BARI - Era considerata una legge all'avanguardia, quella del 2007 della Regione Puglia, che tutelava gli ulivi secolari, soprattutto dopo il fenomeno degli espianti non autorizzati e illegali e il trafugamento delle piante verso il nord, magari nelle ville di famiglie benestanti. Alcune modifiche degli ultimi mesi, in particolare l'ultima di meta' luglio, hanno annacquato la legge e rischiano di dare la stura a molteplici tagli compromettendo l'immagine della regione fondata su questo albero dai forti significati simbolici e identitari. Almeno questo e' l'allarme lanciato dalle associazioni ambientaliste. Dure le critiche, ad esempio, del Wwf Puglia, secondo il quale con la legge del 19 luglio "il Consiglio Regionale pugliese compie l'ennesimo atto scellerato verso il paesaggio degli ulivi monumentali".
Gia' in primavera era passata una prima modifica che permetteva di escludere i vincoli di monumentalita' degli ulivi e degli uliveti "per piani attuativi di strumenti urbanistici generali approvati prima dell'entrata in vigore della Legge regionale 14 del 2007". Contro quel provvedimento si erano schierati, oltre al Wwf, anche Legambiente, Touring Club Italiano e Italia Nostra. Dal 19 luglio di quest'anno, per tutti gli ulivi e gli uliveti monumentali pugliesi, tutelati dalla Legge 14 del 2007, sono decaduti "i vincoli di tutela, nel caso venissero approvati piani attuativi di strumenti urbanistici generali (precedenti o postumi alla legge)", sottolinea il Wwf che ha definito "di una gravita' inaudita" questa norma peraltro approvata con voto bipartisan con un emendamento dal Consiglio regionale della Puglia.
Il Wwf, denunciando "i gravi comportamenti del Consiglio Regionale contro la storia, la cultura e il paesaggio pugliese, rappresentato dagli esemplari di ulivo secolari", ha preannunciato, in caso di mancate modifiche, un ricorso "nelle sedi opportune". Per Eugenio Lombardi, architetto e ideatore dell'Ecomuseo della Valle d'Itria e dell'Ecomuseo Urbano del Nord Barese "e' nei fatti una gigantesca liberatoria che priva il fondamentale simbolo della Puglia di qualsivoglia tutela, a favore del consumo del territorio cosi' come verra' definito dai locali strumenti urbanistici". Proteste anche dal deputato di M5S Giuseppe L'Abbate, gia' firmatario di una interrogazione al ministro Massimo Bray sulle modifiche apportate ad aprile dalla Giunta Vendola. "Gli ulivi monumentali possono essere e divenire una risorsa economica della Regione - ha detto - e non un semplice impedimento per fare altro". La legge "e' stata radicalmente snaturata e sbugiardata".
L'assessore pugliese alla Qualita' dell'Ambiente Lorenzo Nicastro spiega all'Adnkronos che "le modifiche alla legge regionale 14 del 2007 approvate non intervengono sulle procedure bensi' sui casi in cui e' possibile applicarle. Nello specifico la legge inizialmente prevedeva la possibilita' di chiedere alla Commissione di valutare lo spostamento nei casi di pubblica utilita': con le modifiche successive sono stati inseriti anche i casi di miglioramento fondiario per garantire la sussistenza delle aziende agricole e casi di lottizzazioni approvate prima del 2007 su cui si erano consolidati dei diritti edificatori dei cittadini. I passaggi di valutazione - assicura - sono rimasti praticamente gli stessi". Poi precisa che "non decadono i vincoli di tutela: gli ulivi monumentali sono comunque tutelati. Si amplia la casistica in cui si puo' chiedere alla commissione regionale di spostare le piante".
L'altra garanzia, per Nicastro, viene proprio dalla commissione all'interno della quale "sono presenti istituzioni a tutti i livelli con rappresentanti dei comuni in cui ricadono gli interventi, e inoltre i rappresentanti delle associazioni di categoria e di quelle ambientaliste oltre a soggetti, come il Corpo Forestale dello Stato, che hanno funzioni di vigilanza sul territorio in materia ambientale". A chi parla di deregulation, di scempio, di passo indietro rispetto a una norma 'fiore dell'occhiello', Nicastro risponde evidenziando che "sulla stessa legge siamo stati accusati di essere eccessivamente rigidi nei vincoli e di aver deregolamentato la tutela delle piante monumentali. La verita', fuor di polemica, e' che consideriamo gli ulivi un patrimonio ma non vogliamo farne un museo a cielo aperto che affami gli operatori e renda improduttive le aziende o che, ancora, leda diritti acquisiti dei cittadini".
"Siamo chiamati ad amministrare e le leggi devono servire agli uomini per vivere meglio e in armonia sempre piu' con l'ambiente in cui vive. Quando questo non accade le leggi vanno modificate. A chi vuol speculare su questa vicenda - afferma - devo fornire dei dati: in Puglia abbiamo un patrimonio olivicolo che sfiora i 60 milioni di piante di cui un buon 10% con caratteristiche di monumentalita'. Dal 2007 ad oggi la commissione competente ha esaminato una novantina di pratiche in cui si chiedeva l'espianto ed il reimpianto per effettuare opere di varia natura: parliamo di poco piu' di duemila piante".
Per la precisione si tratta di 2.112 piante e "mai, in nessuno di questi casi, e' stato autorizzato l'abbattimento. Solo lo spostamento - precisa Nicastro - e, a due anni dal reimpianto, la relazione sullo stato vegetativo. Va anche sottolineato che da questa legge e' scaturita una attivita' di censimento che ci ha portato ad avere un database con oltre 300mila piante (sarebbero circa 315 mila, ndr) che hanno una propria carta di identita'. Questo censimento oggi - prosegue l'assessore - si arricchisce delle segnalazioni di amministrazioni pubbliche ed imprenditori che, con lo strumento dell'autocensimento, incrementano il numero di piante certificate come monumentali".
Proprio agli inizi di settembre la Giunta regionale ha approvato le Linee guida relative alle modalita' di espianto, trasporto e reimpianto di ulivi monumentali e l'indirizzo per la corretta applicazione delle procedure agronomiche previste dalla normativa da applicare anche per gli ulivi che presentano carattere di monumentalita', anche se ancora non inseriti nell'elenco degli ulivi monumentali. Rimane la necessita' di trovare un modo per incentivare i conduttori a mantenere intatti gli alberi e a renderli economicamente convenienti.
L'assessore sottolinea che molti imprenditori e amministratori "guardano lontano ed intravedono delle possibilita' di valorizzazione delle piante monumentali attraverso dei marchi specifici per i prodotti derivanti da queste realta'. Penso ad una serie di iniziative nate sul nostro territorio per la promozione e lo sviluppo socio economico delle attivita' connesse agli ulivi secolari partiti all'interno del progetto Life. La conduzione delle piante monumentali, come tante altre attivita' agricole - sottolinea Nicastro - richiede sforzi economici che spesso rischiano di non trovare compensazione per questo abbiamo pensato a degli strumenti di sostegno sui quali stiamo lavorando di concerto con le associazioni di categoria". (Fonte: Adnkronos)
Gia' in primavera era passata una prima modifica che permetteva di escludere i vincoli di monumentalita' degli ulivi e degli uliveti "per piani attuativi di strumenti urbanistici generali approvati prima dell'entrata in vigore della Legge regionale 14 del 2007". Contro quel provvedimento si erano schierati, oltre al Wwf, anche Legambiente, Touring Club Italiano e Italia Nostra. Dal 19 luglio di quest'anno, per tutti gli ulivi e gli uliveti monumentali pugliesi, tutelati dalla Legge 14 del 2007, sono decaduti "i vincoli di tutela, nel caso venissero approvati piani attuativi di strumenti urbanistici generali (precedenti o postumi alla legge)", sottolinea il Wwf che ha definito "di una gravita' inaudita" questa norma peraltro approvata con voto bipartisan con un emendamento dal Consiglio regionale della Puglia.
Il Wwf, denunciando "i gravi comportamenti del Consiglio Regionale contro la storia, la cultura e il paesaggio pugliese, rappresentato dagli esemplari di ulivo secolari", ha preannunciato, in caso di mancate modifiche, un ricorso "nelle sedi opportune". Per Eugenio Lombardi, architetto e ideatore dell'Ecomuseo della Valle d'Itria e dell'Ecomuseo Urbano del Nord Barese "e' nei fatti una gigantesca liberatoria che priva il fondamentale simbolo della Puglia di qualsivoglia tutela, a favore del consumo del territorio cosi' come verra' definito dai locali strumenti urbanistici". Proteste anche dal deputato di M5S Giuseppe L'Abbate, gia' firmatario di una interrogazione al ministro Massimo Bray sulle modifiche apportate ad aprile dalla Giunta Vendola. "Gli ulivi monumentali possono essere e divenire una risorsa economica della Regione - ha detto - e non un semplice impedimento per fare altro". La legge "e' stata radicalmente snaturata e sbugiardata".
L'assessore pugliese alla Qualita' dell'Ambiente Lorenzo Nicastro spiega all'Adnkronos che "le modifiche alla legge regionale 14 del 2007 approvate non intervengono sulle procedure bensi' sui casi in cui e' possibile applicarle. Nello specifico la legge inizialmente prevedeva la possibilita' di chiedere alla Commissione di valutare lo spostamento nei casi di pubblica utilita': con le modifiche successive sono stati inseriti anche i casi di miglioramento fondiario per garantire la sussistenza delle aziende agricole e casi di lottizzazioni approvate prima del 2007 su cui si erano consolidati dei diritti edificatori dei cittadini. I passaggi di valutazione - assicura - sono rimasti praticamente gli stessi". Poi precisa che "non decadono i vincoli di tutela: gli ulivi monumentali sono comunque tutelati. Si amplia la casistica in cui si puo' chiedere alla commissione regionale di spostare le piante".
L'altra garanzia, per Nicastro, viene proprio dalla commissione all'interno della quale "sono presenti istituzioni a tutti i livelli con rappresentanti dei comuni in cui ricadono gli interventi, e inoltre i rappresentanti delle associazioni di categoria e di quelle ambientaliste oltre a soggetti, come il Corpo Forestale dello Stato, che hanno funzioni di vigilanza sul territorio in materia ambientale". A chi parla di deregulation, di scempio, di passo indietro rispetto a una norma 'fiore dell'occhiello', Nicastro risponde evidenziando che "sulla stessa legge siamo stati accusati di essere eccessivamente rigidi nei vincoli e di aver deregolamentato la tutela delle piante monumentali. La verita', fuor di polemica, e' che consideriamo gli ulivi un patrimonio ma non vogliamo farne un museo a cielo aperto che affami gli operatori e renda improduttive le aziende o che, ancora, leda diritti acquisiti dei cittadini".
"Siamo chiamati ad amministrare e le leggi devono servire agli uomini per vivere meglio e in armonia sempre piu' con l'ambiente in cui vive. Quando questo non accade le leggi vanno modificate. A chi vuol speculare su questa vicenda - afferma - devo fornire dei dati: in Puglia abbiamo un patrimonio olivicolo che sfiora i 60 milioni di piante di cui un buon 10% con caratteristiche di monumentalita'. Dal 2007 ad oggi la commissione competente ha esaminato una novantina di pratiche in cui si chiedeva l'espianto ed il reimpianto per effettuare opere di varia natura: parliamo di poco piu' di duemila piante".
Proprio agli inizi di settembre la Giunta regionale ha approvato le Linee guida relative alle modalita' di espianto, trasporto e reimpianto di ulivi monumentali e l'indirizzo per la corretta applicazione delle procedure agronomiche previste dalla normativa da applicare anche per gli ulivi che presentano carattere di monumentalita', anche se ancora non inseriti nell'elenco degli ulivi monumentali. Rimane la necessita' di trovare un modo per incentivare i conduttori a mantenere intatti gli alberi e a renderli economicamente convenienti.
L'assessore sottolinea che molti imprenditori e amministratori "guardano lontano ed intravedono delle possibilita' di valorizzazione delle piante monumentali attraverso dei marchi specifici per i prodotti derivanti da queste realta'. Penso ad una serie di iniziative nate sul nostro territorio per la promozione e lo sviluppo socio economico delle attivita' connesse agli ulivi secolari partiti all'interno del progetto Life. La conduzione delle piante monumentali, come tante altre attivita' agricole - sottolinea Nicastro - richiede sforzi economici che spesso rischiano di non trovare compensazione per questo abbiamo pensato a degli strumenti di sostegno sui quali stiamo lavorando di concerto con le associazioni di categoria". (Fonte: Adnkronos)