_request_of_Romania_to_enter_in_Schengen_until_it_will_solve_in_civilized_mode_the_problem_of_strays/”.

La petizione chiede il boicottaggio del turismo in Romania e il blocco della richiesta di entrare nell'area Schengen (abolizione dei controlli alla frontiera) fino a che non si interromperà la mattanza dei randagi che, nonostante la sospensione, continua imperterrita con atti di crudeltà inaudita, e fino a che nel Paese non verrà attuata una seria politica di gestione degli animali sul territorio con la loro registrazione, identificazione, sterilizzazione e vaccinazione.

“Se tutto ciò non verrà attuato tante creature innocenti continueranno a essere uccise. E questo non vale soltanto per la Romania ma per tanti altri Paesi, dalla Spagna alla Bosnia, dall’ Albania all’Ucraina, per citare solo alcuni dei numerosi stati che sembrano aver dimenticato il significato della parola civiltà”, conclude la Presidente LNDC.

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