BARI - “Mai in Puglia i livelli di disoccupazione giovanile avevano raggiunto livelli così drammatici. Se la crisi continua a colpire duramente le famiglie in tutto il Paese, è nel Sud che sta causando situazioni di vero allarme sociale. I dati forniti dalla Uil di Bari parlano da soli: nel capoluogo il tasso di disoccupazione giovanile tocca livelli storici e in provincia di Bari si sfonda la cifra del 45%, più del 50% per quanto riguarda le donne. Dati destinati a crescere ulteriormente in mancanza di interventi urgenti e strutturati, con picchi che nei prossimi mesi potrebbero arrivare a sfiorare percentuali impossibili per una nazione europea. Dal 2009 al 2013, nella stessa area regionale hanno cessato l’attività quasi 2.400 aziende del manifatturiero, della produzione di mobili, della fabbricazione di legno e del tessile. La zona industriale di Bari, fino a qualche tempo fa fiore all’occhiello del tessuto economico e occupazionale della provincia e della regione, si sta trasformando in un’isola deserta, terra di nessuno, dove i capannoni abbandonati hanno superato il numero di quelli occupati da attività. Ventotto sono le vertenze del lavoro aperte, in tutta la Puglia, che riguardano le grandi aziende, per un totale di circa 9mila dipendenti. Per questo chiediamo alla Regione Puglia, e in particolare al presidente Vendola e all'assessore Caroli, di dar vita a immediati tavoli allargati alle Province, ai Comuni, oltre che a rappresentanze dei parlamentari pugliesi e delle aziende stesse. Diventa necessario affrontare direttamente le questioni in corso, anche con immediati investimenti in ambiti strategici per la nostra economia e dunque in infrastrutture, turismo, commercio, istruzione e ricerca. Diventa necessario cambiare marcia nelle politiche economiche e occupazionali della Regione”. A riferirlo in una nota il capogruppo Mep in Consiglio regionale, Nicola Canonico.
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