di Luigi Laguaragnella - Ieri pomeriggio in via Sparano con angolo via Quintino Sella i sindacati CGIL, CISL e Uil uniti con un solo intento, hanno organizzato un sit-in, in seguito ai tragici eventi di Lampedusa che ancora oggi riportano a galla le salme di decine di immigrati. Nel pieno centro cittadino, tra il “passeggio” barese, i sindacati hanno provato a richiamare l’attenzione dei cittadini sul problema dei continui incidenti di cui il Mar Mediterraneo diventa cimitero. Era importante cercare di sensibilizzare ed informare l’intera comunità per essere uniti di fronte alle continue tragedie e insieme cercare di far tamponare questi sbarchi mortali.
Ormai la questione dell’immigrazione, come si sente dappertutto, non può essere un solo problema italiano: i sindacati, perciò, con il sit-in, hanno provato ad informare sulle proposte che possono essere intraprese per fermare le stragi del Mediterraneo: un piano per la costruzione di sistema di accoglienza adeguato con l’impegno dell’Unione Europea, la predisposizione di corridoi umanitari per i profughi che fuggono dalle guerre, una migliore legislazione dell’immigrazione, la lotta alla tratta degli esseri umani. Si tratta di obiettivi, in realtà globali, che devono interessare tutti i paesi, ma che innanzitutto coinvolgano i comuni cittadini.
Questa sera, nonostante la recente tragedia e i costanti titoli sui media circa l’argomento, il sit-in non sembra, aver avuto il riscontro prospettato dall’opinione pubblica. Poca gente si è fermata, almeno per prendere il volantino informativa. Tanti, come ha lasciato intendere una collaboratrice di uno dei sindacati che ha partecipato all’organizzazione, hanno evitato il confronto e la semplice informazione lasciando intravedere un po’ di indifferenza per questa delicata tematica.
E poi l’Europa dovrebbe aiutare chi?
Ormai la questione dell’immigrazione, come si sente dappertutto, non può essere un solo problema italiano: i sindacati, perciò, con il sit-in, hanno provato ad informare sulle proposte che possono essere intraprese per fermare le stragi del Mediterraneo: un piano per la costruzione di sistema di accoglienza adeguato con l’impegno dell’Unione Europea, la predisposizione di corridoi umanitari per i profughi che fuggono dalle guerre, una migliore legislazione dell’immigrazione, la lotta alla tratta degli esseri umani. Si tratta di obiettivi, in realtà globali, che devono interessare tutti i paesi, ma che innanzitutto coinvolgano i comuni cittadini.
Questa sera, nonostante la recente tragedia e i costanti titoli sui media circa l’argomento, il sit-in non sembra, aver avuto il riscontro prospettato dall’opinione pubblica. Poca gente si è fermata, almeno per prendere il volantino informativa. Tanti, come ha lasciato intendere una collaboratrice di uno dei sindacati che ha partecipato all’organizzazione, hanno evitato il confronto e la semplice informazione lasciando intravedere un po’ di indifferenza per questa delicata tematica.
E poi l’Europa dovrebbe aiutare chi?