Amati: "Bene riadozione Pptr, ora si apre ulteriore fase di osservazioni"

BARI - Sia pur con tanta fatica, alla fine il risultato più equo e ponderato è venuto. La nuova adozione del Piano paesaggistico appaga e ristora la grande mobilitazione di opinioni e lo studio tecnico-giuridico che in molti in questi mesi abbiamo animato e compiuto: almeno per i problemi più ‘imponenti’ che avevamo posto e salvo una lettura più approfondita della delibera, che comunque mi riservo.
Qualcuno dirà che si sarebbe dovuto dibattere da subito con maggiore apertura ed elasticità; se così fosse stato, non sono certo che avremmo raggiunto un così alto grado di conoscenza e condivisione dei problemi. È per questo che anche le rigidità iniziali e le aperture finali della Giunta regionale e dell’assessore Barbanente, vanno salutate con soddisfazione: entrambe”.

Lo dichiara il consigliere regionale Fabiano Amati, commentando l’adozione con modifiche (riadozione) del Piano paesaggistico territoriale pugliese – PPTR – compiuta oggi dalla Giunta regionale.

“Sarebbe un illuso chi pensasse, pur con la giusta soddisfazione che anch’io condivido, che tutti i problemi siano risolti: ora si apre una fase altrettanto importante di osservazioni puntuali al Piano paesaggistico, presumo giustamente numerose, che spero il Governo regionale affronti con celerità e impegno, così come è accaduto in questi mesi. In questo senso, anche il parere della efficientissima V Commissione sarà più che utile.
Allo stato mi sembra che restino fuori da puntualizzazioni e chiarimenti due ‘grandi’ argomenti. Il primo, consiste nel rendere in sintonia le volumetrie consentite dal ‘piano casa’, con leggi nazionale e regionale, con quelle del PPTR. Il secondo, consiste invece nel chiarire che quando lo Stato fa una promessa con una legge, dietro esazione di denaro, non ci può essere nessuno strumento sotto-ordinato alla stessa legge (come il PPTR) che si rimangi la promessa: è il caso delle pratiche dei condoni che debbono continuare ad essere regolati dalla pianificazione paesaggistica del tempo in cui la domanda di condono fu presentata. A me i condoni non piacciono, ma quando si vive in uno Stato di diritto la legge prevale, e non vorrei ci fosse il bisogno di una circolare per spiegare questa ovvietà”.

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