di Luigi Laguaragnella - Si nomina il Sud e si collega al futuro. In mezzo la parola cambiare. Con, seminari, eventi e dibattiti già da dallo scorso weekend la Fondazione CON IL SUD, che sostiene lo sviluppo e la coesione sociale a partire dall’educazione a dalla legalità nei più giovani, con la collaborazione del X forum del Libro e l’associazione “Presidi del libri” dalla mattina di venerdì ha inaugurato il ciclo di incontri, fino a domani 19 ottobre dal titolo “Investire in conoscenza”, dopo quelli del 12 e 13 ottobre sul “Fare comunità”.
Nucleo centrale della conoscenza è la cultura e analizzare come e quanto in essa si investa soprattutto al Sud è argomento che obbligatoriamente richiama l’intervento di rappresentanti delle istituzioni, del no profit e del mondo della cultura tra insegnanti, scrittori, giornalisti. Se l’obiettivo è cambiare il futuro, discutendo di argomenti di forte attualità in seguito a settori come quelli che ruotano intorno al mondo del libro, un po’ bloccati, dall’editoria al ruolo delle biblioteche ad ogni associazione culturale, gli interventi e le proposte degli ospiti meritano attenzione e progettualità. Inoltre al termine di questa prima giornata per “cambiare il futuro” la presenza di Erri De Luca in sala Murat che ha tenuto un discorso personale sulle esperienze di scrittura e lettura ha propagato un senso intimo e da valorizzare propri dell’atto di scrivere e leggere.
Ad inaugurare gli eventi che si sono succeduti nell’arco della giornata di ieri alla biblioteca Santa Teresa dei Maschi a Bari vecchia il primo momento di dibattito si è incentrato sul “fare comunità, leggere insieme: pubblico, privato e Terzo settore”. Partendo dal presidente dei Presidi del Libro (mediatore efficace per la promozione del libro a 360 gradi) Marina Losappio e del Forum del Libro Giovanni Solimene è stato lanciato il discorso dei cittadini che sono sempre più lontani dal mondo della lettura e allo stesso tempo all’importanza di investire nella conoscenza semplicemente per creare ed essere cittadini consapevoli. E probabilmente la democrazia non è pianamente realizzata in quanto biblioteche e librerie sono scarsamente frequentate.
E’ necessario intervenire e prendere decisioni per rimettere in circolo idee e un vero senso critico. Attenzione deve essere rivolta poi alle nuove generazioni e alle attività delle scuole, luogo chiamato a far nascere nei ragazzi il piacere di leggere collaborando con le realtà esterne. E’ stato affrontato un dibattito della lettura nel mondo giovanile: parte della letteratura per l’infanzia, come ha affermato Paolo Comentale, burattinaio, in realtà non è solo rivolta ad una fetta di ragazzi, bensì nasconde un senso del misterioso del senso della vita con cui tutti gli uomini sono chiamati ad interfacciarsi. Citando il “Piccolo Principe” e Gianni Rodari, giornalista e scrittore di libri per ragazzi si comprende che apparentemente si scrive per i più giovani, ma si tenta di acchiappare la coscienza e il cuore di tutti. Ospiti dell’incontro a Santa Teresa dei Maschi sono stati operatori culturali di altri zone dell’Italia che con la loro esperienza quotidiana hanno tracciato problemi, proposte, progetti che si dovrebbero intraprendere per tornare a creare luoghi d’incontro e da abitare partendo dalle biblioteche. L’insegnante vicentina Loredana Perego parte, però dal ruolo che ha la scuola per favorire la lettura. Gli insegnanti dovrebbero creare la scintilla nei ragazzi per la scrittura e la lettura. Scintilla che viene spenta perché le iniziative prese mancano di organicità soprattutto all’interno delle scuole, in cui le biblioteche, se ci sono, non sono luoghi frequentati oppure sono chiusi per conservare libri che non sono utilizzati.
Tutto il contrario di quello che occorrerebbe fare. Solo grazie ad alcuni insegnanti e dirigenti sensibili all’argomento si investe nei ragazzi creando ore di lettura e organizzando almeno una biblioteca scolastica che dovrebbe esserci in ogni istituto. Certamente se tutti gli insegnanti di ogni disciplina fossero maggiormente uniti nel credere ai progetti di lettura sarebbe già più facile. Forse non si riesce a inculcare nei ragazzi il piacere della lettura, che troppo spesso la collegano ai testi scolastici che riempiono e appesantiscono i loro zaini. Se non si sollecita alla lettura non si formeranno cittadini lettori capaci di leggere la realtà. Un motivo per cui l’Italia, secondo dati Ocse, risulta ultima per competenze alfabetiche e accesso alla cultura. Semplicemente, come dice Cecilia Cognigni, dell’AIB Piemonte, perché non si crea un sistema. Le biblioteche pubbliche potrebbero essere il luogo in cui si forma costantemente il cittadino, in cui avvengono le letture e vengono offerti altri servizi. E’ la biblioteca il centro in cui possono essere connessi ed inclusi tutti i cittadini: qui si possono creare corsi di lingua, come la consulenza di volontari verso gli immigrati fatta nell’esperienza piemontese. Come già incomincia ad accadere a nord, inoltre, la lettura è sinonimo di prevenzione sui temi contemporanei come la dislessia ed inoltre con tutto il patrimonio culturale conservato necessità di assistenza. E’ proprio l’assistenza in biblioteca che manca, per permettere che tutti i cittadini di ogni estrazione sociale e culturale possano accedere a servizi di ogni genere. Manca proprio questa visione unitaria di biblioteca.
Come espresso dai relatori esistono esperienze valorose di lettura unita ad esperienze sportive, ai progetti di portare libri in ospedali. Sono iniziative basate troppo sull’individualismo che inserite in un contesto organizzato renderebbe più efficace la via verso il progresso. Il Forum del Libro e i Presidi, perciò, sono dei poli che raccolgono tali proposte per condividerle e magari iniziare un percorso.
La giornata è proseguita con altre discussioni sugli spazi di lettura in relazione al territorio e continuano nella giornata di oggi al teatro Petruzzelli con gli interventi di Ignazio Visco, Corrado Augias, Nichi Vendola, Massimo Bray e altri autorevoli ospiti. Ma ieri la giornata si è conclusa con la gradevole presenza di Erri De Luca nella sala Murat che in forma colloquiale e geniale ha raccontato il suo rapporto con il libro, la sua formazione verso il mondo della scrittura e il valore della parola. Lo scrittore napoletano ha reso l’immagine del libro compagno di vita che è allo stesso tempo è portato dal lettore ed è portatore del lettore verso luoghi unici. Come se i libri e la parola, una volta usciti da colui che come dice lui “ha sobbalzi della mente”, non appartengono più al singolo individuo. Sono della collettività. Il rapporto, descritto da lui, con il libro, sembra quasi umano: in base alla lettura, il libro stesso fa capire se quella lettura è adatta alla persona. Ha accennato al valore che mantiene ancora il libro classico, rispetto all’ebook e parlando della parola, saggiamente, il non credente De Luca ha spiegato la centralità che la Parola ha per Dio che una volta pronunciata successivamente concretizza. Insomma la parola non è solo strumento, ma è proiezione di vita, di emozioni che anticipa e scopre, all’insaputa, le volontà del lettore.
Nucleo centrale della conoscenza è la cultura e analizzare come e quanto in essa si investa soprattutto al Sud è argomento che obbligatoriamente richiama l’intervento di rappresentanti delle istituzioni, del no profit e del mondo della cultura tra insegnanti, scrittori, giornalisti. Se l’obiettivo è cambiare il futuro, discutendo di argomenti di forte attualità in seguito a settori come quelli che ruotano intorno al mondo del libro, un po’ bloccati, dall’editoria al ruolo delle biblioteche ad ogni associazione culturale, gli interventi e le proposte degli ospiti meritano attenzione e progettualità. Inoltre al termine di questa prima giornata per “cambiare il futuro” la presenza di Erri De Luca in sala Murat che ha tenuto un discorso personale sulle esperienze di scrittura e lettura ha propagato un senso intimo e da valorizzare propri dell’atto di scrivere e leggere.
Ad inaugurare gli eventi che si sono succeduti nell’arco della giornata di ieri alla biblioteca Santa Teresa dei Maschi a Bari vecchia il primo momento di dibattito si è incentrato sul “fare comunità, leggere insieme: pubblico, privato e Terzo settore”. Partendo dal presidente dei Presidi del Libro (mediatore efficace per la promozione del libro a 360 gradi) Marina Losappio e del Forum del Libro Giovanni Solimene è stato lanciato il discorso dei cittadini che sono sempre più lontani dal mondo della lettura e allo stesso tempo all’importanza di investire nella conoscenza semplicemente per creare ed essere cittadini consapevoli. E probabilmente la democrazia non è pianamente realizzata in quanto biblioteche e librerie sono scarsamente frequentate.
E’ necessario intervenire e prendere decisioni per rimettere in circolo idee e un vero senso critico. Attenzione deve essere rivolta poi alle nuove generazioni e alle attività delle scuole, luogo chiamato a far nascere nei ragazzi il piacere di leggere collaborando con le realtà esterne. E’ stato affrontato un dibattito della lettura nel mondo giovanile: parte della letteratura per l’infanzia, come ha affermato Paolo Comentale, burattinaio, in realtà non è solo rivolta ad una fetta di ragazzi, bensì nasconde un senso del misterioso del senso della vita con cui tutti gli uomini sono chiamati ad interfacciarsi. Citando il “Piccolo Principe” e Gianni Rodari, giornalista e scrittore di libri per ragazzi si comprende che apparentemente si scrive per i più giovani, ma si tenta di acchiappare la coscienza e il cuore di tutti. Ospiti dell’incontro a Santa Teresa dei Maschi sono stati operatori culturali di altri zone dell’Italia che con la loro esperienza quotidiana hanno tracciato problemi, proposte, progetti che si dovrebbero intraprendere per tornare a creare luoghi d’incontro e da abitare partendo dalle biblioteche. L’insegnante vicentina Loredana Perego parte, però dal ruolo che ha la scuola per favorire la lettura. Gli insegnanti dovrebbero creare la scintilla nei ragazzi per la scrittura e la lettura. Scintilla che viene spenta perché le iniziative prese mancano di organicità soprattutto all’interno delle scuole, in cui le biblioteche, se ci sono, non sono luoghi frequentati oppure sono chiusi per conservare libri che non sono utilizzati.
Tutto il contrario di quello che occorrerebbe fare. Solo grazie ad alcuni insegnanti e dirigenti sensibili all’argomento si investe nei ragazzi creando ore di lettura e organizzando almeno una biblioteca scolastica che dovrebbe esserci in ogni istituto. Certamente se tutti gli insegnanti di ogni disciplina fossero maggiormente uniti nel credere ai progetti di lettura sarebbe già più facile. Forse non si riesce a inculcare nei ragazzi il piacere della lettura, che troppo spesso la collegano ai testi scolastici che riempiono e appesantiscono i loro zaini. Se non si sollecita alla lettura non si formeranno cittadini lettori capaci di leggere la realtà. Un motivo per cui l’Italia, secondo dati Ocse, risulta ultima per competenze alfabetiche e accesso alla cultura. Semplicemente, come dice Cecilia Cognigni, dell’AIB Piemonte, perché non si crea un sistema. Le biblioteche pubbliche potrebbero essere il luogo in cui si forma costantemente il cittadino, in cui avvengono le letture e vengono offerti altri servizi. E’ la biblioteca il centro in cui possono essere connessi ed inclusi tutti i cittadini: qui si possono creare corsi di lingua, come la consulenza di volontari verso gli immigrati fatta nell’esperienza piemontese. Come già incomincia ad accadere a nord, inoltre, la lettura è sinonimo di prevenzione sui temi contemporanei come la dislessia ed inoltre con tutto il patrimonio culturale conservato necessità di assistenza. E’ proprio l’assistenza in biblioteca che manca, per permettere che tutti i cittadini di ogni estrazione sociale e culturale possano accedere a servizi di ogni genere. Manca proprio questa visione unitaria di biblioteca.
Come espresso dai relatori esistono esperienze valorose di lettura unita ad esperienze sportive, ai progetti di portare libri in ospedali. Sono iniziative basate troppo sull’individualismo che inserite in un contesto organizzato renderebbe più efficace la via verso il progresso. Il Forum del Libro e i Presidi, perciò, sono dei poli che raccolgono tali proposte per condividerle e magari iniziare un percorso.
La giornata è proseguita con altre discussioni sugli spazi di lettura in relazione al territorio e continuano nella giornata di oggi al teatro Petruzzelli con gli interventi di Ignazio Visco, Corrado Augias, Nichi Vendola, Massimo Bray e altri autorevoli ospiti. Ma ieri la giornata si è conclusa con la gradevole presenza di Erri De Luca nella sala Murat che in forma colloquiale e geniale ha raccontato il suo rapporto con il libro, la sua formazione verso il mondo della scrittura e il valore della parola. Lo scrittore napoletano ha reso l’immagine del libro compagno di vita che è allo stesso tempo è portato dal lettore ed è portatore del lettore verso luoghi unici. Come se i libri e la parola, una volta usciti da colui che come dice lui “ha sobbalzi della mente”, non appartengono più al singolo individuo. Sono della collettività. Il rapporto, descritto da lui, con il libro, sembra quasi umano: in base alla lettura, il libro stesso fa capire se quella lettura è adatta alla persona. Ha accennato al valore che mantiene ancora il libro classico, rispetto all’ebook e parlando della parola, saggiamente, il non credente De Luca ha spiegato la centralità che la Parola ha per Dio che una volta pronunciata successivamente concretizza. Insomma la parola non è solo strumento, ma è proiezione di vita, di emozioni che anticipa e scopre, all’insaputa, le volontà del lettore.