Consiglio, approvato il Piano regionale dei Rifiuti. Vendola, occasione di sviluppo

BARI - E’ stato approvato con 32 voti favorevoli e 17 contrari il Piano regionale dei Rifiuti. L’Aula ha poi affrontato l’esame degli ordini del giorno relativi agli Ato e ai siti di Spinazzola e Conversano. Il presidente Introna ha comunicato che la seduta di domani è annullata.

Vendola - Noi abbiamo sulle spalle cento anni in cui nel nome del primato della scienza si è immaginato di costruire un’intera civiltà e un modello di sviluppo sulla fissione dell’atomo. Oggi Fukushima ci dice quanto è necessario cambiare radicalmente atteggiamento, mentalità. Nel nome della scienza si sono costruiti anche degli orrori e non si sono solo consumati degli errori. Quando parliamo di questi argomenti verrebbe voglia di chiedere chi è la scienza e cos’è la scienza.
È pur vero che noi per esempio nell’impianto di termovalorizzazione di Massafra registriamo costantemente limiti di emissioni di inquinanti che sono la metà di quelli previsti dalla legge; quindi unaperformance ottima, ma tuttavia stiamo parlando di micro inquinanti e le patologie oncologiche hanno a che fare con i micro inquinanti.
Voi sapete che abbiamo ridotto le emissioni di diossina dell’Ilva di Taranto sono passate, non lo dico in nanogrammi perché con i nanogrammi possiamo imbrogliarci da 9 nanogrammi a 0,4 nanogrammi, sono passati, così apprezziamo il carattere limitato della dimensione, da mezzo chilo a quattro grammi all’anno. Tuttavia, quattro grammi all’anno, non è che non costituiscano un problema. Lo dico perché tante volte abbiamo dovuto aspettare il senno di poi e quel senno di poi accompagnava l’edificazione di interi cimiteri prima di trarre le nostre conseguenze su che cos’era, per esempio, la modernità sotto forma di amianto, la modernità di grandi impianti e grandi complessi industriali come quelli anche del nord Italia. Anche la certificazione del rapporto tra inquinamento e patologia è una conquista della ricerca scientifica, non è un dato acquisito.
Ma non è per ragioni ideologiche che noi abbiamo detto di no ai termovalorizzatori. Il punto è che noi abbiamo cancellato dalla parte pubblica, dalla pianificazione pubblica i termovalorizzatori, che sono oggetto da parte mia non di una critica ideologica ma di una critica politica.
Io mi ribello all’idea che con cinque termovalorizzatori, due di parte privata e tre di parte pubblica, avremmo scelto una strada diversa da quella non della mia ideologia ma da quella di tutte le direttive del Parlamento europeo, da quella che è ormai nella letteratura scientifica mondiale, che chiede di ridurre la produzione dei rifiuti, recuperare e riciclare, le tre “r” su cui non c’è documento, non c’è atto che non ci spinga a riflettere.
Noi non possiamo pensare che governare, per chi vinca le elezioni, significhi automaticamente disfare, anche dal punto di vista dei procedimenti amministrativi tutto quello che è stato fatto. Questo è il punto, un punto che rende irreversibili le scelte oggetto dalla sofferenza e anche di una ribellione che io considero per certi versi importante, frutto di una coscienza civile, ambientale che sta crescendo? No, assolutamente. Io lo dico qui, l’assessore non l’ha detto: in qualunque momento avessimo contezza della violazione delle norme contrattuali che ci legano alla vicenda di Conversano, io e naturalmente non è una valutazione all’ingrosso, non è una valutazione a lume di naso, è una valutazione a lume di una gigantesca coscienza e competenza tecnico-giuridica, io non esiterei una frazione di secondo a risolvere quel contratto.
Parliamo della raccolta differenziata. Oggi siamo al punto della svolta, anche per un’altra ragione. La raccolta differenziata lievita dal punto di vista delle percentuali quando c’è il trattamento dell’umido. Quando riguarda soltanto il secco è chiaro che annaspa in percentuali modeste. Quando, invece, con lo sviluppo degli impianti di compostaggio, si raccoglie e si tratta l’umido, questo consente immediatamente di far schizzare in alto le percentuali di raccolta. Aggiungo che i Comuni oggi sono veramente di fronte a un passaggio e devo osservare che è cambiata un po’ la mentalità dei sindaci e il modo di porsi nei confronti di questo argomento.
Il rifiuto può non essere un problema di smaltimento, ma può essere un’occasione di sviluppo, può essere una risorsa.
Non lo so se tra di noi è matura la coscienza di quanto è profondo il cambiamento. Se voi andate su Google alla parola bioplastica vedete dalle bucce di banane, dai pomodori si realizzano le nuove plastiche, che sono plastiche, si realizzano le pile per i telefonini. Siamo veramente vicini a una prospettiva di cambiamento straordinaria. Vogliamo essere dentro quella trincea, naturalmente sapendo che quella trincea è fatta di compatibilità ecologica, di occasioni economiche perché si tratta anche di produrre ricchezza.
Io penso che si possa produrre ricchezza in una maniera nuova, sapendo che la qualità dell’aria, la qualità della terra, la qualità del mare appartengono all’idea di ricchezza che noi dobbiamo promuovere.

Amati - "Credo ci sia la necessità di invertire l’ordine delle priorità date ai tre livelli problematici emersi nel corso del dibattito consiliare, eleggendo a primo problema quello dell’Ato unico, e poi affrontare le problematiche di Grottelline e Conversano. Altrimenti, non riusciremo a dare la giusta armonia ai nostri punti di vista e penseremo erroneamente di poter suddividere i problemi e piegarli al nostro punto di vista.
E’ chiaro infatti che la decisione sull’Ato unico faccia assumere determinazioni di un certo tipo su Conversano e Grottelline, la decisione invece che predilige la presenza di sei Ato orienta verso altre prospettive. Il Consiglio regionale dovrebbe assumere la consapevolezza che l’indicazione della governance sui rifiuti non rappresenta una questione irrilevante, soprattutto con riferimento alla soluzione dei problemi che ci troviamo ad affrontare. E non lo è perché tra qualche anno ci troveremo di fronte ad un'organizzazione del mondo e della civiltà che ci porterà ad avere un sistema di governance a larga scala e la vicenda dell’acqua, che in Puglia è la trasformazione di una disgrazia in grazia, dovrebbe essere indicativa per comprendere quanto questo sguardo "lungo" potrebbe essere utile.
Per raggiungere un nuovo sistema di governace c’è bisogno di un lungo processo che punti, di qui ai prossimi anni, a riorganizzare su larga scala  e sull’intero territorio regionale la gestione dei rifiuti, ad evitare che parti del territorio si sentano aggredite ingiustamente in virtù di una storia antica che li vedeva destinatari di un impianto che rappresenta un grave nocumento.
Nello specifico, per quanto riguarda la vicenda di Grottelline, leggendo gli atti, si evince che siamo di fronte a problematiche di rischio idrogeologico certificate, in assenza degli interventi giusti. Al cospetto allora di un impedimento tecnico amminsitrativo di livello superiore rispetto ad ogni pianificazione come il rischio idraulico, amministrativamente direi che stiamo fotografando (usando un termine dell'assessore Nicastro)  ciò che amministrativamente non può essere fotografato.
Lo stesso ragionamento vale per quanto riguarda Conversano, con riferimento alle incertezze derivanti dal sequestro della magistratura.
Se questo dunque è il dato di contesto ad orientare, e poiché non possiamo ora immaginare di sovvertire lo stato del piano, sarei dell'idea di tranquillizzare peró le popolazioni.  Aggiungerei quindi che l’individuazione e l’autorizzazione dell’impianto di Grottelline non potrà avvenire prima che siano valutate ed eventualmente completate  le opere di mitigazione, salvo che nel frattempo una diversa organizzazione amministrativa degli Ato unico non renda possibile l’utilizzo preferenziale di altri impianti.
Con riferimento a Conversano invece, è necessario che qualora ogni Autorità competente dovesse riscontrare problemi e difficoltà, alcuni dei quali già oggi sono presenti in virtù dell'iniziativa della magistratura, sia consigliabile disporre lo stralcio dell'impianto così come individuato dal Piano, sostituendo le necessità derivanti dal suo utilizzo con altri impianti siti ed in esercizio sull'intero territorio regionale, qualora ed auspicabilmente una diversa organizzazione amministrativa degli ATO (unico) renda possibile il loro utilizzo.
Queste soluzioni, lasciando immuni le volontà regionali sui sei ATO, che in questo momento mi sembrano prevalenti, danno garanzie alle comunità locali e il senso della profondità della prospettiva di questo Consiglio regionale".

Nicastro - “Non saremo la più virtuosa delle Regioni italiane, ma sicuramente non siamo la meno virtuosa. Noi non siamo la terra dei fuochi, almeno, non siamo la terra di certi fuochi. Siamo riusciti a garantire a 4,2 milioni di cittadini pugliesi la liberazione non solo da emergenze rifiuti, da emergenze ambientali, ma da quelle che possono trasformarsi in emergenze salute, quindi in rischio per la salute.
Non è vero, come qualcuno ha detto, che il Governo regionale, che la Regione si sia disinteressata dell’aspetto relativo alle bonifiche, tutt’altro. La mia delibera n. 39 (Approvazione del Piano regionale delle bonifiche) è stata approvata in Consiglio regionale il 12 luglio del 2011, quindi parliamo di un qualcosa al quale si è pensato già due anni fa – anzi, anche prima – e sul quale lo stesso Consiglio regionale si è pronunciato.
Quindi, voglio tranquillizzare i consiglieri e i cittadini presenti, anche quelli che presenti non sono, su una circostanza fondamentale: come prevede il decreto legislativo n. 152, non esiste un solo piano. Esistono piani o programmi differenti che, proprio per questo, si occupano e devono occuparsi di vicende diverse. Il piano delle bonifiche è una cosa, ed è stato approvato; il Piano dei rifiuti è una cosa diversa, e ne stiamo discutendo oggi e poi l’Assemblea legislativa, perché questo è il Consiglio regionale, ne farà il governo che riterrà di fare.
L’impianto complesso è cosa diversa dalla discarica. La discarica Martucci è stata chiusa – mi riferisco ai vecchi lotti – ed è stata chiusa da me nel 2011. Le sorti, le vicende, la storia, la vita di quello che rimane di quell’infausto impianto è di competenza di Enti territoriali diversi da quello regionale, questo non perché la Regione intenda in qualche modo sfilarsi o chiamarsi fuori da qualunque forma di partecipazione o di collaborazione nell’individuazione delle soluzioni migliori per innocuizzare, dove c’è da innocuizzare, ogni e qualunque tipo di danno, ma perché è bene che ognuno si prenda le sue responsabilità.
L’impianto complesso di Conversano è una cosa diversa. Lo so che la contrada è la stessa. È una vicenda anche fisicamente diversa. È un impianto complesso a servizio del quale; quindi impianto di biostabilizzazione, produzione CDR, tritovagliatura e poi, come tutti gli impianti complessi, perché questo prevedono attualmente le migliori tecnologie disponibili, anche delle vasche di servizio e di soccorso.
Teniamo distinte le vicende: vecchia discarica Martucci, vecchi lotti e nuovo impianto. Tra Grottelline e Conversano, spesso, nel sentire comune c’è molta osmosi. Le situazioni sono assolutamente diverse.
Grottelline non è un impianto autorizzato. Se dovesse residuare in ragione percentuale l’1 per mille di dubbio che in quella località possano esserci pericoli di qualunque tipo, Grottelline non sarà autorizzata e non entrerà mai in esercizio.
Chiedo ai colleghi della minoranza di non sprecare un’occasione storica. L’ho detto prima. Già il risultato di aver parlato, di aver discusso accesamente, animatamente, ma con contributi concreti, fattivi a problematiche delle quali in Consiglio regionale non si è parlato per quindici anni questo è già un grosso risultato. Non ho ambizioni personali di altro tipo, ma io chiedo uno sforzo; uno sforzo collettivo perché penso che quel debito di verità che io ho verso la Puglia ce l’abbiamo tutti. Dobbiamo offrire, e stasera ce l’abbiamo, la possibilità di dire alla Puglia che ci siamo e siamo insieme.
Questo Piano, come tutte le cose degli uomini, è modificabile, è emendabile, è migliorabile ed è anche peggiorabile. Gli uomini fanno cose giuste e a volte, in altrettanta buona fede, ne fanno di sbagliate, però c’è, è una pista, è un percorso sul quale possiamo avviarci tenendo in mano 4,2 milioni di pugliesi. È un’occasione storica. Non perdiamola.

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