Un modo, come un altro, per affossare il dialetto barese


di Vittorio Polito - I dizionari rappresentano la raccolta delle parole di una determinata lingua o dialetto accompagnata generalmente dalla definizione del significato delle parole stesse.  La lingua può essere quella d’una intera tradizione letteraria (lingua italiana, francese, ecc.) o di una parte di un autore o di un dialetto. La definizione del significato può aver luogo nella lingua stessa di cui il dizionario raccoglie le parole, o mediante traduzione in un’altra lingua: nel secondo caso si hanno dizionari bilingui. Alcuni dizionari, di interesse più circoscritto, raccolgono i termini propri di particolari discipline o attività  che potrebbero definirsi tecniche (giuridica, letteraria, marina, architettura, ecc).

Il vocabolario, invece, raccoglie e spiega con definizioni ed esempi il lessico, ovvero il complesso dei vocaboli di una lingua o anche di un dialetto.
Solitamente quando ricorriamo ad essi, soprattutto per la lingua italiana, riportiamo esattamente quanto gli illustri redattori e consulenti hanno predisposto, senza farci minimamente prendere da dubbi di sorta. In altre parole consultiamo il dizionario che abbiamo a portata di mano e lo utilizziamo. Per il dialetto invece le cose cambiano per desiderio di qualcuno che, riconoscendosi accademico o esperto, vuole imporsi nel tentativo di obbligare gli altri ad utilizzare il proprio dizionario senza avere alcun riconoscimento letterario o quant’altro. Addirittura siamo al punto che un Comitato vorrebbe eliminare dall’alfabeto la i lunga (j), utilizzata ampiamente dalla maggior parte degli autori, e da molti altri dialetti, attraverso una doppia i, una accentata e l’altra no, sostituendola con la i normale o anche utilizzando doppie lettere ad inizio di parola e via dicendo.

Insomma un vero e proprio emporio di vocaboli dal quale ognuno prende quello che vuole e/o scrive come gli pare e piace. Da evidenziare che tutti utilizzano l’accento grave, mentre quello acuto è totalmente ignorato.

Un esempio viene dalla lettura di una recente nota pubblicata dalla Gazzetta del Mezzogiorno dalla quale ho estrapolato una serie di vocaboli confrontandoli con quelli dei dizionari più recenti disponibili per il dialetto barese: Barracano (Adda, 1981), Romito e Gentile (Levante, rispettivamente 1985 e 2007). Va detto, a proposito del «Nuovo dizionario dei baresi» di Gentile, che è l’unico dizionario bilingue (Italiano-Barese e Barese Italiano) attualmente disponibile. Alcune delle frasi dialettali riportate da Felice Giovine sulla Gazzetta sono scritte diversamente dallo stesso autore (nassce e nàssce, rusce rusce e rùsce rùsce, scettùsscene e scettùscene) rispetto a quelle indicate sulla grammatica dallo stesso curata (?).

Ecco dall’analisi di alcuni vocaboli cosa vien fuori:

GIOVINE
Gazzetta
BARRACANO
Vocabolario
ROMITO
Dizionario
GENTILE
Nuovo dizionario baresi
Ascre
Uàscre
Uascre
Uascre
Bbare
-
Bare
Bare
Bbèlle
-
Bèdde
Bèlle
Cerìgghie
Cerrìgghie
Cerrigghie o Scerrigghie
Cerìgghie
Femminile
-
-
Femmenjìle
Mbalgenàte
-
Mbalgenate
Mbalgenàte
Mbaràte
Ambaràte
Mbaràte
Mbaràte
Mediìlle
-
Medijlle
Medjìlle
Nassce - nàssce
Nàsce
Nasce
Nasce
Nessciùne
-
Nesciune
Nesciùne
Palùssce
Palûsce
Paluscene
Palùscene
Ppane
-
Pane
Pane
Rusce rusce
Rùsce rùsce
Rùscia rùsce
-
Ruscia rusce
Scarpenisce (u)
-
-
Scarpenescià
Sceguannàre
-
Sceguannare
Sceguannàre
Scettùsscene
Scettùscene
Scettùscene
Scettuscene
Scettùscene
Screfegghiòne
Screfegghiône
Screfegghione
Screfegghiòne
Sfraganizze
-
Sfraganizze
Sfraganìzze
Ssale
-
Sale
Sale
Terciùte
-
Terciute
Terciùte
Traiìne
-
Traijne
Trajìne
Uaccòne
Uaccône
Uaccone
Uaccòne
Vastasiìdde
Vastasiìdde
Vastasijdde
Vastasjìdde

Alla luce di quanto sopra e senza entrare nel merito lascio ai lettori, ai poeti ed agli appassionati del dialetto barese le conclusioni, considerando che per scrivere una poesia o una frase, nessuno andrà a studiarsi la grammatica, qualsiasi essa sia. Se poi le grammatiche saranno numerose allora il ricorso ad esse sarà sempre più problematico, senza considerare che anche dal punto di vista commerciale la spesa non vale l’impresa.