Cassa integrazione: dall’inizio della crisi, in Puglia +174% di ore richieste

BARI - A settembre, diminuiscono le ore richieste all’Inps di cassa integrazione in Puglia (-65,2%) rispetto al precedente dato di agosto, mentre il rapporto con il 2008 –anno di inizio della crisi– segna un preoccupante +174,7%.
In termini assoluti, in Puglia, le ore di cassa integrazione autorizzate dall’Inps nel mese di settembre per interventi ordinari, straordinari e in deroga sono state complessivamente 3,5 milioni, a fronte dei 10 milioni del mese precedente. Sulla carta, gli indici al ribasso sarebbero positivi, ma la realtà purtroppo è ben diversa.

“Per molte aziende – spiega il Segretario Generale della UIL di Puglia e di Bari, Aldo Pugliese – c’è l’enorme difficoltà di aver esaurito le diverse forme di cassa integrazione tanto da ricorrere, laddove possibile, alla mobilità che equivale al licenziamento dei lavoratori. In tal senso, l’Inps registra, rispetto allo scorso anno, un sensibile incremento delle richieste delle istanze di mobilità e di disoccupazione (+22,3%)”.

Dettagliatamente, in Puglia le aziende autorizzate dall’Inps all’intervento della cassa integrazione ordinaria (Cigo) segnano un pericoloso rialzo del 209,6% su agosto scorso (1,6 milioni di ore rispetto ai 524mila di agosto). Se comparato con il 2008, anno di inizio della crisi, nello stesso periodo storico l’incremento risulta essere esponenziale, con +457,6%.
Relativamente alla cassa integrazione straordinaria (Cigs), decrescono di 81,8 punti percentuali le ore autorizzate dall’Inps rispetto ad agosto 2013, le cui ore passano da 8,3 milioni di ore addirittura agli attuali 1,5 milioni. Resta però il problema se comparato con il 2008: +107,1%.

In ordine agli interventi in deroga (Cigd) si registra un rallentamento, apparentemente positivo, del 69,3% su agosto 2013 (da 1,3 milioni di ore di agosto a 413mila ore di settembre). Rispetto allo stesso periodo del 2008 il rialzo è del 53%.
Per la cassa in deroga sono sempre all’ordine del giorno le difficoltà e le incertezze intorno allo strumento. Inoltre, per il 2014 sarebbero in fase di ridefinizione da parte del governo nazionale nuove regole di attribuzione delle risorse per regioni d’Italia sempre più stringenti.

“E’ evidente – continua Pugliese – la confusione che caratterizza la cassa in deroga, a cui si somma la palese insufficienza delle risorse stanziate finora dal governo nazionale. Di sicuro, un clima del genere scoraggia le aziende a ricorrere alla Cigd con i conseguenti rischi di nuovi licenziamenti. Ulteriore problema è rappresentato dai finanziamenti nazionali a singhiozzo, che generano forti ritardi nei pagamenti con conseguenti gravi danni nei confronti di migliaia di lavoratori. La crisi economica morde sempre più ed il mancato concreto rifinanziamento degli ammortizzatori in deroga da parte del governo Letta rischia di scatenare una spirale recessiva con nuove criticità occupazionali per il nostro paese. Bisogna ridefinire con serietà lo strumento degli ammortizzatori in deroga, eliminando i suddetti limiti, altrimenti, diventerà impraticabile, anche per la Puglia, sostenere il reddito dei lavoratori in Cigd così come quelli in mobilità in deroga”.

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